© by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Passo dopo passo, concerto dopo concerto, è riuscito ad imporsi sul mercato nazionale ed estero, con più di dodici milioni di copie di dischi venduti. Un disco di diamante. Oltre cento dischi di platino vinti. Oltre un anno di presenza nella top ten dei più venduti. Numerosi i premi ricevuti. Il suo ultimo album “Chiaro” è il più venduto dopo Sanremo, riuscendo a posizionarsi nella top 5. Un successo clamoroso che gli ha permesso onestamente di riscattare i sogni chiusi da tempo nel suo cassetto. Incontriamo la celebritá partenopea Gigi D’Alessio che con umiltá ci accoglie dietro le quinte e ci mette subito a nostro agio.
Napoli è un microcosmo?
Novantanove volte su 100 finisci scugnizzo. Vengo dai quartieri popolari, cresciuto dalla nonna. Quando entravo in casa, battevo forte i piedi per far scappare i topi. E niente doccia. Scendevi per strada e ti fottevano la cartella. Poi la bicicletta. Poi il motorino. Alla quarta diventavi scugnizzo. Alla delinquenza ho preferito la musica, dieci anni di conservatorio.
Coi matrimoni quando ha chiuso?
Nel 1996. Dal ‘92 al ’96 facevo fino a 13 matrimoni al giorno, poi, finalmente, la svolta con un concerto a Napoli. Attaccavo i manifesti di notte, camuffato. A Caianiello non mi conosceva già più nessuno ma in città impazzivano. Affittai lo stadio e feci 40mila paganti. Lì è cambiato tutto. E nel 2000 mi sono trasferito a Roma. Senza più manager: ti fottono.
Se deve, a chi deve la sua carriera da solista?
Ad un povero posteggiatore. Mi chiamò per la comunione della figlia. Aveva 2 milioni e 500mila lire in pezzi da mille. Tutti i suoi risparmi. Mi vergognai e cantai gratis.
Ha picchiato dei fotografi ultimamente. Tutti hanno ascoltato la versione di tutti ma la sua, quella vera, qualé? Erano appostati fuori, stavo da poco con Anna “Tatangelo”. Mi avvicino. Uno dei due, detto Er Millelire, si rivolge all’altro, detto Foggia: ‘Anvedi ‘sto napoletano der cazzo’. Non ci ho visto più e l’ho colpito. Gli si è aperta la fronte, sangue ovunque. Colpa dell’anello col rosario: vede, questo qua.
Lei è un neomelodico? Il neomelodico non esiste. E’ una parola usata da un giornalista che amava Nino D’Angelo. Il melodico era lui, i neomelodici tutti gli altri. Dire che sono il principe dei neomelodici è come dire che sono il primo degli stronzi.
Scrive solo canzoni d’amore? Non so fare altro. La parola più forte che ho usato è “carcere”. Sono un cantautore napoletano, mi esprimo in due lingue, l’italiano è quasi una lingua straniera.
Nella sua sala c’è veramente il pianoforte di Carosone? E’ del 1974. Per Renato ero l’unico che poteva suonarlo. Ricordo sua moglie ai funerali: ‘Gigi, la favola è finita’. Mogol rivede in me le capacità di Battisti. Dalla era un amico. Fossati parla benissimo di me. All’estero duetto con Liza Minnelli.
E’ vera la storia su Umberto Bindi? Si. Lessi che gli avevano pignorato tutto, anche il pianoforte. Ne fui colpito, così gliene mandai uno. Mi ringraziò, commosso. Quattro giorni dopo morì.
Cosa cantò per il Presidente Clinton? Malafemmina. ‘Mister President, this is Bad Woman’. Era il periodo di quella lì, ci stava bene.
Di quella canzone nata in un’ora, che ha salvato sul desktop col nome “Il Fatto” che ne farà? Ci lavorerò, è buona. Poi ve la regalo e i proventi li diamo in beneficenza”. Ringrazio te e la tua emittente TeleVideoItalia Angela perché, in questo modo, ho avuto l'opportunitá di salutare anche tutti gli italiani in Germania. É stato un piacere conoscerti. Sono stato accolto bene, con affetto e tanto calore. Riorneró senza dubbio. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive
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