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Immagine del redattore© Angela Saieva

dieci Anni di Congregazione Guanelliana a Pforzheim


© by TeleVideoItalia.de Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Si è riunita domenica 14 gennaio la Comunità italiana di Pforzheim, per festeggiare il decimo Anniversario di presenza della Congregazione Guanelliana a Pforzheim. L’evento di ringraziamento è incominciato con il rito religioso, tenuto presso la St. Antoniuskirche e presieduta dal Delegato superiore per i Guanelliani d’Europa, Padre Fabio Pallotta. La S. Messa è stata concelebrata dai confratelli P. Arcangelo Biondo della MCI a Pforzheim, P. Desmond Ifesinachi Uche vicario parrocchiale della Mci di Pforzheim, P. Bonaventure Onwukwe, P. Jude Ahamefule Anamelechi, P. Valentine Chidozie Patrick. Attraverso l’invito e il prezioso aiuto avuto dalla veterana segretaria della Missione Tina Marsella, abbiamo potuto seguire, incontrare, rifocillarci e seguire tutto il programma, senza disagi

“Mi trovo oggi qui a Pforzheim, poiché sono responsabile delle Comunità guanelliana in Europa ma chi lavora in realtà sono loro…” ci dice il Delegato Superiore P. Fabio Pallotta, riferendosi a tutti i Padri che presiedono le Missioni in Germania, incluso i presenti che lo affiancano in questo giorno di festa “…siamo venuti a dire grazie al Signore e alla gente di Pforzheim, per questa presenza ormai decennale della nostra congregazione qui in Germania. È curioso perché, in un’epoca in cui tutte le congregazioni religiose lasciano la Germania, o per mancanza di vocazioni o per crisi di altre nature, noi siamo venuti invece ad aprire. Noi apriamo, dove altri hanno chiuso. Questo è stato fatto grazie alla mediazione

di italiani presenti qui in Germania che ci avevano conosciuti in Italia. Hanno studiato da noi e quindi, come segno di gratitudine, hanno voluto che l’Opera Don Guanella fosse presente. Questa è la nostra prima Comunità italiana in Germania, adesso ne abbiamo due, una anche ad Augsburg. Qui i nostri Padri, da dieci anni, lavorano tra gli italiani della Missione Cattolica Italiana ma anche presso la chiesa tedesca, presso i cittadini di lingua inglese e presso la Comunità anglofona, quindi è così una presenza multi culturale, multi nazionale. Dobbiamo dire grazie a tanta gente che ha accolto i nostri Padri, li ha trattati facendoli sentire come in casa e fa storia con loro, annunciando il Vangelo.

Padre Pallotta, ho vissuto e sono testimone dell’era, fasi e passaggi avvenuti in questi anni tra le due Congregazioni a Pforzheim: quella salesiana di S. Giovanni Bosco prima, guidata per trentanove anni da don Santi Mangiarratti, come quella di S. Luigi Guanella guidata prima da P. Wieslaw Baniak e P. Rocky Maria Arokiadoss Antonyraj e oggi da P. Arcangelo Biondo e sarei ipocrita se le dico di non avere notato la mancanza dei pforzheimerini nella Missione, rispetto al passato. Se mai c’è una lacuna che ha caratterizzato questa carenza, specie di giovani, a cosa è dovuta e cosa state facendo per ripopolarla?    

Intanto credo che sia un fenomeno europeo. Ci sono proprio meno giovani, meno nascite. Prima, in una chiesa con cento persone, c'erano trenta giovani, oggi ce ne sono tre. Il calo delle nascite quindi, incide anche sulla popolazione che è più anziana. Poi certamente, la fascia giovanile oggi, è molto più lontana dall’esperienza religiosa di quella di qualche anno fa e per mille ragioni. Questa però è una sfida da raccogliere, per spronare la gioventù e continuare ad annunciare il Vangelo. Mi viene da dire che è una comunità un po’ dispersa quella italiana e mi auspico che trovino occasione da questa celebrazione. Di

continuare a desiderare di incontrarsi, in quanto la comunità italiana, sia un punto d’incontro nella dispersione. Termino dicendo che: io credo che sia sempre importante celebrare delle ricorrenze per la presenza della chiesa nel mondo ma nelle Missioni Cattoliche in Germania è ancora più importante, perché non è una parrocchia normale, con una dimensione territoriale, cioè… un territorio, una chiesa. Qui c’è una dispersione di presenze e di abitazione per cui, la chiesa, si dovrebbe porre ancora di più come centro unificatore. Spero allora che questa festa ricordi a tutti che la Missione è un po’ la casa comune ecco, dove possono fare e trovare casa. Di questa giornata mi porterò dietro la gratitudine della gente, un ambiente di gioia, di festa. Siamo in un tempo in cui la gente,

non è tendenzialmente portata a fare troppa festa, oggi però mi ravvedo, perché vedo che c’è un clima di festa. Grazie anche a voi e al servizio che fate attraverso la vostra emittente, come il Corriere d'Italia per cui scrive. Peraltro, se non ricordo male, noi ci siamo giá incontrati nella Missione Cattolica Italiana di Pforzheim per un'altra occasione importante, quella per il Cammino di Santiago. É sempre un bene aggiunto a chi, come voi, divulga in bene la nostra parola e i nostri operati per le Comunitá in Germania.


“Sono davvero contento che oggi sono qui e faccio parte di questa festa, dei dieci anni della Congregazione Guanelliana a Pforzheim…” ci dice il vicario P. Uche Desmond Ifesinachi “…ci sono altri progetti che in avanti vi porteremo a conoscenza per le Missioni”.

La funzione religiosa è terminata tra canti del gruppo corale domenicale della Missione e altre due intonate in versione tenore dal connazionale Enzo D'Eugenio, Panis Angelicus e Ave Maria, poi i presenti si sono riuniti nella sala teatro della Gemeinde St. Antonius, per condividere insieme ai Padri celebranti un pranzo offerto dalla Comunità guanelliana. Il momento conviviale è stato arricchito da musica, ottimo pasto, allegria e spensieratezza. L’armonia è regnata ovunque, anche in cucina, dove il gruppo pastorale della Missione intenta a dividere i pasti, hanno beneficiato dell’aiuto di don Bonaventure che con disinvoltura ha indossato un grembiule e si è dato da fare non solo nel riempire piatti ma dare attenzione alla comunità pure a tavola. Un gesto emblematico, caritatevole, simpatico che porta la collettività a farlo sentire uno di loro e a facilitare a diffondere la parola di Dio.

“Il mio è un ringraziamento soprattutto a Dio che ha reso tutto questo possibile ma anche grazie a Gero Lombardo (l’allora procuratore ufficiale della congregazione dei servi della Carità in Germania) che ci ha portati qui…” ci dice don Bonaventure Onwukwe “…non per ultimo, ringrazio le persone che ci hanno accolto nella loro grande famiglia; sto completando l’ultimo anno di studio di lingua tedesca e poi svolgerò le mie mansioni qui a Pforzheim, affianco a Don Arcangelo”.


"Beh allora, io intanto ringrazio il mio Padre fondatore San Luigi Guanella che ci ha detto “finché ci sono poveri, non ci si può fermare”. Ecco, il nostro sogno di noi Guanelliani è di aprire delle opere per evangelizzare e vogliamo evangelizzare con i segni della carità…” ci dice don Arcangelo Biondo “…l’impatto non è facile in Germania, la lingua e le lunghe

relazioni. Questo però è il nostro scopo, il nostro desiderio, il nostro sogno. Far vedere alla gente davvero che la carità oggi è possibile. Angela, oggi sono molto contento di festeggiare questi dieci anni e che come tu ben sai, sei sono sotto la mia responsabilità e gestione. Quanto è bella la comunione, la fraternità. Avvolte, evangelizzare in Germania non è proprio facile facile eh! Io sono al servizio della Comunità e tenerla unita, cercare di far funzionare un po’ i carismi e quant’altro, non è stato facile. Spero, però, di fare di più ancora, ecco. Questo è il mio sogno, insomma.

Padre Arcangelo, parlando in generale, sembra esserci una falla nel sistema che anziché unire, porta a spopolare le Missioni. C’è un modo, un input per spronare le persone a frequentare le vostre Missioni?

Beh Angela, devi capire che il segreto sta nella formazione permanente. Purtroppo, molti anelli della formazione si sono rotti. C’è “tratizio e teletizio” e cioè “la fede si riceve e si trasmette”. Oggi facciamo fatica ad avere iniziative, per trasmettere la fede. Dopo il battesimo non facciamo più niente, capisci? I nostri cristiani, sono cristiani di facciata ma non c’è sostanza. Il problema è: come fare percorsi formativi, percorsi di un cammino veramente cristiano? Perché tutti vogliono cambiare il mondo, nessuno vuole cambiare se stesso. Abbiamo quindi un “io, egoico pellico”, sempre in difesa e non è facile fare comunione, perché manca un lavoro sul cuore. Occorrono lavori formativi e questo sarà un mio tentativo, quello di provare a mettere in piedi questi cammini formativi d’iniziazione e

vita cristiana. Per quanto riguarda i progetti futuri i miei superiori mi hanno mandato un vice parroco, padre Bonaventure, è un giovane e non vedo l’ora che si mette al cento per cento al servizio della comunità guanelliana, poiché già il lavoro di uno si vede ma quello di due sarà ancora più bello. Grazie a te Angela e a tuo marito Dino per avere accettato il nostro invito e per la presenza con la vostra emittente, come con il Corriere d’Italia per cui scrivi. Anche il vostro impegno mediatico è un prezioso sostegno aggiunto per divulgare, a chi ci guarda e ascolta anche da lontano, la nostra parola e i festeggiamenti del decimo Anniversario di presenza della nostra Congregazione Guanelliana a Pforzheim.

Ci congediamo ma non prima di raccogliere qualche impressione tra la folla: “Ho vissuto con la Congregazione salesiana e con la Congregazione guanelliana e sono contento sia di uno, sia dell’altro…” ci dice Antonio Trovato “…sono contento inoltre che oggi, dopo più di otto mesi dovuto a un delicato intervento, il Signore mi abbia dato la grazia di ritornare in questa chiesa; ho fatto ventisette anni di volontariato e ringrazio Dio per avermi avvicinato a Lui e alla chiesa. Agli inizi, dopo la perdita di mia moglie, mi ero perso e allontanato dalle sue braccia e calore ma con grazia, pazienza e grande dedizione alla fede l’allora Don Santi Mangiarratti mi riportò a credere in me e a Gesù Cristo e a far sì di servirlo, nel mio piccolo; ora non posso farne più a meno”. “Sono la più anziana di servizio, collaboratrice della Missione da ben trentuno anni…” ci dice la segretaria della Missione Tina Marsella

dando testa all’uscita dei pasti da mettere a tavola ai presenti “…ho visto il passaggio nella Missione di diversi Padri, da Don Francesco Giurisato, P. Aldo Oresti, Don Santi Mangiarratti fino ad arrivare al primo missionario guanelliano a Pforzheim P. Wieslaw Baniak, P. Rocky Maria Arokiadoss Antonyraj (ora superiore della Comunità e Unità Pastorale tedesca a Pforzheim) e svolgo sempre con piacere ancora oggi questo servizio”. “Aiutiamo ben volentieri la Missione e comunque, ci fa bene anche al cuore” concorda Curto Melina della Comunità e che svolge un ruolo pure all’interno del Consiglio Pastorale della Missione. Scorgiamo indaffarate anche Giotti Liliana e Lo Giudice Maria Ausilia ma

cerchiamo di non disturbare più di tanto il loro frenetico lavoro. “È stata una bellissima predica e una bellissima messa, ci veniamo sempre e ci dedichiamo al Signore che ci aiuta sempre…” ci dicono Nunzia e il marito Giuseppe originari di Castel di Judica “…siamo da una vita ormai residenti a Pforzheim e questi incontri ci aiutano, a non sentirci soli”. “Sono da lunghissimi anni in Missione, parlo quindi dai tempi di P. Francesco, P. Aldo, P. Santi…” ci dice Maria Caruso “…ci troviamo effettivamente bene e comunque, la chiesa è una e quindi, dobbiamo imparare una cosa sola: essere più umili e più collaboratori, perché in Missione ci servono operai; vedi Angela, c’è Giovanni (il marito di Pina) e Salvatore che servono i tavoli ma siamo sempre pochi”. “Io sono in Missione già da circa

trentuno anni e parlo quindi dai tempi di Don Santi Mangiarratti; abbiamo fatto anche con loro una bella esperienza e adesso la continuiamo con i guanelliani…” ci dice Pina Artico “…sono bravi e anche con loro c’è una reciproca collaborazione; faccio appello anch’io alle parole dette da Maria: la mensa è grande, come si suol dire, ma gli operai sono pochi!”. “È stato bello conoscere tutti questi sacerdoti che sono passati in questi dieci anni…” ci dice Ilona di origine tedesca ma bene integrata con la nostra lingua italiana “…tutti loro ci hanno portati a conoscere un modo nuovo di vedere e credere in Dio e questo è positivo”. “È sempre bello ritrovarci insieme e avere anche tanti sacerdoti che vanno e vengono…” ci dice Paola, un’altra delle veterane della Mci “…è una bella esperienza

insomma, è uno scambio di cultura e abitudini diverse senza dubbio costruttivo da ambo le parti, noi come fedeli e loro come sacerdoti”. ”Mi trovo molto bene con la Missione Cattolica, anche perché abbiamo un bel rapporto con Don Arcangelo e molto prima lo avevo anche con Don Santi Mangiarratti…” ci dice Enzo D'Eugenio “…siamo frequenti nella Missione anche se io, per motivi di lavoro e canto, non tutte le domeniche lo sono; mi compensa comunque mia moglie Melinda, originaria di Naro; sono molto contento di essermi integrato a Pforzheim, ed è bello conoscere un numero non indifferente di italiani.

È stata per tutti una giornata intensa, ricca di spiritualità, di festa, di emozioni e riflessioni. Ripopolare le Missioni non è poi così difficile. Serve magari una piccola dose di: buona volontà, forza, perseveranza, credo, amore, solidarietà, umiltà, fraternitá e unione ma con l’aiuto di tutti e con zero pregiudizi! Del resto, è anche attraverso questa miscela che si diffonde il Vangelo e si avvicina la collettività alle chiese e alle Missioni... o no? Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive 


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