© by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Si è tenuta domenica 8 ottobre, assieme alle comunità tedesca, croata, vietnamita e polacca la Messa internazionale nella chiesa St. Stefan di Karlsruhe. Suggestivo è stato vedere la grande folla di fedeli unita in chiesa a pregare, se pur in lingua diversa, un unico Dio, nostro Signore. Abbiamo raccolto le impressioni del missionario don Waldemar Massel, della Missione Cattolica Italiana San Giuseppe di Karlsruhe, presente assieme alla sua generosa comunità pastorale guidato dalla presidentessa Francesca Bonfante e il capo gruppo Annamaria Canfailla.
Devo dire che le mie impressioni, dopo la Messa internazionale celebrata, sono molto positive. Dall’1 di febbraio 2020 sono alla guida della MCI San Giuseppe di Karlsruhe ma purtroppo, a causa della pandemia partecipo per la prima volta a questo evento. Ho sentito parlare ma non l’ho mai vissuta…” ci dice don Waldemar “…vedere la grande chiesa di St. Stefan riempita al massimo, fa impressione, specialmente quando ordinariamente, almeno nelle nostre liturgie di lingua italiana vediamo prenderne parte poca gente. Certo, questo è stato possibile perché eravamo diverse Missioni: polacca, croata, vietnamita, italiana e ovviamente i fedeli della parrocchia tedesca. Diverse lingue, diverse culture ma la stessa fede che accumuna. Il canto “E ora che pia” eseguito alla fine della celebrazione in diverse lingue, ci ha fatto sentire ancora di più una famiglia, fratelli e sorelle in Cristo. É stata un’emozione unica. È stata inoltre una bellissima esperienza di Chiesa, di "Chiesa sinodale", come ha detto il decano Hubert Streckert nella predica.
La Messa internazionale fa vedere anche che la Chiesa cattolica in Germania, ormai è composta dai fedeli di diverse lingue e nazionalità…” ci spiega il presule “In alcuni posti si parla pure che nelle parrocchie territoriali sono anche 50% o di più fedeli di altra lingua madre. Credo che questi eventi ci aiutino molto nel conoscerci e nel superare luoghi comuni o pregiudizi e a ripensare la pastorale in Germania. Italiani, polacchi, croati ecc. non sono più stranieri ma fanno parte integrante di questo paese, specialmente coloro della seconda o terza generazione. Per questo motivo si dovrebbe parlare di inclusione e non più di inculturazione. Una bella occasione per fare questo ha dato momento conviviale dopo la Messa davanti la chiesa, dove ogni Missione ha servito alcune pietanze tipiche della propria nazione. Non era solo mangiare ma come ho visto anche parlare tra la gente proveniente da diverse lingue. Ovviamente la lingua di comunicazione era il tedesco. Grazie a tutti voi italiani che avete partecipato e in modo speciale a coloro che hanno preparato pietanze italiane, che sono piaciute a tutti. Non è rimasto niente.
Un po' di curiosità, tra alcuni della Missione polacca o croata, ha suscitato la mia persona. Perché ci si può chiedere. Perché alcuni non capivano il perché “un prete di nazionalità polacca” è parroco della Missione italiana in Germania…” termina don Waldemar Massel “… Non sono un caso particolare ma purtroppo, come abbiamo appreso molto bene durante il Convegno Nazionale di Palermo svoltosi dal 3 al 6 ottobre, su cinquantadue preti che guidano ottantatré missioni italiane in Germania, solo undici sono di nazionalità italiana. Penso che ci sarebbero ancora tante altre cose da conoscere sulle realtà di altre nazioni, altre missioni, su come gli emigranti vivono il loro distacco dalla terra di origine. Sarebbe bello se ci fossero più occasioni per stare insieme, conoscerci e crescere come unico popolo di Dio, dove “non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. (Galati 3,28).
Il convegno nazionale delle Missioni Cattoliche Italiane in Germania, tenuto a Palermo dal 3 al 6 di ottobre, ha avuto come tema “Lontano da casa, essere a casa. Ovunque tu vada la Chiesa è con te” ed è stato promosso in collaborazione con la Fondazione Migrantes e la Conferenza Episcopale Siciliana.Tra gli innumerevoli interventi, non è mancato quello di don Gregorio Milone, delegato nazionale delle Comunità cattoliche italiane in Germania e Scandinavia ed editore del Corriere d'Italia, che nell’aprire i lavori, ha posto l’accento su una parola fondamentale ma per certi ancora incompresa: Accoglienza! É questa la parola chiave. Dobbiamo liberarci da ogni indifferenza e aprire la mentalità alla prassi dell’accoglienza, per la costruzione di società inclusive, fraterne, tolleranti e giuste..." ha detto il delegato nazionale don Gregorio Milone "...La pluralità di sempre più modelli culturali in Italia come in Germania, non solo non deve spaventarci, ma semmai rappresenta essa stessa ricchezza a cui poter attingere per migliorare addirittura noi stessi”. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive
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