© by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Mons. José Rolando Álvarez vescovo di Matagalpa, una città del Nicaragua, è stato prelevato nella notte di venerdì 19 agosto dalla polizia sandinista. L’allarme è stato dato verso mezzogiorno, ora italiana, dalla diocesi di Matagalpa attraverso gli unici mezzi che non sono ancora stati chiusi, i social network. In piena notte, le forze di polizia del regime di Daniel Ortega, hanno fatto irruzione nella curia di Matagalpa, dove dai primi giorni di agosto l’amministratore apostolico diocesano di Estelí Monsignor José Rolando Álvarez, viveva in pratica agli arresti domiciliari con sei sacerdoti e sei laici.
Secondo le prime testimonianze, S. E. Rev. Mons. Álvarez con la maggior parte dei sacerdoti, seminaristi e laici che erano con lui, è stato prelevato dalla polizia ma non si sa dove sia stato portato. Qualche particolare è stato dato dal direttore di Esta Semana, il giornalista indipendente Carlos Chamorro, che sul suo profilo Twitter ha scritto: Questa mattina la polizia ha assaltato la curia episcopale di Matagalpa. Mons. Rolando Álvarez è stato rapito in un camion, in direzione sconosciuta. Gli altri sacerdoti e laici sono stati portati via in veicoli separati. In curia sarebbe rimasto solo un sacerdote, mons. Oscar Escoto.
Di Mons José Rolando Álvarez non si ha alcuna notizia. La Conferenza episcopale del Nicaragua ha rilanciato sui propri profili social la scomparsa del vescovo Álvarez. Immediata solidarietà alla Chiesa del Nicaragua è stata manifestata, attraverso dei comunicati diffusi poco fa, dalle Conferenze episcopali di Perù, Panama e Costa Rica. Prese di posizione che fanno seguito a quelle diffuse nei giorni scorsi, prima della notizia di oggi, dalle Conferenze episcopali di quasi tutti i Paesi latinoamericani.
In sintesi, secondo quanto riportato dal SIR Agenzia d’informazione infatti“ il regime del presidente Ortega accusa il vescovo e i suoi collaboratori arrestati, sei sacerdoti e sei laici, di sedizione e ha motivato l’arresto del presule con l’esigenza di “recuperare la normalità per la cittadinanza e le famiglie di Matagalpa”.
Numerose in tutto il mondo sono state le reazioni all’arresto del vescovo di Matagalpa, come unanime è la solidarietà della comunità internazionale e della Chiesa nel mondo al Nicaragua e gli appelli alla liberazione di mons. Álvarez giunti, tra le tante, anche dalla Conferenza episcopale del Perù e dall’arcivescovo di Panamá, mons. José Domingo Ulloa. Nella dichiarazione firmata da monsignor Emilio Aranguren, vescovo di Holguin e presidente dell’episcopato cubano, si legge “…noi vescovi cattolici di Cuba, insieme ai nostri sacerdoti, diaconi, vita religiosa e fedeli preghiamo e accompagniamo la Chiesa di Dio in Nicaragua”. Solidarietà, vicinanza e invito alla preghiera arrivano anche dagli episcopati di Cile, Costa Rica e attraverso Twitter dall’arcivescovo di Madrid, il card. Carlos Osoro Sierra, mentre forte è il messaggio del segretario generale dell’Organizzazione degli Stati americani Luis Almagro: a livello politico, una dura condanna dell’arresto di mons. Álvarez e dei suoi collaboratori che “esige” l’immediata liberazione degli arrestati e dei prigionieri politici in Nicaragua.
Nella lettera del presidente della Conferenza Episcopale Italiana Card. Matteo Zuppi inviata a monsignor Carlos Enrique Herrera Gutiérrez, Vescovo di Jinotega e Presidente della Cei Nicaragua, scrive: “…con sgomento e incredulità riceviamo notizie delle dure persecuzioni che il popolo di Dio e i suoi pastori stanno subendo, a motivo della fedeltà al Vangelo della giustizia e della pace…, Chiediamo pertanto ai responsabili politici di garantire la libertà di culto e di opinione non solo agli esponenti della Chiesa Cattolica, ma a tutti cittadini”.
In un comunicato, l’arcidiocesi di Managua ha confermato l’incontro avvenuto tra mons. Álvarez e il card. Brenes. L’arcivescovo ha espresso al confratello solidarietà e vicinanza sottolineando che la “condizione fisica” di mons. Álvarez “è deteriorata” ma “il suo morale e il suo spirito sono forti”. L’arcidiocesi auspica che questa situazione venga superata, dentro a un atteggiamento “rispettoso”.
Incessante appello e solidarietà alla Chiesa perseguitata è stata rinnovata anche ieri 21 agosto, dal santo padre Papa Francesco al termine della preghiera domenicale dell’Angelus, preoccupato e addolorato per la situazione creatasi in Nicaragua “…la Purissima, Maria Immacolata, tanto cara al popolo del Nicaragua, ispiri la volontà di un dialogo aperto e sincero, base per una convivenza rispettosa e pacifica. La voce del Papa esprime la preoccupazione di tutti e si unisce all’attenzione delle istituzioni internazionali e delle Chiese d'America e d'Europa, invitando alla preghiera e a una vicinanza fattiva al Paese centroamericano, in questa difficile situazione, con un accorato appello al governo di Daniel Ortega affinché tuteli i diritti umani universali e restituisca la libertà a chi è arbitrariamente trattenuto.
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