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  • Corde vocali il nuovo singolo di Carmen Pierri

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. CORDE VOCALI. Lottare per la propria passione, senza mai arrendersi. Corde vocali è il nuovo singolo dell’ultima vincitrice di The Voice of Italy Carmen Pierri, un brano, disponibile dal 21 luglio nei principali store digitali, che porta la firma anche di Riccardo Romano e Lorenzo Gioacchin. “Non è possibile far comprendere a chi non ha il fuoco dentro e la fame negli occhi, cosa significhi riuscire a farcela…” dice Carmen “…molti poi, oltre a non comprenderlo, provano a smontarti i sogni trattandoti come un’illusa…, Tu ci proverai una volta in più della fine e mostrerai fiera le crepe del tuo vaso che hai celebrato, riempiendole d’oro. Spiegare la propria passione con ardore consuma le corde vocali ma non importa, anzi, lotterai con ogni centimetro del tuo corpo, ogni grammo della tua mente e dalla riva del fiume vedrai passare e annaspare coloro che attendevano il tuo fallimento, ma tu li salverai e li farai ricredere, perché chi si arrende non ti somiglia per niente". Ha duettato con artisti quali Arisa, Gigi D’Alessio, Maurizio Vandelli. Musicale-Mix & Mastering sono a cura di Matteo Tateo (Management & Artistic Director) e Riccardo Romano. Carmen Pierri, nasce a Salerno il 25 Febbraio 2003. All’età di sei anni partecipa a piccoli concorsi musicali, dove si fa notare per le sue capacità vocali fuori dall’ordinario. A dodici anni comincia a studiare canto e pianoforte. Le sue passioni musicali la avvicinano alla musica soul e pop di Alicia Keys, Stevie Wonder, Giorgia ma il suo mito indiscusso è Amy Winehouse. Nel 2019 ha vinto “The voice of Italy” con l’inedito “Verso il mare”. A Luglio 2020 esce l’album di debutto “25”. È stata ospite ai “Seat Music Awards” all’Arena di Verona, al Festival di Castrocaro e altri eventi Rai. Inoltre ha collaborato con l’artista inglese Juliette Ashby, migliore amica di Amy Winehouse. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Ultimo saluto a Toto Cutugno da tutto il mondo

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Si sono svolti i funerali del mastodontico cantautore italiano, che da più di cinquant’anni ha fatto della sua musica, testi e canzoni scritte per se e anche per altrettante Star italiane e internazionali, l’inno degli italiani e dell’italianità nel mondo. Non a caso, dall’arrivo e anche all’uscita del feretro dalla chiesa della Basilica dei Santi Nereo e Achilleo, dove si sono svolti i funerali, la folla (circa un migliaio) ha intonato l’Italiano tra commozione, lacrime e lunghissimi applausi. Dal giorno dell’annuncio della sua scomparsa e ancora adesso i social e web sono invasi di condoglianze, pensieri, commenti e ricordi dalla gente più comune e simpatizzante, ai fan di tutto il mondo, alle più alte cariche dello stato italiano e straniero, ai politici, agli artisti, ai colleghi, agli amici più stretti, del cantautore Toto Cutugno. Chi non è potuto essere presente al funerale per ovvi motivi, ha fatto sentire ugualmente la sua presenza, attraverso corone di fiori o intonando nei loro spettacoli: L’Italiano. Doverosa è stata anche la nostra presenza, con massima discrezione, per dare un ultimo saluto al Maestro Toto Cutugno che ci ha legati (per circa tre decenni) al cantautore, sia a livello mediatico, donando novero alla nostra emittente TeleVideoItalia.net e alla Tetata del Corriere d'Italia per cui scrivo, sia attraverso le tappe organizzate dal dipartimento europa managing SDA Sanremo Eventi in suolo tedesco. "É stato una persona gentilissima, premurosa e attenta..." commenta il direttore della SDA Sanremo Eventi Dino Saieva "...non ci ha mai fatto pesare la sua popolaritá". Tra aneddoti che ci accompagnano durante il viaggio e uno strano raggio di sole caldo che si posa nel retro del nostro sedile nonostante l'acquazzone, rientriamo in Germania ma non prima di avere raccolto anche, tra la calca della folla e colleghi giornalisti, alcuni dei preziosi commenti fatti a riguardo del nostro Mito. “Lo conoscevo da una vita e riconosco la sua arte come interprete ma soprattutto come autore, ha scritto canzoni meravigliose, una delle quali appunto l’Italiano…” visibilmente commosso commenta a noi giornalisti Gianni Morandi “…gli devo tanto rispetto e tanta amicizia a Toto; qualcuno diceva fosse un cantautore troppo popolare, io dico di no, dico che è stato un grande cantautore, ma anche un grande interprete”. Pur essendoci buona parte della musica italiana, cantanti e produttori musicali, il suo manager Danilo Mancuso al funerale del cantautore Toto Cutugno, Pupo altrettanto commosso con rammarico fa osservare “se io sono qua, è perché è veramente una persona speciale, gli ho voluto molto bene, lo stimavo come artista…" assaltato dalle domande e alcune più disparate, Pupo con garbo riporta all’attenzione i giornalisti su una cosa fondamentale e dei valori veri dei grandi cantautori ”…sentite la folla cosa canta? Musiche, melodie immortali, non so se fra cinquant’anni si canteranno ancora le canzoni dei ragazzi di oggi, io spero di si, spero…” poi storce un po’ il naso e si toglie un sassolino dalla scarpa “sono dispiaciuto un po’, è un parterre decisamente ridotto, sono mancati un po’ di colleghi, ci siamo solo noi due …” La prima serata l’abbiamo fatta in un “night” … commenta Roberto Cutugno, fratello del cantautore scomparso “…secondo me al mondo tra la musica non ci sarà piú musica, non perché era mio fratello ma fare trecento, quattrocento brani e farli tutti con amore, con sentimento, con il cuore è difficile trovare un autore che faccia tutti quei brani in quel modo lí”. “… Toto era una persona umile, buono, educato, un grande artista; era anche un vero grande signore che è difficile a trovarsi…” è il commento di Ivana Spagna anche lei visibilmente provata. “Era un uomo di fede, ha lasciato un bel segno nel mondo…” ricorda durante l’omelia don Gianluigi Panzeri, parroco della Basilica e che nel 1971 proprio nella stessa chiesa, aveva sposato la moglie Carla “…ci accoglieva in casa sua come un semplice credente, chiedeva sempre la benedizione e recitava il santo Rosario…, era un uomo di fede, era sempre in giro per il mondo, aveva tanti impegni, fa bene sapere che questo dolore sia condiviso da tante persone; ieri mi è stato detto che a scrivergli per le condoglianze sono state persone dagli Stati Uniti, dalla Russia, dall'Ucraina, tutto questo ci conferma che Toto ha lasciato un bel segno nel mondo, con le sue composizioni, un segno della bontà con le sue scelte, non sempre comprese da tutti." Bei tempi Maestro! È vero, l’icona della musica italiana Toto Cutugno, emblema dell’italiano e dell’italianità nel mondo, adesso se n’è andato in punta di piedi ma anche se…ahimè, ancora una volta "quel qualcuno" si ricorda di attribuire grandi oneri e meriti solo dopo che “un’internazionalmente mito italiano” non c’è più, il mondo intero continuerà a ricordarlo e ad amarlo sempre e comunque per quello ché è sempre stato: un ITALIANO VERO. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • la Messa Internazionale a Karlsruhe

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Si è tenuta domenica 8 ottobre, assieme alle comunità tedesca, croata, vietnamita e polacca la Messa internazionale nella chiesa St. Stefan di Karlsruhe. Suggestivo è stato vedere la grande folla di fedeli unita in chiesa a pregare, se pur in lingua diversa, un unico Dio, nostro Signore. Abbiamo raccolto le impressioni del missionario don Waldemar Massel, della Missione Cattolica Italiana San Giuseppe di Karlsruhe, presente assieme alla sua generosa comunità pastorale guidato dalla presidentessa Francesca Bonfante e il capo gruppo Annamaria Canfailla. Devo dire che le mie impressioni, dopo la Messa internazionale celebrata, sono molto positive. Dall’1 di febbraio 2020 sono alla guida della MCI San Giuseppe di Karlsruhe ma purtroppo, a causa della pandemia partecipo per la prima volta a questo evento. Ho sentito parlare ma non l’ho mai vissuta…” ci dice don Waldemar “…vedere la grande chiesa di St. Stefan riempita al massimo, fa impressione, specialmente quando ordinariamente, almeno nelle nostre liturgie di lingua italiana vediamo prenderne parte poca gente. Certo, questo è stato possibile perché eravamo diverse Missioni: polacca, croata, vietnamita, italiana e ovviamente i fedeli della parrocchia tedesca. Diverse lingue, diverse culture ma la stessa fede che accumuna. Il canto “E ora che pia” eseguito alla fine della celebrazione in diverse lingue, ci ha fatto sentire ancora di più una famiglia, fratelli e sorelle in Cristo. É stata un’emozione unica. È stata inoltre una bellissima esperienza di Chiesa, di "Chiesa sinodale", come ha detto il decano Hubert Streckert nella predica. La Messa internazionale fa vedere anche che la Chiesa cattolica in Germania, ormai è composta dai fedeli di diverse lingue e nazionalità…” ci spiega il presule “In alcuni posti si parla pure che nelle parrocchie territoriali sono anche 50% o di più fedeli di altra lingua madre. Credo che questi eventi ci aiutino molto nel conoscerci e nel superare luoghi comuni o pregiudizi e a ripensare la pastorale in Germania. Italiani, polacchi, croati ecc. non sono più stranieri ma fanno parte integrante di questo paese, specialmente coloro della seconda o terza generazione. Per questo motivo si dovrebbe parlare di inclusione e non più di inculturazione. Una bella occasione per fare questo ha dato momento conviviale dopo la Messa davanti la chiesa, dove ogni Missione ha servito alcune pietanze tipiche della propria nazione. Non era solo mangiare ma come ho visto anche parlare tra la gente proveniente da diverse lingue. Ovviamente la lingua di comunicazione era il tedesco. Grazie a tutti voi italiani che avete partecipato e in modo speciale a coloro che hanno preparato pietanze italiane, che sono piaciute a tutti. Non è rimasto niente. Un po' di curiosità, tra alcuni della Missione polacca o croata, ha suscitato la mia persona. Perché ci si può chiedere. Perché alcuni non capivano il perché “un prete di nazionalità polacca” è parroco della Missione italiana in Germania…” termina don Waldemar Massel “… Non sono un caso particolare ma purtroppo, come abbiamo appreso molto bene durante il Convegno Nazionale di Palermo svoltosi dal 3 al 6 ottobre, su cinquantadue preti che guidano ottantatré missioni italiane in Germania, solo undici sono di nazionalità italiana. Penso che ci sarebbero ancora tante altre cose da conoscere sulle realtà di altre nazioni, altre missioni, su come gli emigranti vivono il loro distacco dalla terra di origine. Sarebbe bello se ci fossero più occasioni per stare insieme, conoscerci e crescere come unico popolo di Dio, dove “non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. (Galati 3,28). Il convegno nazionale delle Missioni Cattoliche Italiane in Germania, tenuto a Palermo dal 3 al 6 di ottobre, ha avuto come tema “Lontano da casa, essere a casa. Ovunque tu vada la Chiesa è con te” ed è stato promosso in collaborazione con la Fondazione Migrantes e la Conferenza Episcopale Siciliana.Tra gli innumerevoli interventi, non è mancato quello di don Gregorio Milone, delegato nazionale delle Comunità cattoliche italiane in Germania e Scandinavia ed editore del Corriere d'Italia, che nell’aprire i lavori, ha posto l’accento su una parola fondamentale ma per certi ancora incompresa: Accoglienza! É questa la parola chiave. Dobbiamo liberarci da ogni indifferenza e aprire la mentalità alla prassi dell’accoglienza, per la costruzione di società inclusive, fraterne, tolleranti e giuste..." ha detto il delegato nazionale don Gregorio Milone "...La pluralità di sempre più modelli culturali in Italia come in Germania, non solo non deve spaventarci, ma semmai rappresenta essa stessa ricchezza a cui poter attingere per migliorare addirittura noi stessi”. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • picchetto donore interforze per Silvio Berlusconi

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Con oneri e noveri, in più di quindicimila persone, hanno dato l’ultimo saluto al presidente, ex premier e leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. I funerali sono stati trasmessi in diretta nazionale e a reti unificate. Striscioni, bandiere di Forza Italia, del Milan e in prima fila anche un tricolore, poi ancora cartelli e scritte con “Ciao Silvio” hanno fatto da sfondo. In piazza si sono levati anche applausi alternati a cori "c'è solo un presidente" "Presidente, presidente" intonati sin dall’arrivo del feretro in piazza al Duomo di Milano, la folla non si è fatta mancare nulla, intonando persino l'Inno di Mameli. Si commuove perfino Elena Guarnieri al coro “chi non salta comunista è”. Tra i tanti, colpisce una scritta in particolare in mano a un bimbo, dove si legge: "Mi consenta, grazie". Nel fondo della piazza sono state anche issate a mezz'asta tre bandiere di Italia, Unione europea e Milano. Ad attendere il feretro di Silvio Berlusconi “un picchetto d'onore interforze” come prevede il cerimoniale per le esequie di Stato, che gli rende omaggio sul sagrato del Duomo, sotto uno straordinario cielo azzurro, “mentre a Roma diluvia” ha fatto notare Barbara Palombelli. 5000 sono i palloncini azzurri che si sono levati in cielo da Cologno Monzese, un omaggio dei dipendenti delle aziende di Berlusconi al loro capo, mentre Cesara Buonamici in studio con Barbara Palombelli, che ha impreziosito la diretta di Canale 5, dice “si è così concluso l’ultimo viaggio terreno di Silvio Berlusconi”. Impeccabile l’omelia dell’arcivescovo metropolita di Milano, S.E.R. Mons. Mario Enrico Delpini, come imponenti sono stati i controlli di sicurezza. Al termine della funzione religiosa è stato intonato il silenzio militare. Un sentito, caloroso e commosso applauso archeggia nell’aria, lo stesso che lo ha accompagnato prima per le vie, all’arivo in piazza del Duomo, durante e dopo la funzione religiosa. Sono stati effettuati percorsi di sicurezza che si sono resi efficaci all’occasione, per soccorrere persone svenute per il forte caldo, come sono state attivate misure anti-terrorismo, tiratori scelti e la zona è stata bonificata con cani anti-esplosivo, rimossi i cestiti Amsa e il tutto messo in campo per l’arrivo delle più alte cariche istituzionali, trentadue esponenti del governo, oltre a capi di Stato e di governo stranieri, tra questi l’ungherese Viktor Orban, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni. Tanti i vip del piccolo schermo, del cinema, del calcio arrivati in Duomo. Davanti al portone centrale del Duomo di Milano, si evidenziano le corone di fiori della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dell’ambasciatore del Kuwait Nasser Alqahtani, del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, della Corte Costituzionale e dell’ambasciata d’Israele, del Gruppo Senato di Forza Italia, di Fratelli d’Italia, della senatrice Licia Ronzulli, della Regione Abruzzo, del partito Socialista italiano. “Berlusconi esce di scena da protagonista. Molti in queste ore ne hanno raccontato l'avventura umana, imprenditoriale e politica. C'è chi lo ha combattuto politicamente con lealtà e chi invece ha usato mezzi impropri per provare a sconfiggerlo. Anche questo è un dato sul quale riflettere, per l'oggi e il domani, perché alla fine di questa storia i suoi avversari hanno perso…” pone l’accento la premier Giorgia Meloni “…il suo ingresso nell'arena della politica, ha accelerato i processi di trasformazione che erano già in corso a destra e a sinistra. Berlusconi ebbe il tempismo e colse il momento. Quella che doveva essere una lunga stagione di governi di estrazione socialista, senza reali alternative nel campo moderato, si è trasformata nell'era dell'alternanza al governo tra centrodestra e centrosinistra, dando all'Italia una dimensione occidentale e contemporanea, rafforzando così l'intera Nazione a livello internazionale. Berlusconi è un protagonista. I suoi avversari hanno perso.” Grande compostezza nonostante i cinque figli del Cavaliere Silvio Berlusconi: Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi, lo zio Paolo, la compagna Marta Fascina sono distrutti dal dolore, devastati per l’immensa perdita. I figli, avevano pubblicato sui giornali il loro personale ricordo del padre: “Dolcissimo papà grazie per la vita, grazie per l’amore, vivrai sempre dentro di noi“. La salma di Silvio Berlusconi sarà cremata oggi nel Tempio Crematorio Valenziano Panta Rei, in provincia di Alessandria. Poi le sue ceneri torneranno ad Arcore, dove riposeranno nel mausoleo fatto costruire dallo stesso presidente, la cappella di famiglia dove sono conservate le ceneri anche dei genitori e della sorella di Berlusconi. I funerali di Stato in Duomo a Milano, sono stati trasmessi in diretta tv su Mediaset Extra, RaiNews 24, Canale5, Rai1, Rete4, La7, 20, Iris, Italia1, Canale27, La5, Cine34, Focus, Italia2, Sky Tg 24, Tgcom24, Top Crime.Il record di ascolti ha visto in testa la rete ammiraglia di Mediaset, Canale 5, con il 21,9% di share pari a 2.352.000 telespettatori; il 18,3% laRai1 con 2.086.000 telespettatori. Nella storia della televisione italiana, non si era mai verificata una copertura simile. Quindicimila inoltre in piazza del Duomo a dare l'ultimo saluto al Cavaliere. Toccante se pur improvvisato il discorso dell’amministratore delegato di Mfe-Mediaset Pier Silvio Berlusconi, secondogenito dell'ex premier, che subito dopo i funerali ha scelto di andare e salutare anche i dipendenti e collaboratori di Mediaset, che a sorpresa lo hanno aspettato nello Studio 20 di Cologno Monzese, in presenza anche di Gerry Scotti che avvicinato dopo le esequie ha dichiarato: “Berlusconi è l’uomo che mi ha cambiato la vita“. L’applauso a Pier Silvio Berlusconi dei dipendenti è inarrestabile, resta di sasso davanti a tanto affetto. “Sono stati dei funerali che hanno avuto dell'incredibile…, ho ricevuto l’abbraccio del popolo e mi sono reso conto ancora una volta della grandezza del nostro fondatore…” dice visivamente commosso Pier Silvio Berlusconi “…ma io non ero completo, io non mi sentivo a posto, adesso ho avuto il vostro abbraccio e mi sento a posto..., lui rimarrà sempre, sempre, sempre, nei nostri cuori. Continueremo a fare il nostro lavoro…., grazie, grazie vi amo tutti…, noi siamo e saremo sempre una prova di libertà!". Anche i direttori della nostra emittente TeleVideoItalia.net Angela Saieva, deve molto al Presidente Silvio Berlusconi, sempre riconoscenti, custodiscono gelosamente l'operato compiuto. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Is It Love il nuovo singolo di Loreen

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Oggi, Loreen, artista pluripremiata a livello internazionale, presenta l'attesissimo nuovo singolo "Is It Love", prodotto dal produttore discografico e cantautore svedese Rami Yacoub (Ariana Grande, Lady Gaga, Madonna) presso gli MXM Studios della Universal. La Pluripremiata Loreen torna con il nuovo singolo "IS IT LOVE" schizzando alle stelle. Artista femminile di spicco della diaspora, le radici berbere marocchine di Loreen sono incorporate nel suo nuovo sound pop che spazia tra le culture, ora più che mai. In una recente intervista di copertina, Vogue Arabia ha dichiarato che il suo "momento sotto i riflettori sta diventando sempre più luminoso". Le influenze nomadi stanno diventando sempre più comuni nella musica pop occidentale, ma con il dominio di piattaforme musicali come TikTok ed Eurovision, una nuova generazione di artisti al di fuori del mondo pop occidentale sta rendendo la musica accessibile a tutti, unendo le persone e raggiungendo il pubblico di là delle frontiere alle loro condizioni. Loreen è alla guida di questo movimento con il nuovo singolo "Is It Love". "Is It Love" è nata da una ricerca di chiarezza, è una canzone che descrive e contempla un amore così profondo ma allo stesso tempo pieno di confusione…” dice Loreen “… Si tratta di capire che per creare una comprensione più profonda di se stessi è necessario accettare la dualità della vita, che la distorsione e la chiarezza vanno di pari passo e sono ugualmente importanti. E per sperimentare la profondità del vero amore, sia verso se stessi che verso gli altri, bisogna accettare e sperimentare la profondità del dolore". La voce potente di Loreen è al centro della scena. I versi introspettivi risplendono su una produzione cinematografica, mentre lo slancio si gonfia in un coro impetuoso, simile a quello di Sia, punteggiato da fuochi d'artificio vocali "spiritual pop". L'artista si apre come mai prima d'ora e si chiede "Is It Love" in questo nuovo inno coinvolgente e appassionante. "Is It Love" parla della dualità dell'amore. Non c'è luce senza oscurità, non c'è chiarezza senza distorsione e non c'è amore senza dolore. Il brano è scritto da MTHR ("Can't Tame Her" - Zara Larsson, "Better Days" - Neiked) insieme a Dag Lundberg ("Where Are You Now" - Lost Frequencies) e Maia Wright (Armin Van Buuren, Gryffin NOTD). La produzione vocale è affidata ad Albin Nedler (Harry Styles, Sam Smith, Selena Gomez) e al mix engineer Josh Gudwin (Bad Bunny, J Balvin, Justin Bieber). Con tredici milioni di ascoltatori mensili su Spotify e descritta da Rolling Stone US come una "superstar del dance-pop", "Is It Love" segue a ruota il suo secondo colossale singolo vincitore dell'Eurovision, "Tattoo". Il brano è stato al primo posto nella classifica dell'airplay radiofonico francese per cinque settimane consecutive, al primo posto in diciannove Paesi e raggiunto il quinto posto nella classifica globale di Spotify, il quindicesimo nella classifica di Billboard e il secondo nella UK Official Singles Chart. "Tattoo", che è rimasta nella classifica ufficiale dei singoli del Regno Unito per nove settimane, dopo la storica vittoria a cui anche noi abbiamo assistito e il novero di votare, l'ha consacrata come la "prima donna" e solo la "seconda persona in assoluto" a vincere due volte l'Eurovision Song Contest. NME descrive "Tattoo" come "una canzone drammatica, con una voce che colpisce nel segno e una messa in scena dall'inventiva abbagliante"; Gay Times: "ipnotico e cinematografico"; Vice: "un fragoroso pop scandinavo"; Billboard "una bombastica ballata elettro-pop" e Neil McCormick, critico di musica pop del Daily Telegraph, la definisce "un'assoluta bomba". La canzone ha ottenuto più di mezzo miliardo di streaming su tutte le piattaforme e Loreen è stata poi pubblicata su Rolling Stone UK, Marie Claire UK e The Guardian G2, che ha descritto "Tattoo" come un "pezzo ben eseguito di ballata pop, con tracce di Katy Perry per attirare l'attenzione prima che prenda il sopravvento con il suo brio distintivo". È stata inoltre insignita dell'ambito Pride Icon Award agli Attitude Pride Awards 2023 e si è esibita al Mighty Hoopla e alla finale di Germany's Next Top Model. Loreen si appresta a intraprendere un tour tutto esaurito nel Regno Unito e in Europa quest'inverno, che prenderà il via a Dublino il 7 novembre con spettacoli a Glasgow l'8 novembre e all'Electric Brixton di Londra il 10 novembre, per poi fare altre quindici tappe in tutta Europa prima di concludersi il 5 dicembre a Parigi, in Francia. Con le immagini di scena progettate da Tobias Rylander, il cui lavoro precedente include il disegno luci per il Renaissance World Tour di Beyonce e la performance di "Tattoo", vincitrice dell'Eurovision, lo spettacolo promette di essere un'esperienza completamente immersiva, che imita l'etica personale di Loreen di dare priorità alle connessioni con i fan, la natura, la spiritualità e la musica. L'enorme successo di Loreen con Euphoria è ancora oggi considerato una delle performance più memorabili nella storia dell'Eurovision Song Contest, in cui ha contribuito da sola a cambiare la percezione dell'Eurovision. All'inizio di quest'anno, Loreen ha nuovamente incantato i telespettatori di tutto il mondo, questa volta con la sua straordinaria performance di "Tattoo" entrando nella storia come la prima donna e solo la seconda persona in assoluto, a vincere due volte l'Eurovision Song Contest. Oltre che per la sua abilità artistica, Loreen è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo per il suo approccio caloroso e concreto, con messaggi di amore e inclusione che traspaiono da tutto ciò che fa. Per lei, fidarsi della propria intuizione è più importante che seguire ciò che è stato fatto prima, il che la porta a percorrere un sentiero creativo meno battuto, dando vita a un'arte infusa di spiritualità e della sua eredità nomade. La sfera sonora di Loreen vi porterà in viaggio, il pop ispirato alle sue radici berbere con tocchi di influenze dance che rendono il suo sound un'esperienza davvero unica. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • don Waldemar Massel festeggia trenta anni di sacerdozio

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. La comunità italiana di Karlsruhe, domenica 24 settembre, si è riunita in festa per i trent’anni di sacerdozio di don Waldemar Massel, parroco della Missione Cattolica Italiana San Giuseppe di Karlsruhe. Il festoso evento che ha visto una chiesa gremita e bandita a festa, è iniziato con una celebrazione eucaristica nella chiesa Unserer Lieben Frau di Karlsruhe, presieduta dallo stesso don Waldemar, durante la quale ha tenuto l'omelia S.E. Reverendissima Mons. Enrico Dal Covolo che, dopo due mandati come Rettore Magnifico della Pul (il secondo voluto da Papa Francesco), è assessore del Pontificio comitato di scienze storiche. Hanno concelebrato la Santa Messa: Il salesiano don Stanislao Rafalko, amministratore parrocchiale ad Alfonsine, diocesi di Faenza e caro amico di don Waldemar; don Wiesław Soja, parroco della Missione polacca; il salesiano don Stjepan della missione croata, che ha peraltro studiato assieme al presule a Roma; don Marian Rybak, emerito sacerdote polacco, che per tanti anni ha lavorato nelle parrocchie tedesche della loro diocesi e don Ralf Dirckhofer, parroco di Rastatt. All’evento religioso dei tren'anni, presenti anche alcuni cari familiari di don Waldemar, come la zia e sua madrina di battesimo Helena Mett, le cugine con i rispettivi mariti che abitano in Germania e la cugina Joanna, che abita a Parigi. Lo stesso don Waldemar ha ricordato ai fedeli e ai suoi parrocchiani il cammino dei suoi trent’anni di ordinazione sacerdotale, al servizio di Gesù. Visivamente emozionato, il presule ha fatto gli onori di casa, dando il benvenuto a diversi rappresentanti della Comunità polacca di Rastatt e di Karlsruhe e ai cari parrocchiani della Missione Cattolica Italiana San Giuseppe di Karlsruhe. Pensiero e parole di gratitudine il festeggiato le ha riservate anche a chi purtroppo, per impegni pastorali presi in precedenza, non è potuto essere presente ai festeggiamenti dei suoi trent’anni di sacerdozio, come don Hubert Streckert, decano di Karlsruhe; don Gregorio Milone, delegato nazionale delle Missioni cattoliche italiane in Germania e Scandinavia e editore del Corriere d’Italia. Inoltre, ha aperto inoltre una parentesi e rivolto un pensiero di augurio anche alla Comunità Cattolica Italiana di Calw, pure loro in festa lo stesso giorno per celebrare assieme a S.E. Rev.ma Mons. Calogero Peri, la nostra emittente TeleVideoItalia.net e le autorità religiose e civili di Mirabella Imbaccari, la Madonna Maria SS.ma delle Grazie, patrona di Mirabella Inbaccari e dei mirabellesi residenti a Calw e circondario. Dalla realtà a un tuffo nei ricordi, il passo è breve. Padre Waldemar Massel si commuove, ripercorrendo con noi il sentiero dei suoi ricordi con grande lucidità, come se fosse ieri. Traccia alcuni dei più belli, non negando quelli incerti e bui, fino alla luce che riaccende e rianima sempre più la sua fede, ogni qualvolta che pensa di essersi smarrito. Per la quinta volta, ho il piacere di descrivere i diversi eventi religiosi che compie il presule, assieme alla sua comunità pastorale della Missione Cattolica Italiana San Giuseppe di Karlsruhe e trovo superfluo fargli altre domande e quindi, con ammirazione, rispettosa preferisco ascoltarlo e navigare assieme a lui, esplorando il suo mondo religioso vissuto. “Premetto che è sempre un piacere rincontrare te Angela, come tuo marito Dino e ogni volta che ci incontriamo e se non vado errato, per quattro diversi eventi, ho avuto modo di raccontarti sempre un qualcosa in più e arricchire il tuo bagaglio d’informazione, sul mio percorso pastorale…” ci dice entusiasta don Waldemar Massel “…festeggio oggi, con la mia comunità, i miei trent’anni di sacerdozio, perché l’11 settembre è purtroppo una data che per tanti si collega alle “Torri gemelle” del 2001, mentre io sono stato ordinato sacerdote l’11 di settembre del 1993, nella mia parrocchia. In questa data ricorrente comunque, ci siamo riuniti con un piccolo gruppo di miei connazionali della Missione polacca e abbiamo celebrato la Sanata Messa di ringraziamento, nella Bernharduskirche di Rastatt. Poi sono partito a visitare mia madre, che per motivi di salute non è potuta essere presente qua a Karlsruhe e così il 12, tra familiare e qualche amico, abbiamo celebrato la Santa Messa nella Cappella dei Salesiani che gestiscono la Parrocchia Sacra Famiglia di Pila in Polonia, per poi terminare con una piccola festa e cena. Ritornai in quella chiesa e seduto in fondo nei banchi, in quel momento mi sono detto tra me e me, penso che a oggi sono stato l’unico ad essere stato ordinato sacerdote in questa chiesa. Tu pensa i casi della vita Angela, in questa chiesa sono stato battezzato, ho ricevuto la prima comunione, la cresima, sono stato ordinato sacerdote. In questa chiesa, c’è stata anche la messa funebre dio mio padre e mio nonno che sono morti nello stesso giorno, mentre io studiavo ancora in Italia e così, questa chiesa, per me è una chiesa veramente molto importante perché, tutte le cose più importanti della mia vita sono passate attraverso lì…” poi, ironicamente padre Waldemar aggiunge “…non so dove sarà la mia messa funebre, può darsi anche in questa chiesa ma questo lo vedranno gli altri, altrimenti avrei completato tutto il mio percorso in un'unica chiesa! No..., ok; fino adesso le cose più importanti, dal punto di vista possiamo dire di fede, sono passate per quella chiesa. Ecco come ho passato il mio 11 e 12 settembre e oggi siamo arrivati a fare la festa di ringraziamento al Signore, per questo dono di sacerdozio e ringraziare anch’io per la fedeltà che ho avuto, che mi da la forza di portare avanti questa chiamata; perché “la chiamata” è una vocazione e viene dall’altro, in quanto è il Signore che mi ha scelto, non ho scelto io di essere chiamato. Quando ero ancora ragazzo, sentivo forse già un po’ dentro di diventare un sacerdote perché, Lui, Dio, si è servito dei buoni preti che erano nella mia parrocchia. Io, forse, non avevo ancora tanto l’idea di essere un sacerdote ma già la mia testa voleva essere come loro. Poi mi sono detto no, troppe rinunce. Essendo giovane, pensi effettivamente di avere la famiglia, la moglie, la casa e quant’altro. Avevo anche un altro esempio di un insegnante di educazione tecnica e andavo poi in diverse Olimpiadi. Anche lui mi ha affascinato, così mi sono detto, divento insegnante. Poi, dopo aver letto anche il libro su Don Bosco, essendo salesiani nella mia parrocchia, le mie incertezze si fortificarono sull’andare o non andare. Al liceo ricordo che, durante la festa di Natale, il mio catechista mi disse: Waldemar, ti auguro che un giorno tu mi sostituisca qua, ed io erroneamente dentro di me gli dicevo: si si, aspetta! Invece ritornavo sempre col pensiero che Dio mi chiamava ma io forse, questa chiamata non volevo vedere perché mi dicevo che avevo i miei progetti. Questi combattimenti dentro di me però, erano e diventavano sempre più intensi; decisi così di parlarne col mio parroco, dove mi consigliò di fare una novena, di prendersi la parola di Dio, vedere la parola di Dio cosa mi dice ed io, il primo giorno, presi la bicicletta, la parola di Dio dietro nel mio bagagliaio e salii su una collinetta. Apro e lì esce che devo farmi prete, ed io sempre erroneamente mi dicevo, speriamo che domani esce qualcos’altro. Questo tira e molla mi portò alla fatidica goccia che traboccò dal vaso. Ogni sera andavo a messa e una sera entrò un mio amico, anche lui un ministrante, dicendomi “io vado in noviziato” e cosí captai questo messaggio di andarci anch’io e decisi di proseguire assieme a miei diversi compagni. Alcuni miei amici poi certo, hanno lasciato l’idea di proseguire in questa vocazioni, tanti si sono ritrovati in un'altra vita, un altro è diventato infine un insegnante d’italiano in Polonia, altri purtroppo si sono pentiti delle scelte che hanno fatto ma io ho seguito la mia volontà, ed é così che nel 1993 sono diventato sacerdote. In questi trent’anni, come ho avuto modo di raccontare anche a te Angela, ho vissuto in diverse parti. Ho continuato gli studi di Pedagogia sociale a Roma, poi i superiori mi hanno richiamato in Polonia che dopo un cambiamento di sistema politico, anche i salesiani hanno ricevuto le scuole e una casa di recupero per i ragazzi di strada. Sono stato designato in un oratorio vicino Danzica e in tutto sono rimasto sette anni. Rientrato in Italia, sono stato incardinato nella diocesi di Civita Castellana. Come forse ti ho già detto, mi definisco anche un po’ zingarello; mi piace girare e non riesco a stare troppo nello stesso posto e quindi, avendo anche la famiglia qui in Germania, mi girava in testa il volerci venire e così, tra decisioni e incertezze di studiare ad una certa età anche il tedesco, l’hanno dopo ho saputo che c’era un posto da occupare e mi venne accettata la richiesta fatta. Il resto è storia. Per questo grande viaggio spirituale, come tu mi chiedi Angela, mi sento di ringraziare prima di tutto Dio. Lui, che mi ha portato per i suoi sentieri che erano belli ma anche altri bui, che dovevo irrobustirmi. Doveva anche "Lui" provare forse la mia fedeltá, o meglio… la purezza dell’intenzione, io la chiamerei così. É un po’ una metafora: come oro e argento si prova e si ripulisce nel fuoco, così l’uomo nel dolore e nelle prove si perfeziona. Ecco “Lui” mi ha fatto passare queste prove per ripulirmi e penso che ancora mi sta ripulendo in questi trent’anni e di diventare in quest’arco d’anni sempre più quello che dice l’apostolo: "Lui deve sempre crescere, ed io diminuire". Come ho scritto nell’immaginetta che ho lasciato anche a te, con su scritto: “Tutto posso in colui che mi da la forza” (Fil4,13), ed io non faccio niente da me. Quando io penso di fare di testa mia, faccio soltanto disastri ma quando mi metto nelle mani di Dio e realizzo i suoi progetti, allora sì che si realizza davvero qualcosa. Lei mi chiedeva come nasce la vocazione e le difficoltà di abbracciare questa vocazione: sai che in proposito è nato di recente, nella Missione polacca, anche un programma: Reverendo ho una domanda da fare, dove l'autore chiede ai sacerdoti, suoi ospiti “che cos’è una vocazione, come nasce e com’è vissuta una vocazione”. Ecco Angela, la vocazione è…, sei chiamato, prima di tutto questo, perché se non sei chiamato, non lo fai. È come la leva, quando ti chiamano a fare il servizio militare. Poi c’è…, se corrispondi a questa chiamata. Oggi dobbiamo fare, affinché questa chiamata arrivi alle orecchie dei giovani, perché oggi si fa di tutto per ostacolarli, nel vedere e nel sentire. È come quando vediamo una bellezza e non vogliamo che qualcun altro la veda; come altrettanto una bruttezza, come ad esempio ho letto di recente che nel Summit del G20 tenuto India, hanno messo grandi Banner per non farli vedere la povertá. Ecco, così è anche qua. Oggi, tanti non hanno ne sentito, ne incontrato, ne visto Gesù Cristo. Così, come possono sceglierlo? Se non conosco e non so che esiste una bibita o una pietanza, come posso aver desiderio di berla o mangiarla? Ecco, purtroppo accade questo, che oggi in tanti non vedono Cristo. Devono vedere noi, che lo abbiamo veramente incontrato. C’è una canzone in proposito che fa: “Cristo non ha mani, ha soltanto le nostre mani…, Cristo non ha piedi, ha soltanto i nostri piedi…” l’unica Bibbia che la gente legge ancora è, la nostra vita quotidiana. Penso che questa è dunque la risposta. Dobbiamo essere testimoni di Cristo e i giovani, sono “bravissimi psicologi” e subito ci vedono se noi facciamo gli “attori” o “viviamo davvero”…, loro vedono oltre le maschere! Per quanto riguarda progetti futuri che chiede, le dico che un progetto che é forse nato spontaneamente e penso a maggio, dal viaggio di pellegrinaggio a Lourdes, che riusciamo a fare un “gemellaggio” con la Missione Cattolica Italiana di Pforzheim e fare alcune manifestazioni insieme, incontrarci e aiutarci a vicenda; fare il Pellegrinaggio a Fatima dal 6 al 9 di dicembre e passare così anche la Festa dell’Immacolata proprio lì a Fatima; fare anche qualche conferenza da ambo le missioni e perché no, unirci con le due comunità e festeggiare anche il 6 di gennaio 2024, iniziando da una celebrazione eucaristica, per finire a mangiare tutti insieme davanti ad una grande tombolata; poi vediamo cos’altro ci riserva il futuro e vedo che don Arcangelo Biondo è molto entusiasta, di questa serie di iniziative. Sono felice, in questo giorno di festa collettiva, perché per i miei trent’anni di sacerdozio, ho avuto il rinnovo di tanto affetto e vicinanza da parte della comunità pastorale, dai miei familiari, dai mie amici e pastori. Ci sono liete novità anche nel gruppo del Consiglio pastorale guidato dalla presidentessa Francesca Bonfante. Da poco infatti, nella riunione del consiglio pastorale, abbiamo formato il gruppo chiamato Diaconia- Santa Marta, nominando capo gruppo Annamaria Canfailla. Ho avuto modo di appurare, in diverse occasioni più materiali, (dove ci sono ad esempio queste feste collettive da organizzare, come nel fare e dare alcuni aiuti per gli altri, per le persone bisognose e anche per quello che abbiamo fatto di recente per l’Ucraina) che Annamaria Canfailla è abbastanza brava in questo e non fa pesare tutto su una persona. Ed ecco che ho sia la parte spirituale, sia materiale. Ovviamente, ho dato mano libera di costruirsi un gruppetto senza un limite, affinché non sono sole ad adoperarsi ma hanno l’appoggio di altrettante persone collaboratrici, nella riuscita a meglio di quello che viene fatto per la collettività a livello religioso, sia Giubilare. Vi ringrazio tanto tanto per questa grande accoglienza avuto in questi tre anni, per tutto questo tempo che camminiamo insieme e per la possibilità di continuare a conoscerci. Spero che questo nostro cammino sia sempre più fruttuoso e che veramente tutti quanti possiamo sempre crescere in santità e aiutare anche tutti i nostri connazionali, affinché possono anche loro ritrovare in Cristo la vera gioia, la luce in questi tempi che sembrano molto molto bui e spaventosi ma con Cristo, si vince. Ringrazio tutti, nessuno escluso, anche per avere reso possibile questa bellissima giornata di festa, per i miei trent’anni di sacerdozio che il Signore mi ha regalato; la vostra preziosa presenza con la tua emittente TeleVideoItalia.net Angela e quella del Corriere d’Italia per cui scrivi e per come ogni volta documentate fedelmente assieme a tuo marito Dino Saieva, l’operato delle Comunità italiane in Germania; S.E. Rev.ma Mons. Enrico Dal Covolo, salesiano, che ha accettato di tenere l’omelia e di stare insieme alla mia Comunità che il Signore mi ha dato adesso da guidare. Devi sapere inoltre Angela che, durante il seminario Mons. Enrico Dal Covolo è stato un mio catechista e da prete il mio padre spirituale. Tra le sue tante mansioni e titoli, ha praticato anche esercizi spirituali a Papa Benedetto XVI. Grazie a tutti. “Grazie di cuore e sono venuto ben volentieri per questa occasione. Sono Vescovo da tredici anni, Vescovo titolare di Eraclea e al momento Assessore nel Pontificio comitato di scienze storiche, così collaboro con il Santo Padre, Papa Francesco…”ci dice S.E. Rev.ma Mons. Enrico Dal Covolo “…prima sono stato Rettore della Pontificia dell’Università Lateranense, la così detta Università del Papa e prima ancora, ho avuto l’occasione di essere formatore dei diaconi salesiani (perché io sono salesiano) nell’Unitá Pontificia salesiana …” ci dice S.E. Rev.ma Mons. Enrico Dal Covolo, “… ed è proprio lì che ho incontrato Waldemar e come diacono, l’ho per un anno accompagnato proprio fino al sacerdozio, dal diaconato al sacerdozio. La nostra amicizia e la nostra consuetudine non si è interrotta mai. Per parecchi anni, sono riuscito ancora a proseguire nella direzione spirituale, nei suoi confronti e adesso… siamo un po’ più lontani, ed è un po’ più difficile. Tuttavia, il legame spirituale rimane intatto. E. Rev.ma Mons. Dal Covolo, cosa si porterà di questa grande esperienza vissuta oggi? “Porto con me un senso di chiesa aperta, una chiesa aperta impegnata nella vigna del Signore, nel lavoro e nel lavoro pastorale. Con persone differenti, provenienti da diverse nazioni, qui soprattutto, naturalmente provenienti dall’Italia, dalla Polonia, dalla stessa Germania ma ho incontrato persino una persona che veniva dalla Cina! Insomma, una comunità molto composita che mi ricorda la “cattolicità, l’universalità della chiesa” e l’impegno, lo si è visto nella celebrazione liturgica. L’impegno di tutti, per essere vicini al Signore e utili al Santo Popolo di Dio“. E. Rev.ma Mons. Enrico Dal Covolo, ringraziandola di cuore per aver accettato di dedicare il suo prezioso tempo a noi e alla nostra emittente, come alla comunità del posto, le chiedo pertanto un ultimo saggio, rivolto alla Missione Cattolica Italiana San Giuseppe di Karlsruhe “La mia ultima parola è quella di “camminare sulla strada del Signore”. Proprio come ho detto prima, c’è un’antica ballata irlandese che dice così: "se ogni uomo gettasse un fiore sul cammino del suo prossimo, le strade del mondo sarebbero piene di gioia!" Ecco, in questo momento in cui anche l’Europa è travagliata da una guerra pericolosa, pericolosissima, noi ripetiamo questa parole: "se ogni uomo e ogni donna gettasse un fiore sul cammino del suo prossimo, le strade del mondo sarebbero piene di gioia e di pace!" E. Rev.ma Mons. Enrico Dal Covolo, a nome della comunità italiana e non solo quella in Germania ma di tutto il mondo che ama il cattolicesimo, il pensiero più grande forse va… a come potersi aprire maggiormente alla fede? “la mia risposta è sempre chiarissima e dipende proprio dalla mia vocazione di salesiano, sacerdote, Vescovo e cioè: non bisogna stancarci di educare e di educare sempre ed educare ancora, anche se sembra che i giovani non corrispondono molto in questo momento. Tuttavia, non stanchiamoci di educare “e…” educare non anzitutto con le parole ma anzitutto con l’esempio della vita. Questo è ciò che trascina. Giá lo dicevano i latini: “Verba volant” che significa "le parole volano “exempla trahunt" ”gli esempi trascinano". Ecco, i Santi sono i più grandi evangelizzatori che esistono, perché sono i più grandi testimoni. Non a caso ho citato Santa Maria Faustina Kowalska nell’omelia, l’apostola della misericordia di Dio. Non stanchiamoci di educare la fede, non stanchiamoci di essere testimoni della fede. Ringrazio lei e la sua emittente TeleVideoItalia.net Angela e il Corriere d’Italia per cui scrivi, so che scrive con passione e si spende a dare voce alle comunità. È stato un vero piacere conoscerla di persona, Dio benedica il vostro ponderoso lavoro, di sana comunicazione. Durante l’omelia, S.E. Rev.ma Mons. Enrico Dal Covolo, ha rivolto un saluto particolare al missionario don Waldemar Massel e ai suoi parrocchiani, ricordando con gioia quella vocazione maturata negli anni e invitando tutti a continuare a insistere nella preghiera, affinché questo esempio sia seguito da tanti altri giovani, verso una vita che nel servizio trova la sua piena realizzazione. In occasione dei trent’anni di sacerdozio, don Waldemar ha generosamente regalato ai presenti la cartolina immagine con su scritto un suo pensiero: “Riconoscente a Dio per il dono del sacerdozio, mi affido alle vostre preghiere e vi benedico. Per il bene che ho fatto, sia lode al Signore. Per il male, chiedo scusa.” In questa occasione, sono stati inoltre distribuiti anche una confettata in sacchettini datati e con il nome del festeggiato. Al termine della funzione, don Waldemar Massel e i suoi illustri ospiti si sono uniti al caloroso abbraccio dei presenti e all’accogliente rinfresco preparato con cura, all’esterno della chiesa, dalle sapienti mani delle gioiose e affabili signore della MCI San Giuseppe, guidate con tanta passione dalla presidentessa del Consiglio pastorale Francesca Bonfante e la capo gruppo Annamaria Canfailla. Toccante anche il momento di convivialità avvenuto davanti alla chiesa, specie quando S.E. Rev.ma Mons. Enrico Dal Covolo si è unito senza indugio alla folla, ha fatto selfie, ha tagliato assieme a don Waldemar con grande entusiasmo la torta, brindato con tutti ma soprattutto si è inchinato e abbracciato bambini, ammalati e portatori di Handicap. Grati per l’invito redatto e per averci reso ancora partecipi, rinnoviamo i migliori auguri al Reverendo padre don Waldemar Massel, per i suoi trent’anni di sacerdozio ma soprattutto, per l’inestimabile valore, amore e dedizione con cui continua a servire, con grande impegno e umiltà la sua comunità, ovunque è designato. Il servizio televisivo redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production e visibile sui siti ufficiali di televideoitalia.net/intervistelive e corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Un’altra Mania di Niveo

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Dopo il Premio Lunezia Generazione Z NIVEO reduce da un’estate di appuntamenti live, torna con un brano uptempo, “Un’altra Mania” in attesa di una nuova uscita! Venerdì 29 settembre fuori su tutte le piattaforme digitali “Un’altra mania”. Il brano è una versione completamente nuova di “Mania”, singolo inserito nella tracklist del primo EP di Niveo,” Scarabocchi”, uscito il 30 giugno. “Mania” nasce da una sfida lanciata da Dardust ad Amici: comporre un brano su un suo beat. Pur non avendo vinto, Niveo ammette di esser riuscito nella missione: STUPIRE. Proprio per questo motivo ha scelto di tenere l’anima di quel pezzo e inserirlo nel suo disco. La produzione di questa nuova versione Formica Dischi/ADA Music Italy, dal sound fresh e drum&bass, è stata affidata a Steve Tarta il quale ha aggiunto un tocco di follia andando a rielaborare i suoni del brano aggiungendo dei synth super moderni. "Penso che, in fondo, tutti noi abbiamo “Manie” a tenerci compagnia. Con questa nuova versione vorrei ricordarci, me compreso, di seguire fino in fondo le proprie passioni sorridendo delle nostre piccole manie. Non facendole però diventare ossessioni, mai..." dice Niveo a proposito di “Un’altra Mania”. “Un’altra mania”, accompagnato da un video ufficiale diretto da Marco Mannini per Wet Creative in uscita su Youtube la prossima settimana, chiude quindi l’adolescenza musicale di Niveo (che compirà vent’anni l’8 novembre prossimo) passata dall’esordio come artista di strada ad Amici all’Ep “Scarabocchi” fino ad un nuovo viaggio in vista dell’uscita di un imminente singolo inedito". Marco Fasano in arte Niveo è un cantautore classe ’03 nato e cresciuto in provincia di Pistoia. Viene attratto dalla musica fin da piccolo. Se ne accorgono i suoi genitori quando lo ritrovano a fischiettare e cantare a memoria tutte le canzoni che ascolta. Il primo vero approccio con il mondo della musica arriva a 15 anni quando diventa il cantante di una band nata nella sua scuola. Come per tanti ragazzi della sua generazione il lockdown è per lui un momento surreale ma Niveo, positivo ma anche malinconico per indole, non si perde d’animo e utilizza il tempo a disposizione scrivendo articoli in inglese come lavoro part-time. È così che riesce ad acquistare la sua prima chitarra che impara a suonare da autodidatta. Con questa inizia a comporre per la prima volta delle canzoni e, dopo qualche tempo, viene notato dall’etichetta toscana Formica Dischi che decide di affiancarlo nel suo percorso di crescita musicale. I primi live per le strade di Lucca lo fanno conoscere e apprezzare dalle persone al punto che, qualche mese dopo riesce a comprarsi con i soldi guadagnati una nuova chitarra e un telefono. Le persone lo apprezzano così tanto che, qualche mese dopo, arriva il suo primo vero concerto. Il debutto discografico avviene nella prima metà del 2022 con Occhi e Solo sotto al sole. A settembre dello stesso anno entra nella scuola di Amici di Maria De Filippi dove riscuote un buon successo con il singolo Scarabocchi, canzone che ad oggi conta quasi due milioni di stream sul solo Spotify. Dentro il talent show di Canale 5 Niveo pubblica altri due singoli: Sui sedili della Metro e Passo dopo passo. Non mi va, fuori a inizio giugno, è il brano che ha anticipato il suo primo EP, Scarabocchi, fuori dal 30 giugno per Formica Dischi/Orangle Records con distribuzione ADA Music Italy, per il digitale, e Halidon, per il formato fisico. Nell'estate 2023 Niveo parte con un tour che lo porta a suonare nelle piazze e nei locali italiani con tappe anche al RDS Summer Festival. II 10 agosto dello stesso anno riceve un ambito riconoscimento nazionale: il Premio Lunezia Generazione Z per il valor musical-letterario del brano "Nuvole". Niveo, dal 2023, fa parte della Nazionale Cantanti Italiana. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • La comunità italiana di Calw festeggia la Madonna delle Grazie

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Cultura, devozione e tradizioni da anni è puntualmente rinnovata dalle Missioni Cattoliche Italiane in Germania. Questa volta siamo ospiti a Calw, città rappresentata dal sindaco in carica Florian Kling e dove risiedono oltre seimila e cinquecento mirabellesi, tra la città e circondario, numero iscritto all’AIRE. Domenica 24 settembre, nella chiesa St.Josef a Calw, si è festeggiata la Maria SS. delle Grazie, patrona della Comunità Cattolica Italiana di Calw e di Mirabella Imbaccari (CT), una forte devozione legata dal 1610. Parliamo di altre due città “italo-tedesche” che negli anni hanno siglato un gemellaggio, complice, il forte flusso migratorio iniziato dagli anni sessanta e noi, non decliniamo il generoso invito d’incontrali. La celebrazione eucaristica pontificale e tradizionale processione, è stata presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Calogero Peri, Vescovo della diocesi di Caltagirone, da un decennio è presente al religioso evento; don Marco Casella, parroco della comunità gemellata di Mirabella Imbaccari; don Paolo Politi, parroco mirabellese della comunità di San Cono; don Giorgio che per lungo tempo ha guidato la comunità italiana del posto, don Marek Kluk nuovo parroco della comunità italiana di Calw. L’uscita trionfale e processione della perfetta copia della Sacra Effige di Maria SS.ma delle Grazie di Mirabella Imbaccari e Sacro Cuore, ha visto una folla riunita al solenne evento e processione. Presenti le autorità civili, il console generale d’Italia in Stoccarda Dott. Massimiliano Lagi, il sindaco della città di Mirabella Giovanni Ferro, Aldo Bozzella, presidente del consiglio pastorale della comunità italiana di Calw e che la nostra Redazione TeleVideoItalia.net ringrazia per averci redatto l’invito, su suggerimento di Orazio Cagno; come altrettanto ringraziamo l’ingegnere Dott. Nicolò Bozzella, vice presidente del consiglio pastorale della comunità italiana di Calw, un giovane che oltre a spendersi generosamente e con dedizione per la comunità del posto, ha fornito un grande supporto d'informazione alla nostra Testata, come in veste di traduttore, un prezioso contributo d’intesa a entrambe le autorità civili e religiose, sia quelle italiane ospite, sia quelle tedesche della cittá di Calw. Doveroso ricordare che tra gli ospiti ecclesiastici presenti alla celebrazione di sabato 23 settembre, c’è stato anche il membro del consiglio diocesano Veronika Rais-Wehrstein, il canonico Holger Winterholer e il presidente del consiglio pastorale evangelico Christoph Perrot, cui hanno riservato una breve sosta durante la processione di domenica, fuori, nel piazzale della chiesa evangelica. Per impegni improrogabili antecedenti presi, non è stato possibile avere la presenza del delegato nazionale delle missioni cattoliche italiane in Germania e Scandinavia e editore del Corriere d’Italia don Gregori Milone, alle due diverse se pur importanti feste celebrative che si sono svolte nello stesso giorno e in città diverse ma che per certo, avrà fatto arrivare degli auguri particolari, sia alla Comunità Cattolica Italiana di Calw, in festa per la Madonna Maria SS. delle Grazie, sia alla comunità della Missione Cattolica Italiana San Giuseppe di Karlsruhe, in festa per i trent’anni di sacerdozio del padre salesiano don Waldemar Massel, presieduta da S.E. Reverendissima Mons. Enrico Dal Covolo e che durante la celebrazione, ha aperto una parentesi e speso un pensiero d'augurio anche alla comunità italiana di Calw. “Pima di dire due parole io ringrazio te, voi, la sua emittente TeleVideoItalia.net Angela e il Corriere d’Italia per cui scrive, per questa opportunità e anche per il lavoro mediatico che svolgete. So quanto è prezioso avvolte entrare televisivamente nelle case delle persone che sono sole, che non si possono muovere e che in questo modo e in questo momento si sentono intenzionate e pensate…” ci dice S.E. Rev.ma Mons. Calogero Peri “…questo ci permette di raggiungere più largamente la comunità perché, evidentemente, non tutti possono raggiungerci qui a Calw. Oggi ripensando questa mia ripetuta visita, questa città, queste persone, questi amici, mi sono reso conto che dal 2011 (eccetto due o tre anni tra causa Covid e impedimenti) sono venuto tutti gli anni…” prosegue S.E. Rev.ma Mons. Peri ai nostri microfoni “…e devo dire, fin dall’inizio, ho sentito tante cose e non solo il calore e l’affetto di chi ti accoglie ma anche la nostalgia di persone, alcune che hanno dovuto in un certo senso essere costretti dalla ricerca del lavoro, dalla ricerca di un futuro a lasciare la loro terra, la Sicilia nonostante l’amore e l’affetto. Da quel momento si è creato davvero un feeling, un rapporto molto bello, intenso. Qui ho conosciuto tantissime famiglie e momenti belli. Ho partecipato alle gioie e ai dolori di questa comunità. Come in tutte le espressioni della nostra vita, non sempre c’è la luce, avvolte ci sono anche le ombre. Avvolte, si fanno dei passi in salita, avvolte la vita sembra sorriderci un po’ di più. Quest’anno, in un certo senso mi è mancata questa visita perché, è vero che uno viene e cerca di dare una parola, un conforto, un aiuto, un sostegno ma devo dire sempre che uno riceve tanto di più. Riceve la bellezza di una vita impegnata, la vicinanza, la relazione e l’affetto di persone che evidentemente qui, stanno scommettendo la loro vita, le loro presenze e il loro futuro. Questo lo abbiamo fatto e lo facciamo sempre attorno a questa immagine della Maria SS. delle Grazie, venerata nel nostro comune della nostra diocesi di Mirabella Imbaccari perché, come sempre, è la Madre e il luogo dell’Unità. É Lei che raccoglie a casa i figli, ed è bello che attorno a Lei tutti ci sentiamo figli, fratelli e quindi le relazioni si modificano rispetto a quello che normalmente viviamo, perché ognuno evidentemente si colloca e si ambienta nella sua famiglia, qui in chiesa, sotto il Manto di Maria, come abbiamo ricevuto come dono dalla croce da Gesù Cristo morente, nella figura di S. Giovanni “ecco tua Madre, ecco tuo Figlio”. Da quel momento siamo diventati una sola vera grande famiglia. Riscoprire allora questi legami che non sono di sangue ma di Spirito Santo, sono di profondità, sono appunto relazioni autentiche che solo Dio nostro Padre, Padre comune ci può dare, è un’esperienza molto bella. Ecco perché, in questi tre giorni che ci hanno preparano la festa, abbiamo fatto tante piccole cose ma significative per una comunità. Abbiamo meditato insieme il rosario, c’è stata la celebrazione, l’unzione degli infermi, per le persone che hanno una malattia, un disagio, momenti di silenzio, di adulazione, di raccoglimento, una catechesi perché queste persone, come dappertutto, hanno bisogno anche di una riflessione diversa da quelle che normalmente o giornalmente ascoltano dai media o da altro. Ecco, la riflessione sul senso della nostra vita come figli di Dio, come comunità cristiana, che annunzia, porta il vangelo, che fa parte della nostra chiesa, che testimonia in questo mondo una speranza che alcune volte non si vede, un futuro che tante volte neppure s’intravvede. Insomma, mi sembra un tempo molto pieno, specie perché è arrivata una grande rappresentanza in Pullman da Mirabella Imbaccari, dove il parroco e il sindaco sono andati ad accoglierlo e infine, per questa festa, per la comunità dove tanti si ricongiungono con i parenti, altri faranno un’esperienza unica in un posto e nazione diversa. Ritroveranno parte delle loro tradizioni, del loro passato e si diventa per davvero una comunità che non ha uno spazio definito, semplicemente qui o lì in Sicilia ma ci si rende conto che le relazioni vere e autentiche superano anche le alpi, i nostri confini e qualsiasi steccato noi ci mettiamo nel mezzo. Ho sempre visto anche questa festa, come un momento di testimonianza che la comunità cristiana italiana offre a queste città…” continua S.E. Rev.ma Mons. Peri “… perché cosa abbastanza insolita, almeno in Germania, c’è anche una processione in cui si porta il Simulacro della Madonna in giro, per le strade principali di Calw. È un aspetto ecumenico che tengo a sottolineare che, l’immagine della Madonna, entrerà (mi auspico) nelle chiese degli evangelici e li, il Pastore, darà un saluto come io lo darò a quella comunità. Anche perché dobbiamo, come dicevo, superare gli ostacoli storici, setacci che magari portiamo dietro, ci portiamo dentro e sentirci per davvero famiglia umana e soprattutto i credenti in Cristo non dovrebbero avere nessun tipo di barriera, di ostacolo e riconoscere ognuno nell’altro la bellezza di un cammino e percorso che storicamente si è definito, che si è incanalato in un certo modo ma questo non ci deve impedire di sentirci adesso, nel presente, veramente tutti fratelli e sorelle. Quindi, ci sono tante sfumature che rendono questi giorni significativi. Aggiungi a questo Angela, anche i momenti di familiarità, di convivialità di tutta la comunità, o le occasioni e opportunità che abbiamo di visitare famiglie. Un particolare ringraziamento do al nuovo parroco padre Marek Kluk che sta prendendo e vivendo la festa, anche se mi sembra che sia entrato abbastanza, anzi direi molto bene nello spirito e nella sensibilità di noi italiani, persone del Sud. Lui, come religioso, aveva avuto modo di conoscere l’Italia e il sud Italia e quindi posso dire: da polacco, forse sembra essere distante dalla nostra mentalità ma per il percorso di esperienza di vita che ha fatto, è molto dentro allo spirito e alla sensibilità della nostra cultura. In pochi giorni si condensano tanti avvenimenti, tanti fatti. Situazioni in cui abbiamo veramente la possibilità e ancora una volta, di portare qualcosa del calore del nostro Sud, della nostra Italia ma nello stesso tempo di respirare un orizzonte diverso, proprio di persone che in questa terra stanno contribuendo al suo sviluppo e progresso. Ecco quindi, mi sembra molto bello sottolineare come sempre le cose che ci uniscono, nonostante nella diversità uno potrebbe sottolineare più le differenze, mentre invece le differenze noi le vogliamo mettere allo stesso tavolo. La convivialità delle differenze per costruire un’unità ricca, in cui ciascuno porta il suo specifico, la sua particolarità e tutti insieme testimoniamo. Me lo auguro di riuscirci a questo nostro tempo. Una speranza che solo la luce di Gesù Cristo ci può dare. Nel nostro Paese sembra una cosa normale, una festa patronale, il coinvolgimento di tutta la città e amministrazione, espressioni ed esperienze che in una convivenza cittadina si possono vivere; mentre in terra tedesca, sembra invece un’esperienza in un contesto molto più ampio. Qui si tratta più di una testimonianza in una città che ha una sua impostazione, una sua visione della vita, del mondo e della realtà e quindi penso che è molto significativo chiedersi quale tipo di messaggio e volto diamo del cristianesimo, come gli altri ci leggono e ci interpretano, come sentono e avvertono la nostra presenza. Ecco perché si spostano dei sacerdoti, la comunità, il sindaco, il vescovo, perché anche in questo territorio si tenta di mostrare che i cristiani hanno un messaggio da donare. Per questo penso che ci siano delle differenze di emozioni. Quello che ci unisce però è che lì, come qui, vogliamo che la luce di questa esperienza possa guidare e illuminare sempre i nostri passi, soprattutto nei momenti di difficoltà, quando il cammino si fa buio, quando ci sono delle incertezze, quando per davvero il futuro si fa vago come in quello in cui stiamo per vivere e nel quale sappiamo che ci sono tante ombre. È ancora più pesante e pesa anche sull’esperienza ma anche sulla sensibilità di tutti, quello della guerra così vicina, che pensavamo non dovesse più toccare l’Europa. Abbiamo bisogno allora e proprio in questo momento che tutti insieme testimoniamo la speranza e credere che nonostante tutto e quando dico “nonostante tutto” significa nonostante la nostra debolezza, o i nostri egoismi, il meglio finirà sempre per accadere perché, a garantirlo non siamo noi ma per nostra fortuna è un Dio, dove tutto ciò che vuole lo compie in cielo e sulla terra. Con questa speranza quindi, vogliamo dare anche quest’anno un messaggio di luce e di pace a tutti, specie a chi causa questo conflitto, stanno subendo i disagi più pesanti e forti….” termina S.E. Rev.ma Mons. Peri “…di questo fine settimana, sicuramente cercherò di portare dietro le relazioni, alcune che si creano nuove, altre che si rinsaldano e questo ti fanno capire che forse di questo mondo poi, non soltanto di questa esperienza ma in generale nella vita, non ci porteremo nulla se non le relazioni e l’amore che abbiamo messo negli incontri che abbiamo fatto. Il saluto lo vorrei dare a tutti, principalmente a coloro che materialmente pur volendo, non potranno partecipare a questa festa e vivranno di ricordi e nostalgie. Noi sappiamo che nel momento delle feste, le mancanze, i lutti, le difficoltà, le ferite sanguinano e mostrano più dolore. A tutti, vorrei dare un messaggio di speranza. Maria ci dice di non scoraggiarci, che la festa può continuare come ha fatto “Lei” quando a Cana di Galilea viene a mancare il vino. Ecco la metafora, perché dico sempre, a tutti ci manca qualcosa, perché la nostra gioia ed entusiasmo possa essere a pieno. Lei ci ha detto che una soluzione c’è e di ascoltare quello che suo ”Figlio” ci dice. La parola d’incoraggiamento che io vorrei dire a tutti è: non preoccupiamoci se avvolte noi non riusciamo ad intravvedere in questo tempo e situazione una soluzione, la soluzione c’è. La speranza non la dobbiamo mai perdere perché, per davvero, c’è qualcuno che ci dice che ci fa compagnia. “ Anzitutto é un piacere rincontrare voi e la vostra emittente TeleVideoItalia.net in questa manifestazione a cui tengo particolarmente, tanto da segnare nella mia aggenda di appunti un'anno prima, questa data religioso e soprattutto di unione collettiva. É un onore e un piacere per me per il terzo anno consecutivo essere a Calw, per festeggiare insieme la Madonna Maria SS.ma delle Grazie …” ci dice il dott. Massimiliano Lagi, console generale d’Italia in Stoccarda “…è soprattutto per la comunità di Calw e dintorni, perché poi vengono un po’ da tutte le regioni in particolare per gli amici di Mirabella Imbaccari e che vengono persino dall’Italia, per partecipare a questa bella iniziativa e tradizionale festa religiosa. “ Un saluto che esprimiamo con il cuore, perché celebrata la festa di Maria SS. delle Grazie, è un’occasione per non soltanto e semplicemente ritrovarsi per stare assieme…” ci dice don Marco Casella, parroco di Mirabella Imbaccari “…ma è all’insegna del cammino di fede che portiamo avanti Maria. Ecco quindi, attraverso questa festa, possa giungere a ciascuno la benedizione di nostro Signore, per mezzo di Maria SS.ma delle Grazie”. “ Quello che ogni anno mi porto, è tanta emozione e nel lasciare annualmente la cittadina di Calw, la comunità cattolica di Calw ci portiamo dietro e prendiamo sempre quell’impegno di fare qualcosa di più l’anno prossimo…” ci dice Giovanni Ferro, sindaco della città di Mirabella “…quest’anno l’abbiamo fatto realizzando un gruppo di pellegrini che sono arrivati proprio da Mirabella Imbaccari. Il prossimo anno e ogni anno il nostro impegno deve essere sempre presente e non stancherò mai d’invocarlo anche ai miei concittadini che vivono in terra tedesca, perché questa tradizione qui in Germania è qualcosa di veramente eccezionale. Questo gemellaggio che è nato fra la nostra chiesa Maria Santissima delle Grazie e la chiesa di St.Josef di Calw, è qualcosa veramente che supera la normalità. Soprattutto perché, questa festa celebrata dopo un mese esatto (perché noi, nel mese di agosto, la celebriamo proprio nel Comune di Mirabella Imbaccari) torniamo qua a Calw, dove la nostra Madonna Maria SS.ma delle Grazie, la nostra protettrice, esce fuori per benedire i suoi concittadini che magari non hanno avuto la possibilità, nel mese di agosto, di tornare per le ferie. Noi siamo qua, come istituzione, dobbiamo mantenere il nostro impegno. L’impegno che dobbiamo mantenere noi, affianco della comunità cattolica, è quella di trasmettere queste grandi tradizioni alle nuove generazioni perché, solo se riusciamo a trasmettere queste tradizioni e devozioni alle nuove generazioni, sicuramente le nostre radici saranno sempre più forti. Quel filo che lega la comunità che vive in Germania, con quella che vive a Mirabella Imbaccari, sarà un filo più forte e robusto che ci legherà sempre e questo non può che far bene a tutti i mirabellesi residenti a Calw, nel mondo e perché no, a tutti gli italiani che vivono in Germania. Grazie. “Sono veramente emozionato. Sono arrivato in Germania appena dieci mesi fa e quindi, tutto per me è nuovo.…” ci dice don Marek Kluk nuovo parroco della comunità italiana di Calw “…quello che sin dall’inizio mi ha colpito e che ho trovato qui, è questa spiritualità. La maggioranza dei membri, proviene da Mirabella Imbaccari e qui si sentono come una famiglia, si conoscono tutti. Pensi che, quando incontro un italiano per strada, non chiedo più di dove proviene, perché so già che è un mirabellese. È la prima volta che partecipo e che stiamo organizzando insieme questa festa della Madonna Maria SS. delle Grazie e mi ha colpito il legame che c’è tra Mirabella Imbaccari e i mirabellesi di Calw. Peraltro c’è la presenza di S.E. Rev.ma Mons. Peri che dal 2011 viene qui, a celebrare la Santa Messa, come altrettanto sono arrivate le autorità civili e religiose e i pellegrini di Mirabella Imbaccari. Nonostante la distanza, c’è questo legame forte tra loro, che li porta ad affrontare ogni volta tutti questi chilometri, proprio per stare insieme e questo è straordinario. Quello che per me è importante dunque, è tenere sempre vivo e fortificare questo legame tra le parrocchie gemellate. Cercherò sempre di tenere conto di non perdere la vicinanza e questo legame che è bello ed è importante, soprattutto perché è la Madonna Maria SS. delle Grazie che unisce questa gente. A nome della comunità italiana di Calw ringrazio S.E. Rev.ma Mons. Peri, tutte le autorità civili e religiose di Mirabella Imbaccari e quelle nostre locali, tutti quelli che hanno reso possibile questa festa, la sua emittente TeleVideoItalia.net Angela e il Corriere d’Italia per cui scrive, per avere accettato il nostro invito, per il servizio tv stampa che avete realizzato e il tempo che ci avete dedicato in questi giorni.” “Sono in Germania dal 1965 e di chiesa ne sapevo poco. Nell’83 ho conosciuto il missionario di allora e l’assistente sociale Cisco Berardo e da quel giorno è incominciata la mia vita spirituale, nell’allora detta missione e oggi Comunità Cattolica Italiana… “ ci dice visibilmente emozionato Aldo Bozzella, presidente del consiglio pastorale della comunità italiana di Calw, nonché un connazionale che porta visibilmente i segni della storia vivente dell’emigrato e in grado di raccontare l’emigrazione, perché l’ha vissuta, ha visto i suoi cambiamenti e l’evoluzione dell’emigrato “…avevo appena tredici anni e non sapevo cosa significava essere all’estero. Per me l’estero era l’andare a lavorare, non andare a scuola. È stata una vita travagliata tra lavoro e trasferimenti, da Calw al Lago di Costanza, a Ravensburg e ritorno a Calw. Nel ’76 ho conosciuto mia moglie, fatto la “fuitina” ci siamo sposati. Ho due figli e quattro nipoti, mi sono integrato bene…” segue il racconto Aldo, anche se i suoi occhi si colmano di lacrime, segno indiscutibile di chi sorride con la bocca ma piange col cuore, lo incoraggiamo e a fatica lui riprende il racconto “…è difficile sai, scusatemi. Dal 1985, d’accordo con il missionario di allora e tanti connazionali, molti ormai scomparsi, abbiamo incominciato a festeggiare la festa della Madonna Maria SS. delle Grazie a Calw, non potendo scendere a vederla a Mirabella, perché le ferie scolastiche non combaciavano con la festa che cade alla quarta settimana di agosto. Legati dal profondo credo allora, lo abbiamo fatto a Calw e i primi quattro anni con una figura. Nel 1989, padre Iurato della comunità di Mirabella e l’all’ora sindaco Filippo Siciliano, ci portò un bellissimo dipinto a olio, fatto dalla pittrice Dott.ssa Ida Pace e lo tenemmo per vent’anni. Dopodiché, padre Angelo Gerardi di Mirabella Imbaccari, ci portò una copia della nostra Madonna e il dipinto a olio è ancora oggi ben custodito. Il resto e storia. Suggestivo è il credo di fede collettivo che da decenni, i mirabellesi, esternano oltre i confini dell’Italia per la loro patrona SS.ma Maria delle Grazie. Per le strade della città di Calw echeggia nell’aria ancora il “Viva Maria” che commuove, accompagnata in grande stile, dalla banda musicale comunale di CalwCity and Youth Band fondata nel 1665 e che coinvolge per antonomasia chiunque. Essa rappresenta la grande città del distretto di Calw, nelle occasioni ufficiali e serve a preservare, mantenere e promuovere la musica degli ottoni. Le comunità italiane dunque, sono destinate a lasciare un segno indelebile e una continuità per le generazioni future, impegnate a tramandare le proprie tradizioni e il loro credo ovunque si trova. Il servizio televisivo redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production e visibile sui siti ufficiali di televideoitalia.net/intervistelive e corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Di notte di Mariano Apicella dedicato a Silvio Berlusconi

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Il 29 settembre, in occasione del giorno di nascita di Silvio Berlusconi, l’artista esce con il suo nuovo album "Di Notte". Un omaggio all’amico di sempre. Un album romantico fra inediti e grandi classici della canzone napoletana e italiana. “La nostra è stata un’amicizia e una intesa artistica…” dice Mariano Apicella “…di grande spessore e voglio omaggiare Silvio Berlusconi con questo mio nuovo progetto discografico che lui stesso ha visto germogliare. Quando nel 2001 ci siamo conosciuti all’hotel Vesuvio di Napoli..." prosegue Apicella "...il Presidente era seduto a uno dei tavoli del ristorante ed io cantavo nella sala con la chitarra a tracolla. Ho ricevuto i suoi complimenti; da allora nacque un sodalizio che solo la morte è riuscito a spezzare, ma le canzoni vanno oltre.” Da oggi, 29 settembre, è in rotazione radiofonica il brano Di notte, che dà il titolo all’album, disponibile in tutti i negozi digitali e le piattaforme streaming. Il brano, come del resto l’intero album, si permea su quella classicità che ha fatto grande la canzone napoletana e il melodramma. Mariano Apicella con la classe che lo contraddistingue racconta, come un menestrello, la grandezza dell’amore e degli innamoramenti, fra luci e ombre: proprio “di notte” l’amore compie le suggestioni più autentiche e magnetiche. L’album contiene, fra gli altri, pure il brano Meglio ‘na canzone, scritto con Silvio Berlusconi, riarrangiato e reinterpretato per questo lavoro. Il brano è accompagnato dal videoclip. Di Mariano Apicella ricordiamo gli album: “Meglio ‘na canzone” del 2003 e “L’ultimo amore” del 2006 i cui testi sono scritti da Silvio Berlusconi e Loriana Lana. Nel 2008 si esibisce al Salone Margherita di Roma nello spettacolo de Il bagaglino "Partiti... di testa" nel quale interpreta alcune delle più famose canzoni napoletane. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Marco Mengoni rinnova con Sony Music Italia

    © by TeleVideoItalia.de Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Sony Music Italia annuncia oggi, 21 settembre 2023, il rinnovo del contratto con Marco Mengoni, artista punta di diamante della major discografica che ha raggiunto quest’anno dei traguardi unici: 13 anni di carriera, 77 dischi di platino, 2.2 miliardi di streaming, 8 album in studio e 10 tour live. “Talento, dedizione, creatività e innovazione: tutto questo è Marco Mengoni, un artista con caratteristiche che rappresentano perfettamente anche il DNA di Sony Music…” commenta il Presidente e CEO Sony Music Entertainment Andrea Rosi “…dall’inizio della sua carriera nel 2009 abbiamo percorso insieme un viaggio colmo di successi e soddisfazioni, i numeri parlano chiaro; ma non è solo questione di numeri, siamo veramente orgogliosi che Marco e il suo team ci abbiano ancora scelto come partner per il futuro, la strada è ancora lunga e sarà piena di musica meravigliosa”. Marco Mengoni, cantautore protagonista della scena musicale italiana, è reduce dalla pubblicazione di Materia (Prisma), l'ultimo album della trilogia cinque volte platino MATERIA, e dalla vittoria della 73esima edizione del Festival di Sanremo con “Due vite”, 4 platini e oltre ottantacinque milioni di visualizzazioni per il video, con cui ha incantato nuovamente tutta Europa, dopo la sua prima volta nel 2013,  all’Eurovision, conquistando il 4° posto e il premio per la miglior composizione. Il 2023 gli ha portato anche la vittoria del Nastro D'Argento per la miglior canzone originale con "Caro amore lontanissimo" , inedito di Sergio Endrigo. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Bella Senorita di The Fuzzy Dice e Pamela Petrarolo

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Storia di un inedito incontro. Da oggi, venerdì 15 settembre, è disponibile su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo dei The Fuzzy Dice & Pamela Petrarolo, Bella Señorita prodotto da Andrea Fresu per Keep Hold s.r.l.e Starpoint Corporation Srl e scritto da Emiliano Palmieri e Anna Muscionico. Dopo un lungo tour estivo con un calendario ricco di concerti, eventi e musica, il complesso abruzzese è pronto a far ballare ancora, reinterpretando le sonorità vintage che tanto amano, senza tuttavia rinunciare alla loro anima Rock ‘n’ Roll. La band è composta da Teddy Di Ubaldo (voce), Lorenzo Fantini (piano), Matteo Fantini (contrabbasso), Filippo Del Piccolo (chitarra) ed Elvis Di Natale (batteria). Bella Señorita è un brano travolgente, fresco e ritmato, che nasce dall’inedito incontro delle sonorità vintage dei The Fuzzy Dice e il pop più moderno anni ’90 di Pamela Petrarolo, per quello che si preannuncia come un vero tormentone fuori stagione, risultato di una commistione ricca di sfumature e di ricerca, con l’unione di sonorità e generi differenti. Possono incrociarsi e coesistere due mondi distanti tra loro? Non sempre è facile e generalmente diremmo di no, ma in questo caso ci troviamo di fronte ad un fortunato incontro in musica dove la band abruzzese, pioniera della musica anni ’50 e ’60, si unisce ad uno dei volti storici di Non è la Rai: Pamela Petrarolo che dichiara: “Bella Señorita è frutto di una collaborazione sicuramente non scontata, ma devo ammettere che mi hanno convinta in fretta con il loro entusiasmo ed un brano che mi è piaciuto subito; i Fuzzy Dice sono un gruppo molto energico e talentuoso e per me è stato un vero piacere; il brano molto orecchiabile e frizzante, è capace di coinvolgere trasversalmente il pubblico e credo che possa far ballare generazioni diverse". Il brano, una ballad dal ritornello accattivante e ritmato, racconta di un amore fugace, una storia radicata nel passato e ricordata con affetto, sentimento, passione e nostalgia. Un amore mai dimenticato che riemerge con forza tra sonorità classiche, ricordi, immagini, diapositive e attimi condivisi. “Il brano rievoca le sonorità vintage anni ‘50 alle quali siamo legati, ma con un tocco di modernità in un mix tra nostalgia e innovazione. “Il testo…” raccontano i The Fuzzy Dice “…è la storia di un fugace incontro nel quale due persone, innamorate, capiscono quanto possa essere pericoloso il loro sentimento. Nel ritornello viene fuori il lato bello del rapporto e il ricordo nostalgico dei momenti passati insieme che non potranno essere dimenticati. È stato un incontro fortuito e fortunoso quello con Pamela, che non conoscevamo personalmente, ma quando ci siamo incontrati, c’è stata un’immediata alchimia reciproca. Prima di accettare, forse un po' titubante, ha voluto ascoltare il brano, ma poi ha sposato con entusiasmo il progetto. È vero, facciamo parte di generi artistici diversi, ma abbiamo unito il Rock ‘n’ Roll al suo mondo più moderno, creando così un qualcosa di nuovo”. Insieme al brano, è disponibile anche il video, mentre come protagonisti troviamo i The Fuzzy Dice, la stessa Pamela Petrarolo, Alice Pea, i ballerini dello Swing Bullets e come Special Guest Marco Zingaretti. La location scelta è quella del Bolla Mare del Roseto degli Abruzzi. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Minturno Musica Estate diciassettesima edizione

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Insieme sotto le stelle con Minturno Musica Estate. Giovedì 31 agosto alle ore 21.00 in Piazza Portanova a Minturno, torna la diciassettesima edizione di Minturno Musica Estate 2023, inserito nella programmazione dei festeggiamenti in onore di Maria SS. Delle Grazie, patrona principale della Città di Minturno. L’evento è patrocinato dall’Associazione Fonografici Italiani (A.F.I.), dal Comune di Minturno, dalla XVII Comunità Montana Lazio, dalla Proloco di Minturno e da RTG Telegolfo. Radio Italia anni 60 sarà la Radio Partner che seguirà in diretta l’intera serata con curiosità da dietro le quinte. Gold TV – Lazio TV seguirà l’evento con le telecamere del “Festival Italia in musica” in compagnia di Paola Delli Colli. La Direzione artistica di Minturno Musica Estate 2023 è curata dal Manager Pasquale Mammaro che presenterà la serata insieme a Sergio Cerruti, Presidente di A.F.I, con la partecipazione di Ilenia de Sena, giornalista sportiva diTelelombardia e conduttrice di Business TV 24. Pasquale Mammaro, manager lungimirante che negli ultimi Festival di Sanremo ha accompagnato al successo artisti come Il Volo, Diodato, Tananai, Orietta Berti, Rettore e i Cugini di Campagna, da vero padrone di casa dichiara: “Anche quest’anno ho scelto per Minturno Musica Estate 2023 grandi nomi del mondo della musica, della TV e dello spettacolo, con la possibilità come sempre, di sorprendere con qualche sorpresa dell’ultima ora. Siamo ripartiti l’anno scorso con entusiasmo e il successo tributato all’evento da pubblico e stampa ci ha incoraggiati a fare ancora meglio. Siamo innamorati della musica e convinti della sua forza che supera qualunque distanza. Il mio impegno è - e sarà sempre - affinché possa arrivare a tutti e ciascuno. Questo appuntamento, legato ai festeggiamenti in onore di Maria SS. Delle Grazie, patrona della città di Minturno, mi è particolarmente caro e sono davvero felice di farne parte”. Tra i grandi artisti ospiti saliranno sul palco del Minturno Musica Estate 2023, i Jalisse reduci dall’isola dei Famosi, Enzo Avitabile, Carlo Marrale e Silvia Mezzanotte, Antonio Maggio, Maninni, Francesco Boccia, Il Giardino dei Semplici, Valerio Liboni dei Nuovi Angeli, Ryan Paris, Luigi Fontana con il ricordo di Jimmy Fontana, Marco Rettani e ancora Marc, i The Fuzzy Dice feat Pamela Petrarolo e Grandine. La serata sarà rallegrata dalla comicità di Lino Barbieri. Il Premio speciale Minturno 2023 sarà consegnato a Carlo Marrale; il Premio A.F.I. alla carriera 2023 sarà consegnato ai Jalisse; una menzione speciale A.F.I.ai Cugini di Campagna per i primi 50anni di Anima Mia. La musica sarà come sempre la vera protagonista della serata con l’Orchestra diretta magistralmente dal M° Michele Pecora che suonerà dal vivo, per una serata davvero speciale. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • don Gregorio Milone nuovo delegato delle MCI in Germania e Scandinavia

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Lo scorso 14 dicembre si era chiusa la consultazione, tra il personale assunto nella pastorale delle nostre Comunità, per individuare le possibili candidature alle cariche di Delegato Nazionale e del rispettivo Vice Delegato. Ebbene, la Conferenza Episcopale Tedesca ha nominato Don Gregorio Milone della Diocesi di Limburg, quale nuovo Delegato delle Missioni Cattoliche Italiane in Germania e Scandinavia, quindi anche della Redazione del Corriere d'Italia e dell’Ufficio Udep, la rinomata testata che ha compiuto proprio quest’anno settant’anni di devoto servizio stampa per la comunità italiana in Germania. Il Reverendo Padre Don Gregorio Milone sostituisce così il Reverendo Padre Tobia Bassanelli che le ha guidate per dieci anni. Don Gregorio Milone, dopo il servizio pastorale a Esslingen / Wernau si è congedato il 29 settembre dalla sua Comunità e ha lasciato anche la carica di Coordinatore della Zona Sud, per essere ufficialmente introdotto dalla Diocesi il 13 ottobre a Limburg. Il risultato dello spoglio delle schede spedito al Reverendo Don Giovanni De Robertis, Direttore Generale della Migrantes, che si é consultato a sua volta con S.E.R. Mons. Gian Carlo Perego presidente della Cemi A.E. e che ha mandato la proposta di nominativi della Migrantes al Nationaldirektor dr. Lukas Schreiber, ha visto nei primi tre posti il Delegato Don Gregorio Milone con ventisette voti, Don Giuseppe Cagnazzo con ventiquattro e il Reverendo Don Pierluigi Vignola con venti, mentre come vice-delegato p. Gelsomino Antonio con ventuno voti, don Marek dieci e don Gregorio Milone con nove. Congratulazioni sono arrivate da parte di S.E.R. Mons. Georg Bätzing, presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, al delegato uscente Reverendo Padre Tobia Bassanelli che gli scrive: dopo dieci anni di lavoro come Delegato per i cattolici di lingua italiana in Germania, le esprimo il mio sincero e cordiale grazie per il suo generoso impegno. La ringrazio per la sua testimonianza di sacerdote a pieno servizio nella pastorale migratoria, aggiungendo che, una sua preoccupazione centrale è stata sempre di render chiaro che le Comunità di lingua italiana sono un’arte integrale delle varie diocesi. Nell’ambito delle sue possibilità ha sempre cercato di affrontare i temi e i progetti della Conferenza Episcopale Tedesca e di coinvolgere i cattolici italiani in una costruttiva partecipazione. Vanno inoltre gli auguri della Fondazione Migrantes al nuovo delegato delle Missioni Cattoliche Italiane in Germania e Scandinavia, Reverendo Don Gregorio Milone, come ringrazia l'uscente Reverendo Padre Tobia Bassanelli per il servizio prestato a fianco dei nostri connazionali. Amato, stimato e seguito dalla comunità e non solo, ricco di entusiasmo pastorale Don Gregorio Milone si è distinto non solo per la sua generosa umiltá verso gli altri e gli ultimi ma anche per le innumerevoli idee, iniziative e progetti comunitari e sociali portati a segno per i nostri connazionali italiani in Germania. Tra le tante citiamo l’idea di aiutare i disoccupati a trovare lavoro in Germania. Un Progetto rivolto a giovani e adulti fortemente motivati, denominato “Pozzuoli-Esslingen” tra reciprocità e lavoro, incontro e accoglienza tra Chiese sorelle. L’idea è nata da don Giuseppe Cipolletta, responsabile dell’area Mondialità della Caritas Diocesana di Pozzuoli e dallo stesso Reverendo Don Gregorio Milone, sacerdote in servizio per le Missioni Cattoliche di Lingua Italiana nel mondo. Giunga pertanto al Delegato uscente Padre Tobia Bassanelli, un affettuoso abbraccio e ancora un grazie particolare per tutto quello che ha fatto nei suoi anni di mandato pastorale a favore delle cominitá italiane e in particolar modo per l’attenzione data alla nostra emittente TeleVideoItalia.net, attraverso il Reverendo Padre Don Massel Waldemar di Karlsruhe, in occasione della nostra venuta per documentare l’Intitolazione della sua MCI a San Giuseppe e un augurio di continuità perché, come detto nella recente intervista a lui redatta” la vocazione non va mai in pensione”. Altrettanto, siamo lieti di avere incontrato, nel nostro cammino mediatico, pure il Reverendo Padre Don Gregorio Milone, in occasione della Passione Vivente con il Cristo “da lui stesso interpretato” e portata in scena anni fa anche Pforzheim, con il suo gruppo teatrale pastorale, per forte volere del presule salesiano emerito della MCI di Pforzheim Don Santi Mangiarratti. Per la nomina al nuovo Delegato nazionale delle Missioni Cattoliche Italiane in Germania e Scandinavia dunque, gradisca Reverendo Padre Don Gregorio Milone anche l'espressione dei nostri sentimenti deferenti, a Lei i nostri più sinceri auguri per il suo nuovo compito. Con rispetto e devozione in Cristo, la Redazione TeleVideoItalia Angela Saieva. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Festa dell'Antica Pizza Cilentana e il Premio Nazionale Giungano Cilentum

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. E’ in corso, fino all’11 agosto 2023 la Festa dell’Antica Pizza Cilentana a Giungano (Sa). La diciassettesima edizione, dopo l’enorme successo dell’anno passato, vedrà la seconda attesissima edizione del Premio Giungano, nato per celebrare un territorio unico con il patrocinio della Regione Campania, del Comune di Giungano, L’Unione dei Comuni Paestum - Alto Cilento e del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. La seconda edizione del Premio Giungano quest’anno ha deciso di stupire grazie all’incredibile lavoro del suo direttore artistico, Michele Pecora coadiuvato dall’istrionica Melissa Di Matteo portando sul palco, in un vero viaggio nella musica popolare e contemporanea, artisti del calibro della Nuova Compagnia di Canto Popolare e il ritorno in Italia di Mario Reyes dei grandissimi Gipsy Kings. Grande soddisfazione per Michele Pecora che nel presentare l’edizione 2023, dichiara: “Siamo partiti l’anno scorso con questa nuova avventura che, al di là delle più rosee aspettative, ha riscosso un notevole successo e gradimento da parte del pubblico e della stampa nazionale, regalandoci la voglia di superarci ancora. Quest’anno ci saranno ospiti internazionali che celebreranno la Musica e le sue meravigliose contaminazioni, per serate che saranno la cornice perfetta alla Festa dell’antica Pizza Cilentana ormai famosa su tutto il territorio nazionale”. Una vera parata di stelle per la seconda edizione del Premio Giungano a partire da Mario Reyes che, con i Gipsy Kings, famosi in tutto il mondo, ha fatto ballare intere generazioni. Un’amicizia speciale lo lega a Michele Pecora: “Sono sette, otto anni che non torno in Italia, un paese che amo molto con la sua “dolce vita”, molto simile alla nostra gipsy. Sono un grande fan della musica italiana che mi incanta da sempre e ho una grande ammirazione per gli artisti che la rappresentano. Ho avuto tante belle esperienze: sul palco di Sanremo con Little Tony è stato bellissimo suonare il suo rock’n’roll, in studio, non posso dimenticare il lavoro con il grande Paolo Conte che per prima cosa, mi disse “Mario, devi sentirti libero, improvvisa, lascia che la tua chitarra si esprima liberamente come con la tua musica gipsy” e poi la grande emozione per la collaborazione con Andrea Bocelli, uno dei più grandi artisti del mondo con cui ho inciso Sin Tu Amor e condiviso bellissimi live in New York. Sono davvero felice che mio fratello Michele mi abbia invitato a questo prestigioso Premio, l’occasione giusta per portare di nuovo in questo meraviglioso paese, un po' della mia musica gipsy!” A rendere assolutamente indimenticabile la diciassettesima Festa dell’Antica Pizza Cilentana, ha aperto la kermesse, Antonio Amato Ensemble la voce della Notte della Taranta seguiranno poi Ciccio Merolla, i Tarantolati di Tricarico, Le Ninfe della Tammorra e la cilentana Piera Lombardi. Antonio Amato dichiara: “è stato molto bello portare la nostra musica popolare a Giungano, con il repertorio di pizziche del Salento, le ballate e tutto il nostro canto popolare salentino. Con tutta la formazione al completo, lo spettacolo è stato condiviso da tantissimo pubblico che ha ballato con noi”. Ciccio Merolla, altro volto noto della musica popolare aggiunge: “Con la nostra musica vogliamo contagiare il pubblico con la nostra “malatìa”, la nostra passione, accendendo la notte di Giungano”. Una grande festa tra cibo e tradizione, immersi nella natura e nella musica che lascerà senza fiato le migliaia di visitatori che ogni anno invadono il Borgo di Giungano. “Arriviamo a Giungano portando la nostra storia che è quasi unica nella World Music. Abbiamo creduto da sempre nelle contaminazioni, perché sono proprio queste a regalare un valore aggiunto. Il nostro è un “cous cous” che dà vita ad una “musica nuova”. Siamo felici di portare al Premio…” conclude Franco Ferri per i Tarantolati di Tricarico ”…le canzoni del nostro territorio rivisitate da noi. Abbiamo attinto alla tradizione, ai racconti delle persone andando porta a porta per poterla testimoniare. Canti lavorativi, di carnevale, visti e rivisti a modo nostro; quello che portiamo è un live nuovo, una vera carta d’identità che si è coniata in quarantotto anni di carriera”. A chiudere la Kermesse sarà la NCCP, Nuova Compagnia di Canto Popolare, che dal 1970 diffonde in tutto il mondo gli autentici valori della tradizione del popolo campano: “Possono nascere solo belle cose quando si unisce la tradizione, l’arte compresa quella culinaria, perché è davvero molto importante farne memoria e tramandarle. Veniamo a Giungano, con tutto il nostro amore per la musica nell’intento di lasciare un bel ricordo, non solo della serata, ma in generale, perché non vogliamo siano dimenticate le nostre tradizioni. Siamo felici…” conclude Franca Vetere per la NCCP “…che eventi come questo prendano campo e non ci siano solo pretesti per fare sagre, solo cibo, ma un desiderio di cultura e la voglia di fare cose molto più importanti”. La passione del direttore artistico Michele Pecora è testimoniata oltre che dall’impegno profuso per la sua terra, anche dalla sua musica, che trova casa nelle sue radici. Un amore profondo e ricambiato da tutta la cittadinanza, l’amministrazione e il Sindaco Giuseppe Orlotti che hanno deciso di conferire all’artista la cittadinanza onoraria nel giorno inaugurale della Festa. Ogni anno si rinnova la celebrazione di questa terra meravigliosa, del suo grano e le sue tradizioni con la Festa dell’Antica Pizza Cilentana organizzata da Pietro Manganelli e Giuseppe Coppola dell’Associazione Cilentum Pizza. L’evento si è ritagliato uno spazio di prim’ordine tra gli eventi estivi della Campania con sei giorni intensi e profumati, per il palato, l’olfatto, gli occhi e il cuore: a Giungano, dove tutto fiorisce, si rinnova la tradizione con l’enogastronomia cilentana e la buona musica. Una grande festa della tradizione cilentana che richiama, ogni sera, migliaia di persone che inondano il centro storico e che ospiterà ancora personaggi straordinari della nostra Italia; eccellenze della cultura italiana in ogni sua espressione dalla musica al giornalismo all’enogastronomia, per un viaggio che affonda le sue radici nel passato ma che guarda con fiducia e forza al futuro. Giochi della memoria, laboratori di balli tradizionali e percussioni, rievocazioni storiche all’insegna della condivisione di un intero paese che generosamente accoglie i visitatori. Una pizza che nasce dall’abbraccio, dall’unione della semola di grano duro con la farina di grano tenero, per un impasto unico nel suo genere con il quale si faceva il pane. Si ricorda come il sabato, che era un giorno di festa, scaldati i forni, si impastava l’antica pizza sia per verificare la temperatura del forno che per il piacere di riunire le famiglie nel giorno del riposo. Il nome Giungano deriva dal latino Juncus, simbolo dell’Unione, jungere, cioè, legare, (il giunco è una pianta usata per fare ceste e legacci n.d.r.) guardando all’innovazione, ma creando legami importanti di contaminazione per la conservazione e l’evoluzione della memoria storica. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Renzo Arbore e l'Orchestra Italiana a Stoccarda. L’ambasciatore nel mondo della musica partenopea

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Lo showman, vincitore di tantissimi premi, riconoscimenti, onorificenze e conosciuto per i suoi concerti in tutto il mondo dall’Italia a Rio de Janeiro, Sidney, Tokyo, Parigi, New York, Londra, Mosca, Buenos Aires, Caracas, Shanghai, Toronto, San Paolo, Montreal, Melbourne, Pechino, etc., con lo storico gruppo è approdato in suolo tedesco abbracciando finalmente i nostri connazionali e non solo. Fin dal primo pomeriggio abbiamo assistito il Backstage dell’incomparabile Orchestra Italiana dopodiché, il maestro Renzo Arbore, con grande umiltà ci ha dedicato il suo prezioso tempo. Maestro Arbore, lei ha girato ininterrottamente con la sua Orchestra Italiana da un'estremità all'altra del mondo impiegando ventisei anni ad arrivare in Germania. Non è un po’ tanto? È vero, mi rammarico ma non è colpa né degli artisti né degli impresari. Il mondo è grande e le mie tappe sono infinite ma è stato sempre vivo il pensiero di arrivare anche dai nostri amici in Germania e devo dire che, oltre ad avercela fatta, sono molto felice di avere inaugurato oggi il mio tour proprio qui da Stoccarda. Adesso ripartiremo per l’Italia per completare tante altre tappe, dopo essere stati a Padova, a Genova etc. Poi sarà la volta del Canada per un altro lungo giro e così via. In questo suo nuovo tour, cosa porterà ancora in giro per il mondo? Porteremo la musica napoletana ma non solo perché, accanto ad essa, abbiamo arrangiato secondo la lezione di Renato Carosone e in maniera internazionale (affinché possa piacere anche ai giovani e quindi parliamo di musica caraibica, ritmi cubani, esotici e tanto altro ancora) anche un po’ di Swing, Jazz, musica Jamaica e tanto altro ancora. Poi ci sono delle canzoni scritte con Claudio Mattone e che ho fatto diventare famose. Canzoni delle mie trasmissioni televisive come Ma la notte no, il Materasso, Vengo dopo il TG, La vita è tutto un quiz, e via dicendo. Ho ripreso pure il Clarinetto, perché questa rilanciò in Italia la canzone nuovista e che era ferma dai tempi di Renato Carosone. Si è distinto in innumerevoli occasioni e fondando l’Orchestra Italiana, con lo scopo di diffondere nel mondo la canzone napoletana classica, le è stato attribuito il Premio America per avere raggiunto un importante risultato a favore dell'amicizia transatlantica. Ci racconta un aneddoto? Ovunque sono andato ho girato il mondo con un vasto programma di canzoni napoletane e devo dire che le comunità sono sempre state generose sin dal primo concerto. Noi abbiamo incominciato prendendo il toro per le corna e quindi con Radio City Music Hall di New York. Cerano tutti da Ben Gazzara, Antony Queen e tanti altri. È da lì che è decollata l’Orchestra italiana, anche se gli Indigeni sia a New York allora sia poi quando siamo andati in Russia e in Cina dove non ci sono le comunità, queste canzoni sono state ugualmente amate grazie anche al lavoro che hanno fatto i tenori, i soprani da Enrico Caruso a Luciano Pavarotti che hanno portato da sempre in giro le canzoni napoletane, anche se i nostri stessi artisti napoletani le consideravano un po’ turistiche. Sicuramente non avevano capito che erano assolutamente dei capolavori e che avevano dei versi di poesie straordinarie, canzoni senza tempo, eterne e delle musiche e melodie che sono pari soltanto al melodramma delle opere di grandi compositori italiani. Lei ha scoperto e lanciato personaggi non indifferenti come Roberto Benigni, Gegé Telesforo, Giorgio Bracardi, Mario Marenco, Marisa Laurito, Nino Frassica, Milly Carlucci, Daniele Luttazzi e valorizzato altri come Michele Mirabella, Luciano De Crescenzo e la Microband, Maria Grazia Cucinotta, Nina Soldano, Luana Ravegnini e Ilaria D'Amico, Francesco Paolantoni, Feliciana Iaccio, Pietra Montecorvino e tanti altri ancora. Ma a lei, chi l’ha scoperta? Per la verità ho fatto un po’ da me. Ho partecipato a un concorso in radio e l’ho vinto. Poi un funzionario della televisione che si chiamava Ducci mi vide esibirmi in radio e mi propose di portargli un’idea televisiva. Così, tanto per provare a vedere cosa sapevo fare in televisione. Così inventai e gli portai il mio primo Talk Show nella storia della televisione italiana. Non c’era ancora Maurizio Costanzo. Si chiamava “Speciale per voi”. I ragazzi parlavano liberamente con i loro idoli ad esempio da Modugno a Lucio Battisti, da Nada che debuttava con me a Patty Pravo e da lì partirono i miei grandi successi. Lei ha imposto stile e idee innovative fin dalle sue prime trasmissioni degli anni sessanta a oggi. Sembrava uscito dagli schermi televisivi invece lo troviamo ad avere anche una sua televisione. Vuole parlarcene? Questa domanda mi fa davvero piacere. Per quelli che pensavano che non facessi più televisione dico che, ultimamente, ho fatto anche un programma dedicato a quelli dello Swing e che è andato in onda su Rai due rilanciando proprio lo Swing italiano. Musica giovane e che ricorda anche la mia gioventù. Inoltre ho un canale televisivo - renzoarborechannel.tv - dove mi ci dedicherò sempre di più. Naturalmente è un canale gratuito che trasmette ventiquattr’ore su ventiquattro e dove troverete tante mie performance, miei programmi e scelte di personaggi che ho fatto e che non si possono dimenticare come Valter Chiari, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi e tanti altri. Insomma, ci sono cose importanti soprattutto per i giovani che navigano in rete e che credo giusto che conoscano quelli che hanno inventato alcuni generi italiani, sia in fatto di canzoni come Domenico Modugno che nel fatto di umorismo come Valter Chiari. Oltre a questo ha altri progetti in vista? Naturalmente. Proprio adesso in Italia, con il Corriere della Sera, sono usciti quindici DVD di tutte le mie opere televisive. In tutto ne usciranno ventiquattro. È un’antologia completa di tutte le cose che ho fatto nell’arco di tutti questi miei anni fatti sia in televisione sia anche in radio. Da cantautore, musicista, clarinettista, showman, attore, sceneggiatore, passa con grazia dalla conduzione di storiche trasmissioni radiofoniche presentate con Gianni Boncompagni a quelle televisive. Da regista ha diretto inoltre una colonna sonora con musiche sue e di Claudio Mattone. Ha scritto il soggetto di una storia Disney Zio Paperone e i concerti predatori. Ha sposato diverse iniziative ed è testimonial della Lega Filo d'Oro, l'Associazione che si occupa di persone sordocieche. Come spiega il suo legame a quest’ultima? Questa è una mia seconda famiglia. La Lega del Filo d’Oro di Osimo, Ancona nelle Marche, (come anche all’Esmo in Lombardia, a Terminimerese in Sicilia, a Modena in Emilia Romagna, a Barletta e Morfetta in Puglia etc. non dimenticando anche le organizzazioni che aiutano i bambini di Napoli, Roma etc.) è un’iniziativa formidabile e molto seria che da molti anni si preoccupano dei bambini e degli adulti sordociechi. Con la solidarietà della gente come anche attraverso la mia che ne sono il Testimonial, si riesce ad aiutare non solo gli stessi sordociechi ma anche le famiglie coinvolte. Il compito è di dare loro l’opportunità, attraverso chi gli sta accanto, di vivere la loro vita attraverso la traduzione dell’olfatto e il tatto che gli trasmette chi gli sta accanto. Perché è chiaro che hanno bisogno sempre di qualcuno accanto. I contributi raccolti hanno quindi una buona destinazione. È nato a Foggia, figlio di un dentista e di una casalinga. Si è laureato in giurisprudenza a Napoli. Come spiega l’inverso di tutto quello che lei è ora? È vero. Io ho studiato giurisprudenza ma con la passione dentro della musica. Mi ero comunque appassionato tanto che ho fatto per sei mesi anche l’avvocato a Napoli. Ho capito subito però che era meglio continuare a fare musica. Mio padre invece voleva che facessi il medico. Gli studi di medicina però, per me, erano complicati perché pur avendoci provato svariate volte svenivo sempre e quindi mi sono detto: prendiamoci sta laurea in Giurisprudenza che doveva servire per lavorare un giorno, anche perché con la musica non si guadagnava tanto. Ammetto però che mi sono serviti questi studi e che ancora oggi sono appassionato ai casi importanti che riguardano la magistratura. Forse più che un avvocato penale o civile avrei fatto il magistrato. Ritengo che sia un lavoro nobile giudicare i nostri simili e anche, per carità, aiutarli se è il caso. In conclusione Maestro Arbore, vuole dare un messaggio ai nostri connazionali italiani in Germania? Certo che i ragazzi sono abituati ad ascoltare tanta musica scritta per loro però, come sta succedendo anche in Italia, invito questi giovani a scoprire anche la musica del passato. Quella importante naturalmente. Quella che rimane e quindi non quella di una stagione che passa e se ne va con un addio, arrivederci e grazie. Ma la musica che diventa classica, pensate ad esempio “Volare” (Nel blu dipinto di blu) o “Ciao ciao bambina” di Domenico Modugno, Il mio canto libero di Lucio Battisti e via dicendo. Insomma è bello riscoprire le radici per andare sempre più avanti, godendo una musica straordinaria. Ricordatevi che la canzone italiana nel novecento è stata la più produttiva in assoluto. Grazie per essermi venuto a trovare oggi con tuo marito Dino e attraverso la tua emittente TeleVideoItalia Angela e il Corriere d'Italia per cui scrivi, desidero salutare tutti i connazionali emigrati e sparsi per il mondo. Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana composta dai quindici impeccabili solisti musicisti a incominciare dalle straordinarie voci di Barbara Buonaiuto, Gianni Conte e quella ironica di Mariano Caiano, i virtuosismi vocali e ritmici di Giovanni Imparato, le percussioni di Peppe Sannino, la batteria di Roberto Ciscognetti, il basso di Massimo Cecchetti, le chitarre di Michele Montefusco, Paolo Termini e Nicola Cantatore, la direzione orchestrale e il pianoforte di Massimo Volpe e gli storici mandolini di Nunzio Reina e Salvatore Esposito, hanno dato vita a Stoccarda ad un travolgente concerto durato ben tre ore. Il Maestro, che ha girato ininterrottamente con la sua Orchestra Italiana da un'estremità all'altra del mondo con innumerevoli concerti acclamati in un clima da record, ha regalato al pubblico una performance artistica musicale e vocale unica nel suo genere. Con un gioco maestrale ha coniugato il nuovo e l'antico suono di Napoli attraverso assoli strumentali, voci e cori da capogiro, sprigionando melodie della musica napoletana che hanno rievocato albe e tramonti, feste al sole e serenate notturne, gioie e pene d'amore, passando magicamente dal Cabaret alla musica melodica, dal Jazz allo Swing alla musica caraibica. Renzo Arbore non si è risparmiato. La sua performance è andata ben oltre all’immaginabile. Le battute umoristiche sapientemente unite a un medley di grandi successi e immagini storiche mozzafiato, da Alberto Sordi a Totó a Luna rossa alle suggestive immagini della nostra Italia proiettate in un mega schermo, hanno travolto il pubblico portandolo in delirio. Si è alzato, ha ballato, ha cantato in coro a squarciagola e si è perfino commosso nel sentire rievocare ricordi di vita vissuta nella propria terra e che è stata costretta a lasciarla per colpa di un tozzo di pane in più e una vita dignitosa da fare però da emigrato. Cose che non ritorneranno più e che lasciano sicuramente il segno e un vuoto incolmabile. È stato davvero uno scenario emozionante, ricco di colpi di scena per il quale il pubblico di Stoccarda non dimenticherà così facilmente e che ha premiato comunque lo spirito assolutamente travolgente e contagioso dell'inimitabile artista Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana. Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, é visibile su www.televideoitalia.net e www.corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • a Neliah Antonella Di Ganci, va il prestigioso premio del Festival Canta Italia 2016

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Si è conclusa presso il Bürgerhaus Möhringen CANTA ITALIA 2016, la kermesse canora dedicata alla prima edizione del Festival della Canzone Italiana a Stoccarda. Per: espressione, padronanza della voce, parte tecnica, presenza scenica e capacità interpretativa, ha proclamato vincitrice a pieno merito Antonella Di Ganci in arte “Neliah” con il brano -Come saprei- di Giorgia. In otto sono stati a contendersi il primo posto. Durante il backstage abbiamo avuto l’opportunità di incontrare i candidati che hanno avuto il novero di entrare alla finale del notevole Festival scoprendo un po’ di più i loro sani principi e qualche loro ambizione. Dora De Giacomo, ventinove anni, arriva da Basilea (Svizzera). Nella vita fa l’architetto ma la sua passione del canto le ha dato l’opportunità nell’ambito della musica di partecipare a svariati festival di spicco. A breve sarà impegnata con un Musical “La luna di Arcano“ assieme a Massimo di Cataldo. Roberto Scaffia (omonimo a un altro candidato in gara) è laureato in pedagogia e arriva in Germania per suo dovere spirituale personale. Si occupa di bambini e d’infanzia ma nello stesso tempo si dedica alla musica puerizia e della stessa si serve anche per vivere. Fa parte di una compagnia teatrale in Italia ed è venuto in Germania per un breve periodo. Fare ascoltare questo brano è molto importante per lui. L’augurio è che possa piacere a chi ha davanti ma soprattutto che possa arrivare a una persona da poco scomparsa. Antonio Straface, ha venticinque anni, viene da Heilbronn (Baden-Württemberg). Sta uscendo proprio in questi giorni il suo primo album inedito “J’m” ed è felicissimo di partecipare al Festival Canta Italia a Stoccarda. Partecipare è il suo obiettivo per far notare le proprie doti artistiche. Marcelo Paletta viene da Ludwigsburg (Baden-Württemberg). È nato in Argentina. È un cantante amante di tango e appassionato della musica italiana. Felice di partecipare a questo festival auspica che possa essere per tutti una bellissima esperienza. Roberto Scaffia ha cinquant’otto anni. Da un po’ si cimenta nella musica ma la sua vera passione è imitare Zucchero cantando le sue cover. Ha partecipato a un noto festival in Italia che gli ha segnato la vita e questa sera tenterà di conquistare l’importante premio interpretando uno dei suoi pezzi da battaglia. Fabio Schwarz Guglielmino, arriva dai club di Amburgo e Francoforte e oggi si trova a Stoccarda, felicissimo di partecipare a Canta Italia. Gli piace tantissimo il rock'n roll all’italiana desidera fare semplicemente una buona impressione e quindi augura a tutti un buon ascolto. Victoria Linardi è mamma di sei figli. Canta Italia le sta dando l’opportunità di aprire finalmente questo sogno chiuso nel cassetto ormai da lungo tempo e lei ne sta approfittando senza fare tante storie. Ama cantare e qualsiasi rumore è musica per le sue orecchie. Antonella Di Ganci viene da Bagheria, provincia di Palermo. Da appena due anni e mezzo vive a Stoccarda. Fa la mamma a tempo pieno ma nello stesso modo il suo lavoro è essere una cantante. Ascolta in sostanza musica venti ore su venti quattro. Nella vita ha partecipato a svariati rinomati concorsi. Quello che si augura che in quest’occasione sia apprezzata la sua performance. L’evento è stato moderatore dal cantautore Marco Augusto Kunz, autore del celebre singolo “La tua anima“. Fatte le presentazioni e proposto alcuni suoi pezzi, si è entrato nel vivo del concorso. Il Festival intento a promuove la lingua italiana attraverso la canzone, è stato ideato dal produttore Maestro Francesco Maggio per ARCES KULTUR di Stoccarda e realizzato in collaborazione con le ACLI Baden Württemberg e l'emittente TeleVideoItalia Angela Saieva. Il compito di decretare il vincitore di Canta Italia 2016 è toccato ad una giuria d´eccellenza, composta dalla poetessa e docente di Italiano di scuola professionale e universitaria Barbara Golini, dal presidente delle ACLI Baden Württemberg Pino Tabbì, dal direttore del dipartimento europa manager SDA Sanremo Eventi Dino Saieva nonché patrono dell'organismo l´Accademia della Canzone Italiana in Germania, dalla straordinaria e incantevole pianista diplomata al Conservatorio S. Cecilia di Roma Elisa Viscarelli che in occasione ha deliziato il pubblico con alcuni brani. La premiazione invece è stata fatta direttamente da una delle mani più storiche per eccellenza quale il fondatore ARCES e.V. (Associazione Recreativa Culture d'Europa e Sport) Domenico De Palma. Unanime è stato il voto della giuria e pienamente approvata dal pubblico esploso in un clamoroso applauso nel sentire pronunciare il nome di “Neliah” Antonella Di Ganci, per molti definita l’eccellenza italo-sicula in Germania. È la ragazza della porta accanto, lanciata sin da bambina dal padre musicista a calcare i palchi di tutta la Sicilia. Tanto forte tanto fragile non ha saputo contenere la sua emozione ed è scoppiata in lacrime. A forte richiesta ha fatto riascoltare parte del brano e con grande umiltà, dote che la contraddistingue su tutto quello che lei fa, ha cantato abbracciata a tutti i suoi compagni in gara. È stato un piacere e un’emozione oltre ad un bel momento, racconta ai nostri microfoni Neliah. Essere riuscita a fare emozionare tutti è stato il mio vero grande obiettivo. Mi si era presentata l’occasione di entrare in finale a un altro concorso che avevo fatto e mi sono trovata a decidere in quale dei due andare. Ho scelto la via più breve, quella del cuore. Il destino mi ha premiato, anche perché in questa serata ho conosciuto davvero delle bellissime persone di alto livello e con grandi qualità canore. Si è creato un bel legame tra di noi senza alcuna rivalità e concorrenza, tranne il divertirci e passare una bella serata insieme e questo mi ha fatto davvero molto piacere. Auspico di continuare a fare ascoltare e apprezzare la mia voce, le mie doti e che magari qualcuno si accorga di me e mi apra una porta. Io sono qui! Ringrazio tutta l’associazione ARCES KULTUR di Stoccarda per avermi dato quest’opportunità ma soprattutto mio figlio di appena un anno. La peculiarità del rinomato Festival della Canzone Italiana a Stoccarda si contraddistingue per l’attenzione rivolta non più al brano in gara, ma alla pronuncia della nostra madre lingua, spiega lo stesso Maestro Francesco Maggio. Si tratta di un evento che sensibilizza tutta la comunità italiana presente a Stuttgart e nel Baden-Württemberg ad aver a che fare con la propria lingua d´origine, l’italiano. Una lingua spesso poca parlata dai nostri connazionali poiché una volta arrivati hanno dovuto necessariamente rapportarsi con il tedesco o continuare a parlare con il proprio dialetto d´origine. Abbiamo avuto più di quaranta iscritti e non è stato facile scegliere gli otto candidati per la finale di Canta Italia. Tengo a precisare che questo concorso non cerca solo la qualità nell’artista ma anche la predisposizione a lavorare assieme per sviluppare attraverso la canzone italiana questa lingua e pertanto promuoverla. La mia è stata inizialmente una scommessa. L’esito ottenuto in questa prima edizione o meglio dire “collaudo” è perfettamente riuscito quindi le basi ci sono tutte, perlopiù vincenti. La scelta di una conduzione tedesca è stata fatta per il semplice motivo che siamo in Germania e non potevamo non favorire anche la loro presenza. Il tedesco stima la nostra lingua, la nostra origine, la nostra cultura, la nostra tradizione culinaria, canora e tanto altro ancora. Anche questo favorisce l’integrazione. Progetti per il prossimo anno sono davvero tanti a partire proprio dalla nuova edizione di Canta Italia 2017 (bando di concorso disponibile su Arces Kultur Stuttgart a partire da Luglio) a Italien Musiziert che sta continuando a presentare nell’arco di questo anno un vasto programma italiano e non solo, presso la Haus der Musik im Fruchtkasten di Stoccarda. Ringrazio il conduttore e i giurati che hanno accettato di aderire in questa edizione, tutto il cast di Canta Italia che ha lavorato minuziosamente dietro le quinte, il caloroso pubblico avuto in sala, Annamaria Maisto che ha creduto sin dall´inizio a questo progetto e donato sicurezza a tutto lo staff e agli artisti in gara, a Giovanni Baruzzi per i suoi preziosi scatti fotografici. Non per ultimo ringrazio la presenza con la vostra emittente TeleVideoItalia Angela e attraverso lei anche quella del Corriere d'Italia per cui scrive, per l’impegno con cui date sempre vita e priorità alle notizie sui nostri connazionali emigrati. Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, é visibile su televideoitalia.net/intervistelive e www.corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • L’ACLI di Calw alla Stadtfest da oltre 10 anni attiva. Ospite il duo popolare Dino & Angela

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. L’ACLI di Calw alla Stadtfest da oltre 10 anni attiva nella Cittá tedesca, sono l’esempio di umana fratellanza. Ospite alla manifestazione il duo popolare Dino e Angela. Presenti alte cariche locali e il Presidente delle ACLI del Baden-Württemberg, Giuseppe Tabbi. É stato l’ennesimo successo. Non c’é tradizione che non si rispetti, a maggior ragione quando si tratta di un emigrato integrato in terra straniera. Cosí é stato per il circolo ACLI di Calw capitanato dal loro presidente Salvatore Aranzulla e da oltre 10 anni attiva nella Cittá tedesca, sono l’esempio di umana fratellanza. Ospite alla manifestazione il duo popolare Dino e Angela”. Presenti alte cariche locali e il Presidente delle ACLI del Baden-Württemberg, Giuseppe Tabbi. É stato l’ennesimo successo. Sempre presente per il proprio connazionale, non si é lasciato sfuggire nemmeno l’evento piú importante dell’anno, la Stadtfest (la festa della città), per riunire la comunitá del posto. Uno dei tanti fondamentali momenti che sono occasione per le istituzioni e le associazioni cittadine, sottolinea Aranzulla, per presentarsi e per partecipare attivamente al programma. È un momento di appartenenza alla città in cui si vive. L’ ACLI che da decenni è attiva nel campo del sociale e della solidarietà, é sinonimo di simpatia, ospitalitá, cordialitá e dedezione sul proprio caritatevole oberato. Un’importante presenza, la loro, radicata nel territorio locale e molto apprezzata dalle autorità cittadine ed eclesiastiche, per la serietà dei suoi dirigenti e per le innumerevoli iniziative che mettono in atto e che inducono la comunitá italiana del posto ad incontrarsi. I soci del circolo, hanno approntato uno Stand gastronomico tipico del sud Italia quale pizza, arancini, salsiccia, vino e naturalmente il nostro amato espresso. In una città, dove la componente italiana proveniente in massima parte da Mirabella Imbaccheri, questi prodotti sono diventati ormai parte integrante della societá. Alla Stadtfest, il circolo ACLI di Calw, ha voluto aggiungere un ulteriore tocco d’italianità ospitando il duo popolare “Dino e Angela” che ha regalato un’originale performance all’insegna del “Made in Italy”. Salvatore Aranzulla ha ringraziato sentitamente il dipartimento europa managing SDA Sanremo Eventi di Pforzheim, per avere accettato la loro richiesta. Strappare “Dino e Angela” dalla tourneé che li sta vedendo impegnati in molte Cittá europee, non é stato facile, ha confessato. Sapevamo peró che il “duo” é molto sensibile e disponibile, soprattutto quando si tratta dei nostri connazionali. Essere riusciti ad avere avuto il privilegio di ospitarli in questa importante circostanza, ha concluso il presidente, significa tanto per tutti noi emigrati. Ci ha riempito d’orgoglio e non solo, in una giornata piovosa il loro intervento artistico, neanche a dirlo, ci ha riportato il sole e tanto pubblico tedesco. Ringrazio la presenza con la tua emittente TeleVideoItalia Angela e attraverso te anche quella del Corriere d'Italia per cui scrivi e per avere reso storico questo nostro evento collettivo. L’italico duo é stato accolto dall’amministrazione del posto rappresentata da prestigiose alte cariche e dal Presidente delle ACLI del Baden-Württemberg, Giuseppe Tabbi che in proposito ci ha detto: "questi incontri sono un esempio di unione tra comunità diverse, quella italiana e quella tedesca appunto". Abbiamo portato a buon fine molti progetti in questi anni e tanti altri ancora sono in atto, come anche quello inserito nel mercatino di Natale di quest’anno. Sono soddisfatto di come Salvatore Aranzulla stá tirando le redini nel suo circolo. La venuta degli artisti in questione, é stata poi la ciliegina sulla torta che mi ha spinto ad essere presente in prima persona, a questa manifestazione. Dopotutto, chi si lascia scappare l’occasione di cantare a sguarciagola la propria italianitá? In questa associazione abbiamo trovato un grande spirito di collaborazione, fratellanza e uguaglianza, ha dichiarato il cantautore Dino salutando la comunitá che li ha accolti. Per noi “nomadi” (si fa per dire) che portiamo in giro per il mondo la musica italiana dei nostri miti e le nostre tradizioni, é sempre bello trovare simili e calorose accoglienze. La collaborazione, ha definito infine Angela, é un'espressione di vera integrazione che manifesta come si può vivere uniti anche fuori dalla propria terra. Questo circolo di Calw ha dimostrato senza alcun dubbio di avere tutte le caratteristiche per farlo. Grazie per avere accettato il nostro invito, la presenza con la tua emittente TeleVideoItalia Angela e quella del Corriere d'Italia per cui scrivi ha completato i nostri sforzi solidari verso i nostri connazionali. Ricchi di idee e tante risorse, una volta al mese l’ACLI di Calw riunisce i suoi soci, presso la sala della parrocchia San Josef, per partecipare ad un programma che prevede: sia momenti d’incontro conviviali, sia momenti d’informazione e di dibattito su temi come ad esempio d’attualità politica, del mondo del lavoro come mobbing, lavoratori interinali, pensioni, ecc. e della famiglia come ad esempio rapporti genitori figli, importanza dell’apprendistato e della scuola, trasmissione della fede, e quant’altro. Inoltre, nel corso dell’azione diocesana “Woche der sozialen Gerechtigkeit” in collaborazione con la Caritas della Cittá, hanno offerto ultimamente a tutti coloro che vivono in situazioni d’indigenza consistenti pacchi, con dentro del cibo di prima necessità. Vedi quei volti impauriti, smarriti, diffidenti, ci confida Salvatore Aranzulla. Con il nostro modo di avvicinarli, cambiano aspetto. Infine tendono la mano e si lasciano aiutare con quel tenero sorriso di gratitudine. Facciamo del tutto, credimi, per metterli a loro agio e fargli capire che il nostro gesto non é umiliante ma bensí caritatevole. La crisi c’é e c’é sempre stata. Non é una novitá, ne una vergogna e se ci sono dentro, non é per certo colpa loro ma delle istituzioni politiche che potrebbero fare di piú e parlare di meno. Resta comunque un dato di fatto che é un gesto bellissimo offrire agli altri quello che si puó. Contiamo di ripetere questa iniziativa che ti fa sentire certo meglio e piú umano. Sempre attiva e attenta alle esigenze del nostro connazionale, soprattutto a quello piú disagiato sotto tanti punti di vista, il circolo ACLI di Calw si evidenzia spesso per il loro umile oberato. Non resta che dire che: la loro presenza alla Stadtfest, ha confermato ancora una volta l’ennesimo successo italico. Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con a SDA FotoVideo, é visibile su televideoitalia.net/intervistelive e www.corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Festeggiato a Pforzheim San Calogero di Naro, a duemila e trecento chilometri di distanza

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Ogni anno a Naro, il 18 Giugno, la festa caratterizzata dalla processione di fine raccolto fa sí che la statua del Santo Nero viene portata in processione dalla chiesa di San Calogero a Naro alla chiesa della Madrice con una straula (carro) tirato dai fedeli, per mezzo di due corde lunghe ciascuna cento metri. A duemila e trecento chilometri di distanza dalla terra sicula, le cose non cambiano. Si é tenuta Sabato 20 Giugno a Pforzheim la festa di San Calogero di Naro, la manifestazione religiosa piú sentita dei naresi. La Cittá, che ospita il maggior numero di naresi emigrati, ha beneficiato del tradizionale evento. Fin dal primo pomeriggio chi ha fatto un voto si é recato in “viàggiu” (pellegrinaggio) portando delle ceste colme di pane nella Barfüßerkirche dove, una copia della statua di San Calogero di Naro in forma piú piccola rispetto a quella originale, é custodita da piú di quarant’anni. La statua del Santo é stata cosí venerata, portata in processione e festeggiata anche se il tutto in forma molto ristretta. La messa solenne davanti al Santo é stata celebrata dai parroci della Missione Cattolica Italiana p. Wieslaw Baniak e p. Rocky (Maria Arokiadoss Antonyraj). Dopo la messa la folla si é portata in strada per la tradizionale processione della vara portata in spalla dai devoti. Tutta la processione è stata scandita dalle urla dei fedeli al grido di "Viva Diu e San Calò". É stato facile trovare anche persone che hanno fatto tutta la processione a piedi scalzi. Infine la venerata statua é stata fatta rientrare in chiesa, dando inizio alla benedizione e distribuzione del pane. É indescrivibile vedere cosí tanti credenti che per devozione si affollano a prendere quel tozzo di pane, strappato a piccoli pezzi. É una festa dettata dalla tradizione. Il pane lavorato in varia maniera rappresenta spesso le diverse membra del corpo miracolato come: u vrazzu (il braccio) u pedi (il piede) a testa (la testa) u cori (il cuore) a manu (la mano) a gamma (la gamba) e perfino u picciliddu (il bambino). Ad altri viene semplicemente data la forma di rosa o di piccoli pani rotondi segnati da una croce detta “rrosellini e panuzzi”. Vengono posti sotto l’altare avvolti da tovaglie ricamate, in attesa che vengono benedetti e spartiti da chi ha fatto il voto alle persone presenti e portati a casa agli ammalati. Compiaciuti si dicono i due parroci della Missione Cattolica Italiana di Pforzheim. La Chiesa era colma come non mai. Vedere cosí tanti fedeli riuniti in questo giorno ci commuove, osserva p. Wieslaw Baniak, del resto l’ho sempre detto che questo é un pezzo di patria in Germania. Li comprendo e condivido la loro fede. É il loro Santo protettore e in parte é la loro festa e cosí facendo si sentono a casa. Straordinario é stato quando abbiamo fatto la benedizione e visto l’impegno di come avveniva la distribuzione di questo pane. Al quanto curioso é stato anche il fatto che, al momento di uscire la vara in strada la pioggia é cessata di colpo. Quasi come se il Santo si sia rivolto a nostro Signore chiedendo di chiudere per un po il suo “rubinetto”. Conclusa la parte celebrativa in ca. 300 si sono riversati nella Nagoldhalle a Dillweißenstein, dove canti e balli hanno aperto i festeggiamenti. In sala, la parte musicale é stata diretta da un duo musicale capitanato da Guido Gioffre. Impeccabile é stata la loro performance che ha trattenuto senza problemi i festeggiamenti fino alle prime luci dell’alba. Non é mancata la tradizionale benedizione fatta dai parroci p. Wieslaw Baniak e p. Rocky e mangiata di “maccarruna” con le mani che ricorda i diversi paesi della Sicilia quando, nel lontano passato, il lungo itinerario processionale ne attraversava ben due di paesi. Era una processione senza musica, un pellegrinaggio penitenziale che si arrestava solo per le soste di benedizione e di spartizione del pane. I portatori, arrivati alla Casazza (il punto più alto del paese) venivano rifocillati con una madia di pasta fresca con il sugo di pomodoro e foglie di basilico detti appunto: i maccarruna ccu sucu (i maccheroni col sugo). La storia racconta che, la proclamazione di San Calogero a Patrono di Naro risale al 1.626, anno in cui il santo ottenne la grazia da Dio per porre fine al flagello della peste che colpí tutta l’isola facendo una strage. Nel 1693 un terremoto in tre giorni distrusse più di sessanta paesi mietendo sessantamila vittime. Naro ne fu preservata e la popolazione riconobbe la palese protezione del suo Patrono. La festa di San Calogero di Naro cade a Naro a data fissa, il 18 Giugno, giorno in cui si dice sia morto sul monte Kronio. É una festa ciclica e dura esattamente due mesi, quanti ne occorrono a compiere i lavori agricoli nei campi: mietitura, trebbiatura ed ammasso delle paglie per il foraggio invernale degli animali. San Calogero monaco eremita, venerato come santo dalla chiesa cattolica e da quella ortodossa, é patrono anche di moltissimi altri paesi della Sicilia come Porto Empedocle, Sciacca, Frazzanó, San Salvatore di Fitalia, Cesaró, Favara, Bivona, Petralia Sottana, Campofranco, Canicattí, Realmonte, Aliminusa, Santo Stefano Quisquina, etc. ma la storia vuole che, da quando Papa Clemente VII nel 1598 approvò le celebrazioni della festa di san Calogero in tutta la Sicilia, la festa principale e che ha assunto nel tempo grande rilevanza religiosa e culturale é quella del San Calogero di Agrigento, dove si aggiunge il fatto che nella medesima zona dove sorge la Chiesa Santuario di San Calogero, abbia soggiornato nel V secolo il veneratissimo Santo. Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo, é visibile su televideoitalia.net/intervistelive e www.corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • nasce a Pforzheim il Club Milan Franco Baresi! Un progetto sportivo e culturale per gli italiani de

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. In questi ultimi anni sono sempre più le organizzazioni italiane in Germania che stanno portando a segno grandi progetti, rivolti soprattutto ai nostri connazionali italiani residenti in Germania. Si tratta di un’iniziativa ricca di sfaccettature e che spazia dallo sport alla cultura ed è nata attraverso la volontà di un gruppo di giovani italiani il Club Milan Franco Baresi di Pforzheim, rappresentato dal presidente in carica Massimiliano Migliore, l’addetto stampa Salvatore Moscato, i consiglieri direttivi e soci: Antonio Di Stefano, Angelo Di Bernardo, Renato Vitale, Giovanni Marrone, Gino Leone, Carmelo Sammarco, Carnevale Giuseppe e Ficili Gioacchino, tutti volenterosi e ambiziosi di riuscire a riunire quanto più possibili famiglie italiane del posto dando loro una giusta attenzione, indipendentemente dalla loro età. Incontriamo il suo addetto stampa Salvatore Moscato e il presidente in carica Massimiliano Migliore in occasione della tradizionale santa benedizione del centro, fatta ieri 27.09. 2018 a Pforzheim da don Arcangelo Biondo della Missione Cattolica Italiana di Pforzheim. Quando Massimiliano Migliore mi ha parlato di questa iniziativa, ho sentito il dovere di abbracciarla e condividerla subito con i nostri soci e con tutti i nostri connazionali del posto. Ho pensato principalmente alla vostra emittente TeleVideoItalia Angela e quello del Corriere d’Italia per cui scrive per divulgare questo evento, perché vi ritengo una fonte primaria inestimabile e la voce del nostro popolo italiano in Germania, ci dice l’addetto stampa Salvatore Moscato. Seguiamo le vostre notizie con grande interesse e con fermo orgoglio. Siete per tutti noi un esempio e una fonte inesauribile, dove potere attingere con sicurezza le informazioni artistico-culturali, socio umanitarie etc., che ci avvicinano alla nostra Italia. Tengo a precisare se non meglio a scandire che, questa nostra multi iniziativa, non è a scopo di lucro ma esclusivamente un ritrovo e un benvenuto a tutti quelli che desiderano seguire i nostri programmi, sia sportivi sia culturali rivolti a tutti, nessuno escluso. Il progetto è stato pienamente apprezzato, tanto è vero che a distanza di pochi giorni abbiamo avuto già settanta tesserati in continuo crescendo. Il Club Milan di Pforzheim, ricca d’idee che calzano bene per tutte le età, deve essere un ritrovo per tutti quelli che intendono abbracciare sportivamente e culturalmente le nostre origini italiane tenendo alto il tricolore. Desideriamo far arrivare questo messaggio con parole, forme e modi semplicissimi e chiari a tutti. Il nostro obiettivo principale è fare sapere che esistono ancora persone in grado di cambiare davvero le sorti di tanti nostri connazionali italiani, ci dice lo stesso presidente Massimiliano Migliore. Il club Milan Franco Baresi deve essere il viatico per fare grande la nostra comunità italiana a Pforzheim e che da oggi saprà farsi conoscere in positivo, sia per la sua originalità, sia per la continuità nel tramandare ai nostri figli la nostra cultura e innovazione italiana conosciuta in tutto il mondo. Molteplici sono le nostre iniziative che attraverso i nostri tifosi e non solo, ci daranno la forza di concretarle. A incominciare da quelle sportive. Coinvolgeremo ad esempio squadre di calcio giovanili provenienti da altre città italiane, disputando incontri di calcio. Ci saranno osservatori del Milan che conosceranno i giovani calciatori italiani all'estero, dando loro l'opportunità di essere selezionati e magari invitati a Milano. Per quanto riguarda la cultura, anche lì grandi iniziative prevalgono in casa club Milan di Pforzheim, termina Massimiliano Migliore, come organizzare corsi d’italiano per i nostri giovani e perché no dedicare nel nostro centro uno spazio ai libri. Essendo padre sento la necessità che i nostri figli, sappiano scrivere, leggere e capire davvero la nostra lingua madre. Negli incontri non mancheranno ovviamente le tradizionali feste arricchite con piatti prelibati del nostro Bel Paese ma tanto per alleviare il nostro stato di ''emigrante'', per aprire rapporti e scoprire nuovi orizzonti e realtà alla conquista di nuovi spazi in Europa. Colgo l’occasione di ringraziare l'intervento tv stampa con la vostra emittente TeleVideoItalia Angela come quello del Corriere d’Italia per cui scrivi e approfitto del prezioso spazio che ci avete dedicato per invitare tutti i nostri connazionali residenti a Pforzheim e circondario ad aderire e a tesserarsi. Questo progetto non è a scopo di lucro e sappiate che: uniti, realizzeremo per i nostri giovani molti sogni rimasti chiusi in un cassetto. Lo statuto del Club Milan di Pforzheim con le sue regole e stato fondato e votato dai soci sopra citati e riconosciuto da A.c. Milan di Milano e dal a.i.m.c. (Associazione Italiana Milan Clubs) nel mondo, con la collaborazione e il sostegno da parte della Ass.italiani nel mondo A.I.M. Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, é visibile su www.televideoitalia.net e www.corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Esslingen festeggia il 50antesimo anniversario del C.T.I.M. Bruno Zoratto, parla l'On. Mario Caruso

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Si è tenuto venerdì 23 novembre, presso la Katholische Kirchegemeinde St. Paul di Esslingen, i festeggiamenti dei cinquant’anni del Comitato Tricolore per gli Italiani nel mondo. L’evento, organizzato in occasione della ricorrenza della fondazione della C.T.I.M e del suo fondatore Ministro Mirko Tremaglia, l’artefice che portò alla vittoria diverse proposte di legge a favore degli italiani emigrati, ha visto l’intervento del Delegato On. Mario Caruso organizzatore dell’evento, la vice Console in Stoccarda dott.ssa Elena Sollazzo, il Cav. Salvatore Virga, il segretario generale Nino Romanzo dell’Associazione Comunità Siciliani nel Mondo. L’evento si è aperto con l’inno nazionale del nostro Paese, l’orgoglio italiano per eccellenza. Dopodiché il Delegato della Ctim, On. Mario Caruso, ha introdotto un discorso di ringraziamento e di ben venuto ai suoi stretti invitati. Al centro dei festeggiamenti si sono alternati il Cav. Salvatore Virga, il dott. Nino Romanzo, la dott.ssa Elena Sollazzo e dove ha portato i saluti del Console Generale d’Italia di Stoccarda dott. Massimo Darchini, assente all’importante ricorrenza per impegni istituzionali a Berlino. Non è mancata la ricca parte delle discussioni e dove sono riaffiorati temi prioritari e problematiche riguardanti i nostri connazionali italiani, appartenenti alla circoscrizione consolare di Stoccarda. In primo piano è stata anche la loro integrazione, il lavoro, la situazione scolastica dei bambini italiani, il bilinguismo, i servizi consolari e l’assistenza. Il Corriere d’Italia ha incontrato i principali membri dell’associazione. L’Associazione Comunità Siciliani nel Mondo l’abbiamo costruita nel 2004, con lo scopo di andare a trovare tutti i nostri emigrati sparsi per il mondo. L’attenzione si è concentrata soprattutto in Europa, Canada e Sud America dove, come sapete, vivono una situazione molto disagiata. Noi ci siamo maggiormente attivati per loro, anche per fargli arrivare dei fondi attraverso delle Police assicurative, come medicinali e altro di tale prioritaria necessità, ci dice ai nostri microfoni il dott. Nino Romanzo ex Sindaco di Monforte San Giorgio, Messina. In un convegno fatto a Londra e proprio in occasione di far presentare i nostri prodotti Made in Italy, attraverso i nostri commercianti connazionali, abbiamo conosciuto l’On. Mario Caruso e da lì è nata un’empatia e un sano rapporto di comunicazione, intervenendo così per altre cose anche in Germania. Oggi mi trovo suo ospite in quest’importante occasione e mi fa piacere. Da considerare che i nostri emigrati già negli anni sessanta settanta, soprattutto i meridionali, sono stati la fonte principale dello sviluppo dell’economia. Non dimentichiamo che è grazie al loro sacrificio che tanti giovani hanno potuto studiare anche da medici, avvocati e ingegneri, termina il dott. Nino Romanzo. Attraverso la vostra emittente colgo l’occasione di ringraziarvi per l’attenzione dedicata a me e a questa importante manifestazione, come salutare anche i nostri connazionali italiani in Germania ma con un arrivederci, per un altro appuntamento fieristico importante lo Slow Food Messe che si terrà a Stoccarda dal 25 al 28 di Aprile 2019, per presentare come sempre i nostri prodotti Made in Italy. Visto la mia esperienza sull’associazionismo nel Baden-Württemberg ed essendo stato per lungo tempo anche Presidente di un Comitato Regionale dei genitori e di tante altre associazioni create da noi, abbiamo cercato di aiutare quanto più bambini e giovani italiani nel sistema scolastico e strutturale tedesco. Con la premessa che sono una persona neutrale su questo, ci dice il Cav. Salvatore Virga, le associazioni a mio avviso dovrebbero comunque operare in loco, nella struttura tedesca e nel suo tessuto giacché l’associazionismo è ben visto da loro. In questo modo, cercando di avere contatti diretti e portando la nostra cultura e il nostro punto di vista avanti, si otterrebbe di più che fare scontri politici. Momenti di commozione hanno coinvolto gli ospiti presenti, in particolar modo quando è stato proiettato un video dove ritraeva alcuni dei tanti momenti di vita vissuta e carriera di Mirko Tremaglia, sia da Ministro ma soprattutto da grande uomo, schierato per mezzo secolo a fianco degli italiani emigrati nel mondo. I filmati storici, dove spesso compare anche a fianco dell’On. Mario Caruso, hanno percorso la strada che ha fatto e che ha permesso con la fondazione dell’associazione apartitica avvenuta nel 1968, di legare il nostro Paese con i Paesi ospitanti e ramificati in tutta Europa come anche in Sud America, Stati Uniti, Canada, Africa orientale. È giusto rilevare anche che il compianto Bruno Zoratto con Mirko Tremaglia legò la sua vita e il suo impegno politico al Ctim. Anche il contributo di Bruno Zoratto, fondatore talaltro a Stoccarda della nota rivista Oltreconfine, ha lasciato una traccia indelebile alle attività e all’elaborazione strategica del CGIE. Tra le innumerevoli iniziative del Ctim è storia anche quella dei treni tricolori, che nel millenovecento settanta ha permesso ai nostri connazionali italiani di votare in Italia favorendogli il rientro. Con il fondare quest’associazione, che oggi compie cinquant’anni della sua esistenza, il Ministro Mirko Tremaglia ha voluto ripercorrere sicuramente vie non semplici. Il suo primo obiettivo era dare dignità agli italiani, farli partecipi nell’espressione di voto, in quello che è la vita politica del Paese, creando e facendoci riconoscere per legge il diritto di voto all’estero. Per quarant’anni ha perseguito questo sogno ed io, grazie all’opportunità che il Ministro Tremaglia mi ha dato nel fare parte di questa sua associazione per quarantatré anni, con orgoglio posso dire che è riuscito nel suo intento, ci dice l’On. Mario Caruso. La sua missione, inoltre, era quella di far considerare i nostri connazionali residenti all’estero cittadini uguali a quelli che vivono in Italia. Da lì nasce anche l’A.I.R.E. (Anagrafe Italiani residenti all’estero) e che dal 1988, sempre grazie a lui, ne usufruiamo e ci permette di essere a pieno titolo cittadini italiani. Anche il Passaporto è opera sua. Oggi, si è discusso e ripercorso anche delle cose vissute attraverso una persona che, intervenendo nel dibattito, ha esternato questo senso di disagio riscontrato e non solo nell’aspetto consolare ma anche nei comuni italiani. È una realtà che ancora oggi purtroppo persiste. Si fa ancora fatica, ad esempio, ad avere il nulla osta per vedersi rilasciare una carta d’identità e ciò comporta tempi lunghi e irritazione da parte del connazionale. A oggi abbiamo fatto molto, ad esempio i comuni sono strutturati con sistemi informatici, all’avanguardia, c’è la comunicazione tecnica e post elettronica. Ci sono tutte le condizione, per rendere questo servizio efficiente su molti punti di vista, come altrettante situazioni che vanno migliorate. Giustissimo ma è anche vero che non possiamo attribuire la colpa sempre a uno. Gli errori, come in un matrimonio, si fanno a pari metà, tu le proponi ma se l’altro ti volta le spalle…. In futura mi auspico che ci sia più volontà di credere che, noi che viviamo all’estero, possiamo giocare una partita importante sia per il Paese ospitante e quindi la Germania sia dall’altra e parlo dell’Italia, perché noi siamo la realtà. Come sai Angela, mi sto adoperando in difesa dei nostri connazionali italiani residenti in Germania, tra le tante cose cito ad esempio l’IMU (Imposta Municipale Unica) che per te che vivi in Germania ti è riconosciuta, in Italia, come una seconda casa e che a mio avviso è una grande ingiustizia. Lo stesso per la tassazione sulla nettezza urbana, acqua, luce etc., pagarla per tutti e dodici i mesi quando invece scendi giù in ferie solo per quelle poche settimane, lo trovo altrettanto sbagliato. Insomma, è giusto pagarla e contribuire con le istituzioni italiane, ma per gli italiani residenti all’estero dovrebbe essere solo per quel periodo che è in Italia. Si fa fatica talvolta a farsi capire ma come ho detto prima, gli affari si fanno in due, comunque non demordo. Ringrazio tutti i miei ospiti e le istituzioni locali anche quelli venuti apposta dall’Italia e che hanno aderito al mio invito a questo importante evento, come la presenza televisiva e stampa con la tua emittente TeleVideoItalia Angela e attraverso te anche quella del Corriere d’Italia che, essendo un vostro seguace telespettatore e lettore, vi definisco più “la voce del nostro connazionale italiano in Germania”. Trasportate sane notizie e questo vi fa merito. I festeggiamenti si sono alternati con l’esibizione dell’artista Michele Ferracane, che ha deliziato i presenti con un programma, neanche a dirlo, di canzoni d’Opera italiane e sono terminati con una cena party allestita nel salone d'ingresso non a caso con gusti e sapori Made in Italy. Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, é visibile su www.televideoitalia.net e www.corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Umberto Tozzi piú solidarietà in streaming

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. A causa delle restrizioni per la pandemia, il settore produttivo dello spettacolo e cultura scesa in piazza per protestare il fermo da 419 giorni della loro attività, sta ottenendo egregi risultati. Sul tavolo delle trattative interministeriali resta primaria la discussione dei sostegni economici per le imprese della filiera, basato sul fatturato annuo dello spettacolo ed eventi, come i fondi equi per la riforma e ripartenza dei settori in questione e fortemente penalizzati da ogni parte del mondo a causa del Covid-19. In questi ultimi mesi in diverse piazze è scesa a sostegno anche una rappresentanza dell’U.N.I.T.A. (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) e “La Musica che Gira”. Tra i tecnici, musicisti e organizzatori, presenti alla manifestazione anche molti artisti della musica italiana che hanno voluto far sentire la propria voce al Governo, tra i tanti citiamo Max Gazzé, Alessandra Amoroso, Fiorella Mannoia, Daniele Silvestri, Emma Marrone, Renato Zero e tanti altri. “La musica ha guarito sempre i cuori di tutti, ha detto lo stesso Renato Zero tra gli applausi dei pacifici manifestanti, non abbiamo paura di salire su quel palco!” Importanti e determinati appelli fatti al Governo sono stati fatti anche attraverso numerosi registi, attori e tanti altri che nei loro programmi hanno mostrato come emblema, l’inseparabile “baule” amico e complice dei loro successi. Non si sono tirati in dietro nel dire la propria davvero in tanti, organizzazioni di spettacoli, agenzie artistiche ecc., tra i tanti anche la SDA Sanremo Eventi, la casa artistica italiana più comunemente conosciuta come Italo Hit Pormotion - Artist Europa Managing, impegnata nel territorio italotedesco nella distribuzione di concerti eventi e tournée, come alla presentazione e valorizzazione di giovani talenti emergenti. La situazione è a dir poco drammatica, ci dice il leader dell’organizzazione artistica, siamo fermi da ca un anno ormai e non vediamo ancora una luce in fondo al tunnel. In tanti chiediamo un sostegno costante per tutti gli operatori e distributori dello spettacolo che operiamo sia in Italia sia all’estero. Serve una riforma strutturale di questo settore. Ci serve aiuto e subito. Serve tornare a essere attivi e operativi sul campo al 100% e riaprire tutto in fretta, frontiere incluse, naturalmente sempre nel rispetto della norma. Nel rispetto precauzionale delle regole anticovid è stato organizzato anche un Flash mob nelle piazze. Sono scesi a protestare con una maschera nera in segno d’invisibilità e dando non a caso voce anche ai propri “bauli” fedeli compagni di viaggio di trasporto, sempre i primi ad arrivare nel luogo di un debutto di un artista e pronti a ripartire senza sosta per una nuova tappa, a ogni scesa di sipario. Interpellati diversi rappresentanti, in merito a quanto il mondo inerme sta vivendo, in tanti ci hanno dato attenzione ed espresso le loro più che giuste ragioni. Non per ultimo, dallo Sporting di Montecarlo siamo stati raggiunti anche dal cantautore Umberto Tozzi. Ci ha fatto presente che, anche lui per la prima volta nella sua carriera, ha tenuto in diretta streaming uno speciale concerto benefico completamente acustico. Per colpa di questa pandemia da più di un anno i miei musicisti, tecnici e staff sono rimasti senza un lavoro, ci spiega lo stesso Umberto Tozzi. Si sono visti rimandare anche un tour mondiale, pertanto sono corso in loro aiuto. Mi seguono fedelmente da vent’anni e molti hanno famiglia e figli, termina il cantautore, pertanto sono felicissimo di fare questo concerto e mi auspico chiaramente che questa sia un’opportunità di aiutare concretamente tutti i loro. Anche artisti come Marco Masini e tanti altri ci fanno sapere che stanno seguendo la stessa linea di sostegno solidare a favore dei loro musicisti, tecnici e addetti ai lavori, con l’auspicio che torni tutto presto alla normalità. Queste solidali iniziative sono senza dubbio degli eventi speciali e con uno show totalmente in forma acustica. Ognuno di loro, sarà pronto a garantire doppie emozioni ai propri fan. I biglietti di questi storici eventi acustici si possono acquistare e vedere solo digitando il sito ufficiale dell’artista, mentre l’intero ricavato dell’evento come espressamente voluto dagli stessi artisti, sarà devoluto a favore dei loro musicisti, tecnici e staff. In questi lunghi anni, oltre al Festival di Sanremo, ho avuto il privilegio di incontrare e intervistare molti di questi mostri sacri che hanno fatto davvero la storia della musica italiana nel mondo e assistere ai loro concerti, specie quelli dati sui nostri palchi in Germania. Li ho sempre conosciuti dal lato artistico, dove comunque la loro generosità e la loro a umiltà nei miei confronti è stata sempre encomiabile, soprattutto nel darmi attenzione anche là dove sono stanchi dopo ore di debutto, stressati o concentrati ma effettivamente e specie in questo momento così delicato e fragile, ho evidenziato ancora un altro grande pregio in loro, l’umana solidarietà verso il prossimo. Il reportage televisivo realizzato in collaborazione con la SDA FotoVideo Production è visibile al sito ufficiale di televideoitalia.net/intervistelive e corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • la MCI di Pforzheim dell'opera San Luigi Guanella, compie cinque anni. Pronto il piano di lavoro

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Con l’arrivo del nuovo anno non poteva mancare all'invito redatto dai due presuli guanelliani Padre Arcangelo e Padre Rocky (Maria Arokiadoss Antonyraj) della Missione Cattolica Italiana di Pforzheim. Insieme abbiamo sfogliato i nuovi programmi 2019 partendo subito dal loro stimatissimo ospite Don Umberto Brugnoni, il novello Superiore Generale dell'Opera Don Guanella arrivato da Roma, nonché decimo successore di San Luigi Guanella prescelto con maggiore fiducia e stima dai confratelli di tutto il mondo. Non è facile introdursi dentro a una realtà come questa. É ormai storia che la congregazione, è stata interpellata nell'offrire una collaborazione spirituale e di accompagnamento per gli italiani in gran parte naresi e residenti a Pforzheim, poiché pastoralmente gestiamo il Santuario di San Calogero a Naro. Stimolati dall'insistenza positiva e profetica del nostro compianto Gero Lombardo e accolta dall'allora Superiore Generale e dal suo consiglio, la nostra presenza guanelliana è stata resa concreta, ci dice Don Umberto Brugnoni. Ora il mio compito è di fare visita alle comunità. É la seconda volta che visito quella di Pforzheim e ho avuto modo di costatare che negli interventi fatti da p. Arcangelo e p. Rocky c'è ricchezza di proposta spirituale, animazione e sensibilità al valore che è Gesù Cristo per la vita dell'uomo. In due celebrazioni eucaristiche, ho avuto modo di incontrare sia la comunità italiana del posto, sia di vedere le prospettive future che hanno i miei confratelli e dico che in entrambi i casi c'è piena soddisfazione e approvazione della presenza della nostra opera guanelliana a Pforzheim. Rientro a Roma dunque convinto che la scelta fatta cinque anni fa è stata azzeccata e non come tanti altri contesti geografici del modo che sta perdendo lo spessore di una vita spirituale, autentica, coraggiosa e dinamica. Il lavoro, l'impegno, la ricchezza e la possibilità di migliorare lo stato della propria vita molto spesso prendono il sopravvento, su quello che è la nostra relazione con il Divino. Padre Arcangelo e p. Rocky invece partono da una dimensione centrale dell'uomo, dove la sua ricchezza sta con la relazione con Dio e nel suo essere figlio. É stato celebrato lo scorso maggio il ventesimo capitolo generale che è un po’ la massima autorità di una congregazione e che per tema portava il Carisma (che riguarda il dono ricevuto ma non da tenere ma donare e trasmettere ai bisognosi, che è quello che ci caratterizza); L’Intercultura (l'essere riuscito a mettere insieme un confratello dall'Italia, uno dall'India e ipoteticamente uno che arriva dall'Africa e vederli come testimoniano la fede, il vangelo e come servono con fratellanza, sintonia e sinergia i poveri e gli ammalati, nonostante le differenze culturali); La Profezia (quello di dire al mondo di volersi bene, indipendentemente dal fatto di essere diversi di cultura o nazionalità). Ecco, termina il Superiore Generale Don Umberto Brugnoni, i miei due confratelli a Pforzheim stanno realizzando davvero queste tre parole e vedo che in questa comunità si respira tali valori. Grazie per la vostra attenzione e terrò caro il ricordo anche del vostro intervento e contributo mediatico nel divulgare la nostra opera guanelliana. Cinque anni sono passati velocemente e ogni anno che realizzo lo considero un dono di Dio. Vengo dall'India ma sono stato formato dieci anni in Italia e quando mi hanno assegnato in questa comunità italiana a Pforzheim, ho riscontrato la stessa gioia, finezza, particolarità, ospitalità e fraternità ricevuta attraverso l'insegnamento. Ammortizzo quindi la nostalgia del mio Paese nativo, perché quello che ho trovato mi da il senso di una vera famiglia anche qui. Questo per noi padri guanelliani è fondamentale per valorizzare a pieno la vita spirituale, ci dice p. Rocky. In silenzio, con i nostri confratelli, ogni mattina preghiamo e facciamo meditazione. Da lì attingiamo la forza per andare avanti. La vita fraterna non è solo preghiera ma intervenire anche l'uno con l'altro confratello, quando necessita un aiuto. É così che insieme ampliamo anche il servizio pastorale rivolto ai bisognosi. Non mancano le difficoltà e le tristezze che si accumulano attraverso l'empatia degli altri, ma il Signore è misericordioso e ci da l'opportunità di realizzare a meglio le nostre opere caritatevoli. Con p. Arcangelo abbiamo fatto molte cose belle in questi anni. Adesso siamo riusciti anche a riformulare la nostra missione in sintesi attraverso un opuscolo scritto in italiano e tedesco. É distribuito a tutti i fedeli affinché tutti sappiano cosa facciamo. Tutto questo è stato possibile realizzarlo grazie anche a una richiesta fatta assieme ad altri missionari, presentata e approvata dal vescovo di Freiburg, rimanendo naturalmente in comunione sia con la diocesi sia con il decanato. Premetto che proprio il 15 di gennaio la nostra presenza nella Missione Cattolica Italiana di Pforzheim, intesa come gestione opera San Luigi Guanella, compie cinque anni grazie all’incarico affidatoci dall’Arcidiocesi di Freiburg. È da quindici mesi che sono qui e non nascondo le mie difficoltà avute nell’inserirmi in terra sveva. Un corso di lingua tedesca fatto attraverso Padre Ottmar Thomas Kuhn della comunità tedesca e che ringrazio vivamente, ci sta dando l’opportunità di integrare le nostre comunità italiane con quelle tedesche, ci dice p. Arcangelo Biondo. Il mio desiderio era conoscere la mia comunità del posto, creare una grande sinergia, una rete comunicativa e collaborativa restando in sintonia con loro e questo è fatto. ll nostro compito è dilatare la tenda della carità, perché il nostro specifico carisma è di comunicare un Dio misericordioso, un Dio Padre e attento ai più fragili. In questi mesi ho dipinto un quadro dei tipi e forme di povertà che apparentemente non si vedono come la solitudine, la depressione, le malattie etc. La Germania è una grande terra generosa e si lavora tanto ma per mantenere questi ritmi frenetici e turni di lavoro che in tanti arrivano a farne tre, molte famiglie sono indebolite e non riescono ad accudire la vita del proprio focolare. Oggi però, grazie all’aiuto del nostro buon Dio e al grande rapporto restaurato con i nostri fedeli del posto, molte cose hanno preso la giusta piega. Presentiamo così alla nostra comunità di Pforzheim un piano informativo affinché i nostri incontri si fortificano. Da domenica 10 di febbraio alle ore 18:00, nella nostra missione si terranno due corsi di guida pastorale per i fidanzati. Sabato 2 marzo ore 18:00, presso il centro italiano, il Mago Arcano (che sarebbe un mio hobby personale) terrà gratis uno spettacolo “Gospel Magic” dedicato ai bambini. Domenica 3 marzo in missione c'è la Festa di Carnevale. Domenica 19 maggio, presso la Barfüßerkirche di Pforzheim, si celebrerà la Prima Comunione e sabato 8 giugno la Santa Cresima. Giovedì 30 maggio e domenica 2 giugno ci sarà il pellegrinaggio a Lourdes con la guida spirituale di p. Rocky. Sabato 22 giugno si terrà la festa di San Calogero di Naro guidata dal nuovo predicatore narese Don Lillo Di Rosa, parroco della Santa Maria della Provvidenza a Scampia, Napoli. Non mancano iniziative e progetti come: “Un esperimento nel cuore” il potenziamento della Pastorale per gli ammalati e anziani, con l’aiuto di tre ministri straordinari della comunione e ancora, daremo maggiore attenzione alle vedove. Prolunghiamo l’offerta di Natale per il Cav di Agrigento Opera Don Guanella con lo slogan: salvare un Bambino dal rischio di aborto. Pensate in proposito che, ad Agrigento nella nostra famiglia guanelliana, una trentina di volontari da sedici anni si sono rimboccate le maniche affrontando questo drammatico tema sociale dell’aborto e salvato mille bambini. Pertanto grazie alla vostra generosità potremmo contribuire tutti a salvarne ancora altri. Nasce finalmente il “ Coro Ragazzi Missionari di Pforzheim” guidato dall’organista della missione Amella Vincenzo che, assieme alla stimatissima segretaria Tina Marsella, hanno varcato la soglia dei venticinque anni di fedele lavoro nella missione di Pforzheim e pertanto rinnoviamo le congratuliamo ad entrambi. Per la gioia dei giovani, arriva anche un tavolo da ping pong. Continua inoltre ogni primo del mese la Formazione del laicato, mirato ad adulti davvero maturi, con la Lectio Biblica guidata da p. Rocky laureato in Sacra Scrittura. Ringraziamo la tua emittente TeleVideoItalia Angela e attraverso te il Corriere d’Italia per avere accettato il nostro invito e per il preziosissimo aiuto che date alle comunità italiane in generale, con i vostri servizi televisivi e stampa, termina p. Arcangelo. Mentre voi, cari fedeli, sappiate che noi missionari siamo sempre disponibili ai vostri bisogni e che la carità non ha orario. Il nostro sogno nel cuore è aprire una casa guanelliana che si mette al servizio delle nuove povertà in terra tedesca. Sui passi e sull’esempio di San Luigi Guanella in Germania serviamo e promuoviamo i poveri senza distinzione di stirpe, nazionalità o di religione e con maggior urgenza serviamo quelli più vulnerabili nella loro dignità di uomini e figli di Dio, in particolare bambini, ragazzi, anziani e gli insufficienti mentali che chiamiamo “Buoni figli”. Fondamentale per la vita spirituale e non solo vi informiamo che: da lunedì a venerdì alle ore 19:00 nella nostra missione si celebra sempre la Santa Messa, come tutti i giovedì c’è l’Adorazione per chiedere a Dio il dono delle vocazioni. Questo è il terzo anno consecutivo che il “Germoglio di Dio” il gruppo di laici RNS (Rinnovamento dello Spirito Santo) cerca futuri catechisti, per rinnovare una speranza per la missione, chiedere al Signore il dono delle vocazioni speciali, guida al sacerdozio, da missionari e vita religiosa ma soprattutto laicali, perché preziosi sono nel portare avanti l’annuncio del Vangelo. Ne abbiamo tanto bisogno, quindi avvicinatevi. Siamo inoltre autorizzati e pertanto disponibili nell’esercizio di cappellani nell’ospedale Siloah di Pforzheim, anche per i fratelli e sorelle tedesche, per unzioni dei malati e accompagnamento spirituale. A tutti va la nostra benedizione fraterna e sacerdotale, assicurandovi le nostre preghiere e vi lasciamo con una riflessione: la vera meraviglia non è “l’uomo” che sia andato sulla luna ma è “Dio” che sia sceso sulla terra! Buon Anno e Alleluia. Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, é visibile su www.televideoitalia.net e www.corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Lucio Dalla, la privacy senza maschere. Padre Bernardo Boschi nell’omelia ai funerali del cantante

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Dalla, la pryvacy senza maschere. Padre Bernardo Boschi che domenica ha pronunciato l’omelia ai funerali del cantante torna sulle polemiche, per la presenza sull’altare della basilica di San Petronio di Marco Alemanno, compagno del cantante. La replica dell’Arcigay di Bologna. Lucio Dalla se ne é andato stroncato da un infarto. Se ne è andato alla sua maniera, in un silenzio imprevedibile, rumoroso come nei suoi celebri scat di Intervista con l’avvocato. Se ne è andato tre giorni prima di festeggiare 69 anni e di ricevere dagli addetti ai lavori, dai suoi fan che amava, dai tanti amici e colleghi che aveva visto crescere e che aveva cresciuto, lanciato verso l’olimpo musicale, dagli Stadio a Ron passando per l’ultimo Pierdavide Carone con cui si é esibito a Sanremo 2012. Il grande Lucio e le sue mille versioni, eclettico sempre diverso. In cinquant’anni di carriera ha reinventato e mischiato jazz, pop, tribal, lirica sempre a suo piacimento, diventando un manifesto nel mondo con la sua Caruso. Ma raccontando le storie degli ultimi di Piazza Grande, dei folli e degli erotomani soli e abbandonati di Disperato Erotico Stomp, degli innamorati ed illusi con Cara, Canzone e Telefonami tra vent’anni. Negli anni Sessanta e Settanta cantava il progresso con sguardo lucido, anticipando tempi, modi, luoghi e sensazioni, legando ad un solo unico e grande filo comune la possibile soluzione di una vita fatta di incertezze, fatta di noia e di paura di vivere: l’amore. Lucio Dalla ha avuto un grande successo non solo per il suo carattere istrionico, per la sua follia ma perchè aveva quella capacità sensazionale e, allo stesso modo, semplice che hanno solo grandi: lui era universale. Come un grande classico di Shakespeare, Lucio Dalla sapeva parlare dei particolari, in maniera grandissima ed universale. Qualsiasi cosa lui cantasse o scrivesse acquistava immediatamente la dimensione del “tempo zero”, vi basterà ascoltare pezzi come 1983, come L’anno che verrà, come Il motore del 2000 oppure tutto lo storico album Anidride Solforosa (datato 1975) per capire di cosa si sta parlando. Di quale artista, oggi in questo mese pazzo quanto lui, da domani dovremmo fare a meno. Eppure incalzano le polemiche. Così Dalla in un’intervista del 1979. Il suo padre spirituale: "Le polemiche su di lui, una vendetta gay" La Chiesa condanna il peccato, non il peccatore, quando questi fa un certo cammino». Padre Bernardo Boschi, il confessore di Lucio Dalla che domenica ha pronunciato l’omelia ai funerali del cantante, torna sulle polemiche per la presenza sull’altare della basilica di San Petronio di Marco Alemanno, compagno del cantante. Dalla era «una persona di grande fede e non ha mai voluto conclamare la propria omosessualità», dice Boschi, secondo cui le polemiche sono una «vendetta dei gay che volevano fare del cantante una bandiera». E che Dalla non avesse alcune intenzione di dichiararsi gay lo conferma anche un’intervista del 1979 alla rivista «Lambda», periodico del movimento di liberazione omosessuale che uscì dal 1977 al 1981 e che ieri ha ripreso a girare in Rete. Incalzato da Pietro Savarino, nel 1979 Lucio Dalla si rifiuta di dirsi gay e di fare dell’identità sessuale una questione pubblica: «Non mi interessa parlartene, dice, perché dovremmo stare sulla questione per giorni interi. E poi credo che non ve ne sarebbe bisogno, nel caso fosse vero. Io sostengo che ognuno deve comportarsi correttamente secondo la sua organizzazione mentale, la sua organizzazione sociale, ma fare dichiarazioni di voto mi sembra ridicolo. Non appartengo a nessuna sfera sessuale». Dalla rivendica con orgoglio la sua «non appartenenza» a qualsiasi area, politica, di pensiero, sentimentale: «Sono un uomo isolato, ecco perché mi rifiuto di collocarmi nel Pci, col quale non ho alcuna “area culturale” in comune. Sono un uomo abbastanza appartato anche a livello di sentimenti. Sono solo perché lo voglio essere, organizzo il mio mondo forse malinconicamente ma con coraggio, mi sento molto vicino al mondo del lavoro. Il fatto stesso di comunicare alla gente, a tanta gente, è un’esemplificazione di tante tensioni, tensioni emotive e a volte anche tensioni sessuali». Infine, il cantautore chiarisce una volta per tutte: «Non mi sento omosessuale, ma veramente, spero che lo capisca. Non mi sento omosessuale. Mi sento pronto e disponibile a tutte le situazioni di amore, di affetto, di amicizia, di sentimenti, di tenerezza. Ecco, sono un uomo disponibile, ma la mia cultura non è una cultura omosessuale, il mio modo di organizzare il lavoro non è omosessuale, ho amici quasi tutti eterosessuali; ho anche amici omosessuali che rispetto e ai quali voglio molto bene. Sono un uomo molto confuso, in tutto, ma credo che gli uomini abbiano il diritto a essere confusi, perché sono sgradevoli quelli che si ritengono conclusi. E poi sono vecchio, ho 36 anni, ma non vecchissimo. Spero di cambiare. Magari se ci vediamo fra tre anni, ti faccio tutte le dichiarazioni che vuoi». Di anni ne sono passati più di trenta, ma Dalla quello che ora si definisce «coming out» non l’ha mai compiuto. Anche per questo ieri padre Boschi ha aggiunto: «Ho avuto una sensazione molto sgradevole, di mancanza di civiltà nel leggere le polemiche sui giornali.Quelli che criticano sono sciacalli, iene. Sputano sentenze su cose più grandi di loro. Questi soloni che imperversano, dicendo che la Chiesa è ipocrita non sanno niente della Chiesa». Per il domenicano, le polemiche sono «micidiali sul piano umano». Anche «Gesù andava dalle prostitute perché si convertissero. Io sono andato tante volte a casa di Lucio, c’era anche Marco Alemanno, e non ho mai visto nulla». Sbaglia anche, secondo il religioso, chi ha malinteso la mano tesa verso il giovane: «Era un ragazzo che soffriva. Si dà quello che si ha, e dobbiamo dare il bene. Ma se dentro le persone c’è la malizia, la si vede ovunque». Mentre per Monsignor Giovanni Silvagni, vicario generale dell’Arcidiocesi di Bologna «si è voluto inventare un problema che non esiste, cavalcando l’onda mediatica per interessi che mi paiono un po’ estranei alla vicenda e ai sentimenti delle persone coinvolte». «Lucio Dalla non è mai stato una nostra bandiera né lo sarà»: replica l’Arcigay di Bologna. «Non abbiamo mai chiesto a Dalla di partecipare a un nostro “Pride” né ad altre iniziative perché sapevamo della sua scelta di riservatezza, anche se non nascondeva la sua omosessualità, e l’abbiamo sempre rispettata». Perciò «nessuna vendetta da parte dei gay. Anzi, nel movimento molti ci hanno rimproverato di non essere intervenuti. Messa alle strette, la Chiesa pensa di difendersi aggredendo noi. È la solita ipocrisia». E «sono molto rattristato dalle parole di padre Boschi che trovo sinceramente ammantate di livore ideologico» aggiunge il presidente nazionale di Arcigay, Paolo Patanè. «Nessuno ha mai mancato in vita nei confronti di un artista sublime come Lucio Dalla e nessuno ha mai inteso mancare in morte. A me personalmente ora preme solo il rispetto, l’affetto e il sostegno al compagno di Lucio Dalla e spero che una bella storia d’amore che la sorte ha colpito, possa generare libertà per la moltitudine di gay e lesbiche senza notorietà né diritti». Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, é visibile su televideoitalia.net/intervistelive e www.corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • ciak di La scomparsa di Patò. Da Camilleri a Naro e Pforzheim

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Esordio sul grande schermo per un adattamento tratto dallo scrittore siciliano Andrea Camilleri: al via il ciak di La scomparsa di Patò. Pippo Morello sindaco del Paese di Naro, in provincia di Agrigento, e Patrizia Salerno, assessore comunale al Turismo e Spettacolo hanno accompagnato il regista Rocco Mortelliti, lo scenografo Biagio Fersini e gli sceneggiatori Maurizio Nichetti e Andrea Camilleri in una visita dei luoghi del set. Ma non solo la provincia agrigentina è in festa. Anche la comunità narese, trasferitasi a Pforzheim, lo è: nel cast, infatti, ci sono due nostri connazionali, Daniele Rotondo e Franco Tesé. Il libro La scomparsa di Patò, scritto da Andrea Camilleri, sta per diventare dunque un film e il nostro Corriere d’Italia non poteva mancare a questo grande evento. Le riprese sono incominciate in Sicilia tra Naro, Agrigento: nella Valle dei Templi e la Scala dei turchi a Porto Empedocle. Il film, che ha avuto sostegno finanziario dal Ministero dei Beni culturali, è stato sceneggiato da Rocco Mortelliti, Maurizio Nichetti e dallo stesso Camilleri, mentre la casa produttrice è la stessa della serie televisiva di Montalbano, Palomar. Il romanzo è impiantato sulla corrispondenza epistolare, tra gli organi di polizia del Comune di Vigata ed i rispettivi superiori del capoluogo Montelusa. Si aggiungono articoli di cronaca dei quotidiani di Montelusa e Palermo oltre che alcune lettere di alte personalità politiche e burocratiche, in un intreccio gradevole e intrigante che si snoda sull’evento della scomparsa di un impiegato di banca, per l’appunto Patò, che porta all’epilogo di falsare la realtà dei fatti accaduti per compiacere i potenti locali. Tra gli interpreti non mancano grandi nomi come quello del mitico Nino Frassica (l’attuale maresciallo dei carabinieri della fiction Rai, Don Matteo) e Neri Marcoré (nel ruolo di Patò), a cui si aggiungono Maurizio Casagrande, Alessandra Mortelliti, Giliberto Idonea, Flavio Bucci, Simona Marchini, Danilo Formaggia e con la partecipazione di Roberto Herlitzka. Il paese di Naro è stato prescelto quale location poiché conserva intatti molti ambienti di fine Ottocento, sia a livello di interni di palazzo e chiese, sia nella struttura urbana. L’evento ha suscitato grande scalpore anche tra la comunità narese residente a Pforzheim: i coniugi Melchiorra e Vincenzo Rotondo, orgogliosi raccontano dei loro nipoti fraterni, Daniele Rotondo e Franco Tesé che residenti appunto a Naro fanno parte della troupe del film. “Ci siamo fatti inviare subito la storia di Patò”, racconta Vincenzo. “Siamo amanti della cultura in generale e sapere che lo scrittore Camilleri abbia scelto proprio il nostro Paese di origine per girare il film ci lusinga molto”. Dello stesso avviso anche il sindaco di Naro, Giuseppe Morello: “Siamo felici di ospitare il set di questo film nel nostro Paese, che è ricco di storia e tradizioni. Naro potrà così vivere quest’occasione nella prospettiva di un rilancio culturale e di una promozione e valorizzazione dei propri luoghi storici, nonché del patrimonio artistico e architettonico”. La piena disponibilità data dalla nostra amministrazione comunale alla troupe, nel dirigere e realizzare il film, darà senz’altro pieno risalto alla scenografia naturale del nostro Paese. Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, é visibile su televideoitalia.net/intervistelive e www.corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Paki Canzi e i Beat Generation anni '60, il leader del gruppo I Nuovi Angeli, porta una ventata

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Al Teatro San Babila di Milano in prima assoluta ha presentato lo spettacolo Beat Generation Anni ‘60. Il leader del gruppo I Nuovi Angeli, Paki Canzi lo ha presentato insieme a Duilio Martina, comico e imitatore, Renato Converso, comico. Ed ancora Jessica Resteghini attrice di prosa, Gianpieretti e Donatello, big della canzone degli anni ‘60/’70, decennio “Beat”, caratterizzato dalla contestazione giovanile e da mutamenti del gusto tali da influenzare ogni settore. Tutti riuniti dall’abile regia di Davide Saccà. Lo abbiamo incontrato durante le prove e Paki Canzi si fa loro portavoce Da dove deriva Canzi? è antico cognome di una famiglia che i Visconti resero nobile e gli Sforza riconfermarono, io sono la pecora nera Uno spettacolo bello e divertente. Pensate di portarlo in tournée? Sensaltro. Ci sarà una tournée contemperata con gli impegni di ciascuno. Ci divertiamo molto e anche sul palco siamo noi stessi. Il pubblico si diverte, perché coglie la nostra spontaneità oltre a vivere o rivivere emozioni. Come è nata l’idea di realizzare questo spettacolo e da chi? Davide Saccà che ho conosciuto da poco è un ‘fan’ da sempre. A quattordici anni sulla costa romagnola ha scavalcato un muro per assistere a uno spettacolo e ora è lui che ci ha messi insieme A distanza di circa quarant’anni, come giudica quel periodo storico? Irripetibile perché basato su professionalità, senso del dovere e sprezzo della fatica per conseguire lo scopo, dalla conquista di una donna al suonare bene. Oggi invece c’è molta strafottenza accompagnata da invidia. Si preferisce invidiare chi lavora piuttosto che sacrificarsi. Quali pregi e difetti ha avuto la beat generation? Il pregio principale è stato la spontaneità. Più che di difetti si può parlare di strumentalizzazioni dovute all’invidia, che è il vero cancro del mondo, del successo senza considerare i sacrifici e la fatica necessari per qualsiasi risultato. Per fortuna non sono affetto da invidia, il che mi permette di sorridere sempre alla vita, di per sé così fugace, nei momenti belli e brutti. Cosa pensa dell’attuale clima culturale? Detesto gli sgrammaticati e i reality come Amici. La fabbrica del nulla, X Factor, ce la fa uno su mille, e le trasmissioni in cui la gente pretende di diventare personaggio o litigando o dicendo scempiaggini o insultando. Sgarbi è antesignano del modello, ma ha dalla sua l’essere intelligente diversamente dai tanti che sono ignoranti. Grazie per l'attenzione che mi hai dedicato con la tua emittente TeleVideoItalia Angela. É stato bello rincontrarvi. Saluto tutti gli italiani emigrati e sparsi nel mondo. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Benigni... tutto Dante - canto quinto dell’Inferno - in tour mondiale.

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. - canto quinto dell’Inferno - in tour mondiale. Spettacolo in cui l’attore e regista Roberto Beningni interpreta la Divina Commedia, accompagnato da uno sguardo satirico sull’attualità. Una performance nei più prestigiosi teatri internazionali prima di dedicarsi di nuovo al cinema. Sguardo vivace e un saluto caloroso. L’acclamato regista attore premio Oscar Roberto Benigni, ci tiene a conoscere chi gli sta davanti, fissarne il nome e scoprirne qualche dettaglio. È così che ci accoglie quando andiamo ad incontrarlo. Un solo accenno al suo spettacolo ed è subito un fiume in piena di parole tanto semplici che riescono ad incantarci. “Il tour è nato per portare gli spettacoli agli italiani all’estero, dice,vengo per loro. C’è dell’allegria in fondo ai loro occhi. Un desiderio vispo, affatto languido che gli fa dire - io tornerò - proprio come nelle canzonette”. La sinergia con il pubblico durante gli spettacoli è un abbraccio amorosissimo, in lingua “benignana”. Un senso di bellezza che pervade i teatri quasi l’alchimia sprigionasse una sensualità erotica, come é accaduto a Parigi, Bruxelles, Grecia, Svizzera e non solo con i nostri connazionali. Lo spettacolo poi si espande, perché quel che Dante dice è talmente universale che nella mente di ognuno risuona qualcosa di immenso e per di più mostra la grandezza del nostro Paese. Poi il pensiero torna di nuovo all’Italia di oggi. “Ora è proprio tutta coperta ma queste ceneri nascondono un fuoco possente”. Chiediamo allora se Tutto Dante é un’operazione di divulgazione letteraria? No, assolutamente, risponde. Gli studenti hanno i professori. “Tutto Dante” è uno show nel vero senso della parola. Perché Dante è spettacolare e perché spero di fare spettacolo io. Non è nemmeno un fatto politico, seguita, il messaggio è racchiuso nell’abbraccio che rivolgo principalmente agli italiani che vivono all’estero. Come vede la situazione italiana attuale, specie con riferimento alle nuove generazioni? Conosco bene la situazione dei giovani in Italia, perché io vengo da là.” Poi la serietà dell’argomento cede subito il passo all’irrefrenabile ironia. “Io non fuggo perché non sono un cervello, giusto per quelllo”. Buffo, per un candidato al premio Nobel. Se non fosse per quella risata tanto aperta e sincera che quasi vien voglia di crederci. Pensa se ci fosse stata questa fuga dei cervelli nel Rinascimento e avessero lasciato andare all’estero persone come Michelangelo, Leonardo, Galileo, Dante. Il solo pensiero fa impressione. Cosa sarebbe accaduto? Tutte le arti e tutti i poteri moderni sono imitazioni delle arti e dei poteri italiani, del nostro Rinascimento. Qualsiasi impero è un’imitazione del nostro, almeno in Occidente. Che lo si voglia dire o meno, è così.” Poi Benigni si ricorda che tutto sommato siamo nella terra di Shakespeare. “Non per essere nazionalista, dice, voglio troppo bene all’Italia per esserlo ma quella voglia, quel desiderio di dire beh, son contento di esser nato lì ce l’ho tanto forte”. Roberto Benigni non riuscirebbe mai a risultare melenso o scontato. Quando parla dell’Italia arde di passione e si commuove come un bambino. Il tutto mentre pronuncia un’unica frase. Non gli servono telecamere né riflettori per essere ciò che è. Indossa il solito pullover a V con cui lo si vede sempre in foto e una sciarpa come unico vezzo d’artista. Tutto Dante è uno show dove i versi di Dante si mescolano all’attualità in maniera del tutto inedita. In un viaggio sorprendente fra satira e poesia. Alta letteratura e politica sbeffeggiata alla maniera di Benigni. Il tutto proposto con la leggerezza di chi è capace di far ammutolire e ridere intere platee, quasi a creare un sortilegio. Benigni promette agli spettatori, divertimento e riflessione insieme. Perché è come Dante e la Divina Commedia. C’ è l’Inferno e il Paradiso. Un momento per divertirsi e uno per commuoversi. Se non ci si diverte, non ci si può commuovere. In fondo questa è la sua lezione. Sbarcato nell’affascinante teatro di Londra, il Royal Drury Lane di proprietà del celebre compositore Andrew Lloyd Webber, lo show fa rotta verso l’America. Il tour si è rivelato un successo senza precedenti che ha superato ogni aspettativa per uno show di poesia unita a satira che ha riempito gli stadi della penisola e fatto il tutto esaurito nelle principali tappe europee. Benigni porta in scena il -V Canto dell’Inferno-, il canto più amato della Commedia, quello della lussuria che celebra l’amore di Paolo e Francesca. Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, é visibile su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Gatto Panceri vent’anni di carriera.

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. É uno dei cantautori napoletani contemporanei più apprezzati, nel panorama musicale italiano. Le sue canzoni sono autentiche poesie. Il nuovo lavoro dal titolo “Più che posso live” é un cofanetto cd più dvd che contiene una selezione dei momenti e dei brani più belli e significativi del concerto che il cantautore ha tenuto alle Acciaierie Sonore di Bagnoli. Un album live, registrato davanti a diecimila spettatori. Un concerto evento di grande successo per Gigi Finizio che ha superato, come numero di spettatori, quelli fatti da George Michael la settimana prima nella stessa arena. All’interno del cofanetto, anche il nuovo singolo “Basterebbe”. Lo abbiamo incontrato e Gigi Finizio, fin da subito, si é mostrato a noi molto disponibile e accogliente. A distanza di tempo, quanto devi a quel “Gatto” in funzione artistica? Il mio vero nome è Luigi Giovanni Maria Panceri. In quel periodo i cantanti avevano dei nomi strani e cognomi normali: Vasco Rossi, piuttosto che Zucchero Fornaciari ecc., quindi ho detto perché no un Gatto Panceri?. Sei in grado di scegliere tra la tua “prole artistica” il “figlio” che meglio “ti veste”? Le canzoni le vesto io, perché i miei dischi sono firmati, testi, musica e anche arrangiamenti. Quindi, in qualche modo, mi rispecchiano. Non sono uno che s’affida tantissimo agli altri. Sono abbastanza egocentrico. Vanti plurime e prestigiose collaborazioni con Giorgia, Morandi, Bocelli, Leali, Mina, Fogli, Baglioni, Meneguzzi ecc. Il tuo prossimo obbiettivo? Sai, a me piacerebbe molto lavorare con Elisa, ma lei scrive giá le sue canzoni. Mi piacerebbe lavorare anche con Tiziano Ferro e Giusy Ferreri. Ai trovato intesa con Patrick Djinas, Mogol, Gianni Bini e tanti altri, c’è a chi devi un grazie particolare e a chi invece avresti gradito maggiore sintonia? Nooo Angela! Assolutamente! Queste persone le ho scelte tutte nel periodo esatto. Patrick é davantia tutti, perché mi ha scoperto. Iervolino m’ha fatto vincere due dischi d’oro. Boursier con “Passaporto” anche. Bini m’ha aiutato a fare un disco coraggioso, tra il “Rock” e l’elettronica, Danilo Ballo mi sta dando la soddisfazione diavere “S.O.S.” in classifica. Quando i lavori vanno bene, sono tutti vincenti. A distanza di qualche anno, come stiamo a viabilità sonora o c’è dell’altro? Siamo messi sempre più male. In televisione c’è la tendenza a dare spazio, soprattutto agli interpreti e non ad andare a scovare le persone che si scrivono le canzoni. Per cui stiamo avendo tutta una serie di nomi, anche interessanti dal punto di vista vocale ma che non sappiamo cosa fargli cantare. Se noi continuiamo a fare X-Factor ed Amici, in cui si dà esclusivamente importanza alle voci e dove sentiamo dei ragazzi cantare quasi esclusivamente delle canzoni famose, io credo che continueremo a buttare ed a dare popolarità a gente che poi però, non sa che cosa cantare. Compositore, autore, interprete, insegnante di musica al C.E.T. e di seguito presso l’“Hope Music School”. Cosa ti soddisfa e ti sorprende o meno, di queste esperienze? Mi sorprende come a volte, razionalizzando, si riesce a dare, ad insegnare, come si scrive una canzone. Perché è vero che c’è una parte istintiva Angela, ma cen’è pure un’altra di ragionamento che va assolutamente fatta, perché alcuni sono allo stato brado. Pensano che basta mettersi lì, in una specie di trance, a scrivere una canzone. In realtà invece è una questione di cultura, di coerenza, di stile da trovare. Di personalità, nonché un problema di saper ascoltare tutto quello che c’è intorno. Essendo anche tu e tuo marito Dino del mestiere, non trovi anche voi due che sia cosí? Ti sei cimentato pure a livello letterario, con un libro. Di quale proposta si tratta e quali finalità si propone? Il libro uscirà a novembre, si intitola “Vita da Gatto” ed è firmato col mio vero nome: Panceri Filippo Luigi Giovanni Maria. Racconta di questi diciott’anni di carriera ed oltre. É un po’ tutta la mia esistenza, una vita straordinariamente strana, dalla parte pubblica, quella privata ed anche la parte intima. La kermesse sanremese, la ritieni ancora passaggio fondamentale per un artista? No, non fa più testo. E’ una cosa che guardano in pochi, distrattamente. Il Festival bisogna che sia la fucina ed il palcoscenico dei talenti, mentre troppo spesso vedi gente improvvisata, non si capisce bene. Anche voi due siete spesso in giuria e sapete quindi di cosa parlo. Credo che la kermesse abbia perso veramente tanto. L’amore è una cosa meravigliosa é un’utopia, oppure l’amore va oltre? L’amore è una cosa che muove la vita. Se tu non fai un lavoro con amore, un arredamento di casa tua con amore, se non hai qualcuno da pensare, un progetto, qualcuno che ti telefona, un messaggio che arriva, sei finito. Io credo che l’amore sia la necessità di stare bene con se stessi e con gli altri. L’amore è una roba molto complessa, una molla ed è una parola molto vasta. Nel 2000 ti sei esibito davanti al Santo Padre e due milioni di giovani, l'anno dopo hai cantato in Piazza San Pietro per la “Giornata mondiale della Famiglia”. Quali vibrazioni? Sono stati due giorni importanti. Però direi molto più intensa è stata la Giornata Mondiale della Famiglia perché, mentre alla grande kermesse di Tor Vergata c’erano vari artisti, alla Giornata Mondiale della Famiglia in Piazza San Pietro, ero da solo. Vari riconoscimenti, Premio Lunezia città di Aulla, Premio Torretta,“Sanremo”, “Festivalbar”, “Festival Show”, dischi d’oro, collaborazioni illustri, colonne sonore, componi ed interpreti con stile pezzi memorabili. A cosa punti ancora? Mah, anzitutto, a non cambiar lavoro, a scrivere una nuova “Vivo per lei”, un pezzo che giri il mondo indi, a fare un disco ancora più bello, interessante, non smettendo mai di aver la voglia di fare. Io non sono uno che vuole fare centomila cose. Grazie per essere venuti a trovarmi, é stato un piacere incontrare te Angela, l'intera tua famiglia e la tua emittente TeleVideoItalia Angela, faccio a tale motivo un saluto e un abbraccio a tutti gli italiani emigrati in Germania e comunque in Europa e nel Mondo. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Gigi D’Alessio 12 milioni di copie di dischi vendute, 1 disco di diamante, oltre 100 dischi di plati

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Passo dopo passo, concerto dopo concerto, è riuscito ad imporsi sul mercato nazionale ed estero, con più di dodici milioni di copie di dischi venduti. Un disco di diamante. Oltre cento dischi di platino vinti. Oltre un anno di presenza nella top ten dei più venduti. Numerosi i premi ricevuti. Il suo ultimo album “Chiaro” è il più venduto dopo Sanremo, riuscendo a posizionarsi nella top 5. Un successo clamoroso che gli ha permesso onestamente di riscattare i sogni chiusi da tempo nel suo cassetto. Incontriamo la celebritá partenopea Gigi D’Alessio che con umiltá ci accoglie dietro le quinte e ci mette subito a nostro agio. Napoli è un microcosmo? Novantanove volte su 100 finisci scugnizzo. Vengo dai quartieri popolari, cresciuto dalla nonna. Quando entravo in casa, battevo forte i piedi per far scappare i topi. E niente doccia. Scendevi per strada e ti fottevano la cartella. Poi la bicicletta. Poi il motorino. Alla quarta diventavi scugnizzo. Alla delinquenza ho preferito la musica, dieci anni di conservatorio. Coi matrimoni quando ha chiuso? Nel 1996. Dal ‘92 al ’96 facevo fino a 13 matrimoni al giorno, poi, finalmente, la svolta con un concerto a Napoli. Attaccavo i manifesti di notte, camuffato. A Caianiello non mi conosceva già più nessuno ma in città impazzivano. Affittai lo stadio e feci 40mila paganti. Lì è cambiato tutto. E nel 2000 mi sono trasferito a Roma. Senza più manager: ti fottono. Se deve, a chi deve la sua carriera da solista? Ad un povero posteggiatore. Mi chiamò per la comunione della figlia. Aveva 2 milioni e 500mila lire in pezzi da mille. Tutti i suoi risparmi. Mi vergognai e cantai gratis. Ha picchiato dei fotografi ultimamente. Tutti hanno ascoltato la versione di tutti ma la sua, quella vera, qualé? Erano appostati fuori, stavo da poco con Anna “Tatangelo”. Mi avvicino. Uno dei due, detto Er Millelire, si rivolge all’altro, detto Foggia: ‘Anvedi ‘sto napoletano der cazzo’. Non ci ho visto più e l’ho colpito. Gli si è aperta la fronte, sangue ovunque. Colpa dell’anello col rosario: vede, questo qua. Lei è un neomelodico? Il neomelodico non esiste. E’ una parola usata da un giornalista che amava Nino D’Angelo. Il melodico era lui, i neomelodici tutti gli altri. Dire che sono il principe dei neomelodici è come dire che sono il primo degli stronzi. Scrive solo canzoni d’amore? Non so fare altro. La parola più forte che ho usato è “carcere”. Sono un cantautore napoletano, mi esprimo in due lingue, l’italiano è quasi una lingua straniera. Nella sua sala c’è veramente il pianoforte di Carosone? E’ del 1974. Per Renato ero l’unico che poteva suonarlo. Ricordo sua moglie ai funerali: ‘Gigi, la favola è finita’. Mogol rivede in me le capacità di Battisti. Dalla era un amico. Fossati parla benissimo di me. All’estero duetto con Liza Minnelli. E’ vera la storia su Umberto Bindi? Si. Lessi che gli avevano pignorato tutto, anche il pianoforte. Ne fui colpito, così gliene mandai uno. Mi ringraziò, commosso. Quattro giorni dopo morì. Cosa cantò per il Presidente Clinton? Malafemmina. ‘Mister President, this is Bad Woman’. Era il periodo di quella lì, ci stava bene. Di quella canzone nata in un’ora, che ha salvato sul desktop col nome “Il Fatto” che ne farà? Ci lavorerò, è buona. Poi ve la regalo e i proventi li diamo in beneficenza”. Ringrazio te e la tua emittente TeleVideoItalia Angela perché, in questo modo, ho avuto l'opportunitá di salutare anche tutti gli italiani in Germania. É stato un piacere conoscerti. Sono stato accolto bene, con affetto e tanto calore. Riorneró senza dubbio. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Francesca Alotta, la cantante di “Non amarmi” fa tappa a Pforzheim

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Incontriamo allo Stadt Halle di Pforzheim Francesca Alotta, la cantante di “Non amarmi”. Una canzone cantata in tutto il mondo. Tra l’altro l’hanno cantata addirittura in due differenti versioni, nel disco di J. Lo “Onthe six” e sul palco di Pforzheim la ripropone live con Dino Saieva, voce maschile del popolare duo italiano Dino & Angela. Mi piace sempre misurarmi con forme d’arte diverse, afferma la cantante. É stato un onore e motivo d’orgoglio per me ed Aleandro Baldi. Ora sto riprendendo a suonare il pianoforte. Col nuovo album parte con una tournèe internazionale. Diventa una cantante famosa con “Non amarmi” cantata in coppia con Aleandro Baldi, si aggiudicano il podio al Festival di Sanremo. Il brano ricantato da Jennifer Lopez e MarcAnthony lusinga le aspettative di Francesca Alotta. É stato un onore e motivo d’orgoglio per me ed Aleandro Baldi che Jennifer Lopez e Marc Anthony abbiano decantato così tanto la nostra canzone, addirittura definendola una delle più belle canzoni in duetto degli ultimi vent’anni. Tra l’altro l’hanno cantata addirittura in due differenti versioni, nel disco di J. Lo “Onthe six”. Ed è una cosa ancora più eccezionale che sia divenuta una canzone famosa in tutto il mondo, dalla Russia all’America. Questo è sicuramente un altro grande motivo di orgoglio. Tre anni ospite a Domenica In. Si è trovata bene nell’ambiente televisivo? Le piacerebbe condurre un programma tutto suo? Mi piace molto fare televisione, anche se non mi piace affatto che spesso la musica venga utilizzata a piacimento degli autori televisivi che non ti danno più di un minuto e mezzo per canzone. Quindi, come anche tu sai Angela, ti costringono a stravolgere brani bellissimi, tagliando testi e musiche in maniera impropria. In nome dell’audience non ti fanno cantare quasi mai brani nuovi. La recitazione è una forma artistica nella quale si riconosce e che le appartiene? Sicuramente sono più a mio agio nel ruolo di cantante. Recitare implica doversi calare inun personaggio. Significa provare empaticamente quello che lui prova, ed èquello che si fa interpretando una canzone a mio avviso. Cerchi di sentire intimamente e profondamente quello che la storia di quel testo dice. Non trovo dunque che si discosti molto una cosa dall’altra. In entrambi i casi tiri fuori da dentro tutte le emozioni e le sensazioni più profonde interpretando. Si vedrebbe di più nellevesti di cantante, conduttrice o attrice? Come dicevo prima Angela, sono sicuramente più a mio agio nelle vesti di cantante ma mi piace sempre misurarmi con forme d’arte diverse. Ora sto riprendendo a suonare il pianoforte, dopo che avevo abbandonato gli studi al quinto anno di conservatorio. Ha duettato con Loredana Bertè, con Fiordaliso, ecc.. Con chi duetterebbe ancora? Ci sono diversi artisti con cui mi piacerebbe duettare, per esempio Michele Zarrillo, mi piace tantissimo e spero che un giorno o l’altro possa accadere. Che genere di musica ascolta e quali punti di riferimento ha avuto? In particolare amo la musica nera, soul, blues e quella inglese. Del resto, ascolto moltissimi generi totalmente diversi l’uno dall’altra, dalla musica classica aquella rock. Come punti di riferimento sono andata da Aretha Franklin a OletaAdams, a Mia Martini. C’è un nuovo album in uscita? Sto preparando un nuovo disco prodotto da Marco Falagiani autore anchedi brani come “Non amarmi”,” Gli uomini non cambiano” di Mia Martini edautore per altri grandi artisti da Marco Masini, Umberto Tozzi a Gianni Morandi, la Oxa. Inoltre sto preparando una tournèe internazionale con un grande chitarrista jazz Antonio Forcione, famoso soprattutto all’estero dove sistanno sperimentando nuove cose solo chitarra e voce. Ti ringrazio Angela che, attraverso la tua emittente TeleVideoItalia, mi hai dato l'opportunitá di salutare tutti i connazionali italiani in Germania. Sono stata bene e un particolare grazie anche al cantautore nonché tuo marito Dino, per avermi accompagnato con il brano “Non amarmi” prestandosi con la sua straordinaria voce. Un po di storia: Francesca Alotta, nata a Palermo nel 1968, è una cantante italiana. Nel 1991 ha vinto il Cantagiro con Chiamata urgente. Ha vinto il Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte con Non amarmi in coppia con Aleandro Baldi. Nel 1993 partecipa di nuovo al Festival con Un anno di noi. Nel '97 esce il suo album Buonanotte alla luna completamente formato da canzoni dedicate alla luna appunto. Tra queste, e la luna bussò, storica canzone di Loredana Bertè, con la quale duetta in questa rivisitazione. Nel 2004 partecipa al reality show Music Farm condotto da Amadeus, ed esce perdendo la sfida contro Marco Armani. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • I Ricchi e Poveri a Stoccarda: Revival o semplice nostalgia?

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Revival o semplice nostalgia? Ne parliamo con un trio ionac della canzone italiana, I Ricchi e Poveri che non hanno di certo bisogno di presentazione. Franco Gatti, Angela Brambati ed Angelo Sotgiu hanno dato vita ad una delle formazioni più popolari della canzone italiana, mietendo successi in Italia e all'estero per più di 35 anni. In occasione di un'esibizione live a Stoccarda, tappa obbligatoria per chi vuole gustare "il revival". Li abbiamo incontrati per scambiare quattro chiacchiere. Quale è il segreto del vostro successo? Franco:"Sicuramente la voglia e l'entusiasmo di fare questo mestiere. Naturalmente, non dobbiamo dimenticare i nostri collaboratori che abbiamo incontrato lungo il nostro percorso, che ci hanno permesso di arrivare fin qui". Oggi il pubblico vuole ritornare indietro, c'è voglia di revival, forse il tempo presente è troppo pieno di incertezze? Angelo: "Io credo che le incertezze ci siano sempre state e ci saranno sempre. Diciamo pure che forse è la forza delle canzoni che porta il pubblico a sentire l'esigenza di ritornare indietro. Le nostre canzoni sono diventate popolari perché hanno sempre captato gli umori e gli entusiasmi del pubblico". Quanto vi è servito il festival di Sanremo per amplificare la vostra popolarità? Angela: "Sicuramente è stato importante nel nostro percorso anche se non posso dire se saremmo arrivati fin qui se non ci fosse stato. Nel senso, chi lo può dire. Diciamo pure che, quando siamo saliti la prima volta sul palco dell'Ariston, c'era un solo modo di fare televisione e la gente rimaneva incollata davanti al piccolo schermo. Adesso ci sono mille altre distrazioni, e quindi anche per i Ricchi e Poveri sarebbe stato più difficile venir fuori dalla mischia". Che rapporto avete con le nuove tecnologie? Quando avete iniziato vi sareste mai aspettati una rivoluzione come quella di Internet? Angelo: "Certamente, no. Ci piace molto tutto questo anche se il progresso ci spaventa in un certo senso. Chi lo ha messo in piedi era cosciente del fascino di tutto ciò ma anche del rischio di perdere un contatto più vero con il mondo che ci circonda.Osservando i miei figli, mi rendo conto sempre di più che le giovani generazioni hanno perso il contatto con il supporto musicale, quello che per noi era il disco. E forse la perdita di questo contatto sarà un disastro per la musica". Se vi chiedo un sondaggio per realizzare una classifica ideale? Angela: al primo posto vedrebbe "Sara perché ti amo" afferma "...Ci ha portato molta fortuna e va rispettata. In una preferenza personale sceglierei Come Vorrei"; Angelo: "Sarà perchè ti amo" la canzone più votata nel sondaggio; Franco: "...dipende dalle situazioni. Sarà perchè ti amo ci ha portato al successo internazionale. Il mio gusto mi suggerisce Che Sarà. Anche se il business è...". Il passare del tempo non fa perdere identità ma evidenzia ancora una volta la qualità della musica "Made in italy". Grazie Angela, é stato bello incontrare te tuo marito Dino e, attraverso la tua emittente TeleVideoItalia Angela e il Corriere d'Italia per cui scrivi, salutiamo e abbracciamo naturalmente tutti i nostri fan del mondo.Il servizio televisivo redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo e visibile sui siti ufficiali di televideoitalia.net/intervistelive e corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Edoardo Bennato sui palchi tedeshi

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Anche se non é stato veramente tutto rose e fiori, il mito guarda con orgoglio il suo passato. Lo incontriamo subito dopo il suo spettacolare, debutto tenutasi al Residenzschloss Blühendes Barock Ludwigsburg, insieme ad altrri quattro artisti italiani che hanno rappresentato per la parte italiana perfettamente il nostro tricolore, come Toto Cutugno, il duo Dino & Angela, Pupo, Gino Castelli. Comé fare musica? Fare musica non è come progettare poltrone o automobili, dove il nome o il rapporto qualità-prezzo basta a se stesso. In molti campi sono solo i numeriche sanciscono le tue capacità. Nel mio mestiere non è mai stato così Qualcuno sostiene il contrario? Quando uscì il primo album “Non farti cadere le braccia” avevo già anni di gavetta alle spalle. Il direttore della Ricordi di allora, nonostante le canzoni fossero ben realizzate, mi chiamò per dirmi che ce l’avevano messa tutta, ma la mia voce secondo alcuni era sgraziata e per questo i miei pezzi non passavano. Era come non esistere, nessuno avrebbe comprato un mio disco se non funzionavo in radio o in televisione. Come se ne é uscito da questo impatto negativo? Presi il mio tamburello a pedale e mi piazzai di fronte al bar Vanni di Roma, vicino alla sede della Rai. Così venni notato dal direttore di “Ciao 2001”, settimanale di musica molto importante in quel periodo. Iniziai a suonare nei festival con Franco Battiato e molti altri cantautori della mia generazione. Fu allora che mi guadagnai la patente, quella che fino a quel momento mi era stata negata dall’industria discografica e dal mondo dorato dello spettacolo. Come é arrivato alla popolaritá e nelle classifiche? Da cantante di avanguardia ho raggiunto la popolarità con brani di un certo contenuto ma comunque rivolti a tutti. Per questo ho conquistato le classifiche. A quel punto però ho dovuto affrontare la diffidenza, non solo di chi all’inizio aveva creduto in me ma anche quella dei discografici che cominciavano a guardare con sospetto il mio percorso alternativo, in continua crescita. Così sono rimasto da solo, con la mia rabbia e la mia disperazione. Lei è stato il primo artista italiano a essersi esibito a San Siro. Che emozioni ha provato nel battezzare un luogo così importante per la musica? È stato un momento fondamentale della mia carriera, non per i 75 mila paganti diquel concerto ma perché in quei giorni avevo riempito gli stati di Massa Carrara, Genova, Torino e Napoli. Il tutto nel giro di sole due settimane. Un risultato cui avevo iniziato a lavorare quando, dopo il primo disco, mi dissero che non c’era più niente da fare. In che modo va difesa l’identità regionale nella musica leggera italiana? La nostra identità regionale è un tesoro apprezzato all’estero alla stregua della nostra identità nazionale. Bono degli U2, peresempio, quando ha iniziato a collaborare con Pavarotti ha scoperto la canzone napoletana e i suoi grandi interpreti. In realtà, il nostro pop si è evolutocon l’influenza della musica in arrivo dagli Stati Uniti. Penso a Mina,Celentano, Morandi, Little Tony e anche a Peppino Di Capri, un artista che considero d’avanguardia. Un precursore della musica dei Beatles. Sanremo è stato spesso veicolo d’esportazione? Già, dal Festival hanno preso il volo carriere importanti come quelle di Eros e Vasco, Però, sotto certi aspetti Sanremo è sempre stata una barzelletta. Per esempio, il regolamento prevede che si presentino solo pezzi inediti. In realtà, molti casi nel passato dimostrano che quella norma non è stata rispettata. In questomomento qul’è il problema sociale che le sta più a cuore? Mi preoccupano le donne. Con tutto ilrispetto che nutro per il mondo maschile, sono loro che con il loro impegno portano avanti la baracca, in ogni campo. Tuttavia, imitano troppo gli uomininei comportamenti peggiori. Parlano, fumano e amano come loro. Chiedo alle donne di credere nella loro femminilità e di difenderla a ogni costo. Due aggettivi per descrivere Napoli? Bella, perché nonostante tutto Napoli resta la città più bella del mondo. É condannata, in quanto non sembra in grado di sfuggire al suo destino negativo. In fondo, però, ho ancora la speranza che la situazione possa cambiare. E, come canto nel ritornello di “La mia città”, non cambierà mai niente se ci credo solo io. Grazie a te e alla tua emittente Angela TeleVideoItalia Angela, é stato un piacere incontrarvi. Saluto tutti gli italiani in Germania e tutti quelli che amano la mia musica. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • San Biagio Platani - Remchingen, venticinque anni di gemellaggio

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. San Biagio Platani - Remchingen, 25 anni di gemellaggio. Venticinque anni di fratellanza tra due popoli sanciti da un gemellaggio ormai passato alla storia e in tale occasione non potevano certo mancare i giusti festeggiamenti tra le due comunità, quella sambiagese e quella di Remchingen in Germania. Stipulato nel lontano 1986, il gemellaggio è diventato ormai un punto fermo per le due cittadine, momento di scambi culturali, sociali e commerciali non sempre però colti al massimo delle potenzialità. Se è vero infatti che il gemellaggio è stato un propulsore importante per la crescita e lo scambio culturale reciproco, non altrettanto può dirsi per l’aspetto economico, incoraggiato da rari e timidi incontri commerciali, che non hanno dato la giusta spinta per la creazione di un vero canale di scambio tra i prodotti tipici. Ma tornando ai festeggiamenti per l’anniversario, una delegazione di sambiagesi é partita nel fine settimana, direzione Germania, per l’evento che svoltosi dal primo all’undici luglio. Un calendario fitto di eventi che ha visto anche tra la delegazione italiana, un gruppo di musicisti dell’orchestra del Teatro Massimo di Palermo. Tra il comune di San Biagio Platani e la cittadina tedesca di Remchingen perdura dunque un gemellaggio da oltre 25 anni . E’ stato voluto dai nostri emigrati che hanno sensibilizzato la due amministrazioni. L’atto costitutivo è stato firmato nel 1986 dal borgomastro Wolfgang Oechsle e dall’allora sindaco Gaspare La Rosa. Il tutto si é concluso in un’atmosfera armonioso con un Galá, dato in onore delle due Cittá gemellate, con la presenza del rinomato duo italiano Dino & Angela. grazie alla disponibilitá avuta dal dipartimento europa managing della SDA Sanremo Eventi. Si voleva dare un segno di riconoscimento tangibile ad un’amicizia maturata negli anni nel rispetto dei nostri concittadini che si sono affrancati dal bisogno con il loro lavoro in un clima di generosa accoglienza da parte delle autorità comunali tedesche rivelatesi particolarmente attente ai loro problemi. I rapporti tra le due comunità si sono intensificati con annuali scambi di visite sempre improntate a grande cordialità e reciproca stima. Gli amici tedeschi hanno addirittura dedicato una piazza al nostro comune. Il borgomastro Wolfgang Oechsle è rimasto in carica per 36 anni, sino all’anno scorso, ed ha conosciuto tutti i sindaci che si sono avvicendati dal 1986. Proviamo a citarli tutti: Gaspare La Rosa, Piero Calderone, Stefano Amella, Piero Spoto, Biagio Conte, Salvatore Grado, Santino Sabella, Carmelo Alba e Filippo Bartolomeo, cui vanno aggiunti, intercalati, due commissari regionali. La settimana scorsa è giunta una folta delegazione da Remchingen guidata dal nuovo giovane borgomastro Luca Wilhelm Prayon. Presente, come sempre, il suo predecessore. E’ stata accolta alle porte del paese da tanta gente e dalla banda musicale che ha eseguito gli inni nazionali dei due Paesi. Il sindaco Bartolomeo ha rivolto un cordiale saluto e un sentito ringraziando per il trattamento riservato ai nostri emigrati. Gli ospiti hanno portato al seguito il loro complesso bandistico, diretto dal maestro Roland Eberle, che si è esibito durante le processioni del venerdì santo, del giorno di Pasqua, e nel corso di un concerto tenuto, assieme alla banda musicale di San Biagio, diretta dal maestro Gino Longo, presso il cine-teatro Bellini, ieri sera lunedì di pasquetta. Un intrattenimento molto gradevole in una sala gremitissima di gente che non ha lesinato applausi a scena aperta ai componenti dei due complessi che si sono alternati sul palco con un ricco repertorio. Per l’occasione, è stato consegnato dal sindaco Bartolomeo un attestato di encomio conferito con propria determina del 5 aprile, al prof. Gaspare La Rosa “per avere contribuito a rafforzare i rapporti tra le due comunità attivando tutte le procedure attinenti alla proposta di gemellaggio avanzata dal borgomastro Wolfgang Oechsle, sino alla firma congiunta della sua istituzione”. Analogo encomio, conferito con precedente determina, il sindaco ha rilasciato, a Stefano Amella “per essersi adoperato con ardore ed impegno per la buona riuscita dell’intesa con la cittadina tedesca, con l’augurio che, in qualità di presidente dell’associazione “Pro gemellaggio”, continui ad adoperarsi con lo stesso entusiasmo per incrementare lo spirito di amicizia e di collaborazione”. Il prof. La Rosa, in un suo intervento, ha tracciato le tappe dell’iter burocratico per raggiungere l’obiettivo. Mentre il sindaco Bartolomeo ha avuto parole di stima e di apprezzamento per tutti gli ospiti. Anche se col gemellaggio non sono state raggiunte tutte le ambiziose finalità di interscambio economico (non certo per demerito dei nostri interlocutori tedeschi), resta il fatto che i rapporti instaurati con Remchingen hanno sicuramente contribuito a dissipare le incomprensioni e i pregiudizi che spesso ci accompagnano lungo il nostro cammino al di fuori della nostra Isola. Un traguardo da non sottovalutare. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Ventennale gemellaggio tra Vicenza e Pforzheim il sindaco italosiculo Variati incontra Gert Hager

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Ventennale del gemellaggio tra Vicenza e Pforzheim sabato 17 settembre il sindaco Variati ha incontrato Gert Hager, sindaco della città tedesca e una delegazione da Pforzheim. Vent’anni fa, il 28 aprile 1991, in una sala Bernarda gremita di amministratori e di cittadini di Vicenza e di Pforzheim, il sindaco di Vicenza Achille Variati e il sindaco della città tedesca di Pforzheim Joackim Becker sottoscrivevano il primo gemellaggio nella storia di Vicenza, considerato da entrambe le città un punto di partenza verso duraturi e proficui interscambi in campo economico, culturale e sociale. A seguito il sindaco della città tedesca Joackim Becker, concluse per eccellenza l’incontro con un Gala dato in onore delle due Cittá unite. Intrattenimento che, grazie alla disponibilitá del dipartimento europa managing della SDA Sanremo Eventi, fú onorevolmente allietato e non a caso dalla presenza degli artisti Dino & Angela, il rinomato duo italiano che in un’altra occasione, si evidenzió televisivamente con l’esordio ottenuto all’Europa Festival, nel rappresentare l’Italia in una originale performance. Sabato 17 settembre lo stesso Variati, insieme al consigliere delegato ai gemellaggi Federico Formisano, ha celebrato il ventennale del gemellaggio incontrando a palazzo Trissino, in sala Stucchi con il sindaco di Pforzheim Gert Hager e una delegazione di trentacinque cittadini della città tedesca in viaggio a Vicenza fino al 20 settembre. Poi, il consigliere Formisano ha accompagnato il gruppo ai giardini Salvi, dove il 28 aprile di vent’anni fa è stato piantato un tiglio donato da Pforzheim a Vicenza. La formula contenuta nell’accordo sottoscritto vent’anni fa prevedeva l’impegno a mantenere vivi i legami tra le due municipalità; a favorire in ogni campo gli scambi tra i concittadini per sviluppare, con una migliore comprensione reciproca, il sentimento della fraternità; a congiungere gli sforzi verso il compimento dell’unità europea nella giustizia e nella pace, valori di riferimento fondamentali; a coordinare azioni comuni volte alla diffusione della cultura della solidarietà, con l’impegno per l’aiuto a comunità sottosviluppate, oppresse e perseguitate. La città di Pforzheim, prima che con Vicenza, aveva già siglato due gemellaggi. Il primo con la città basca di Guernika, a cui è legata da una storia comune: entrambe sono state rase al suolo durante la seconda guerra mondiale. Il secondo con la città francese di Saint Maur des Fosses per affinità di tipo sportivo. L’iter che ha portato Vicenza e Pforzheim al gemellaggio è stato lungo ed è iniziato già negli anni ottanta con contatti e scambi in ambito imprenditoriale, in particolare tra aziende del settore orafo ed in ambito associativo, grazie anche ai contatti con l’associazione di cultura italo-tedesca che aveva ed ha tutt’ora una propria sede a Vicenza. Tuttavia, è nel settembre 1989 che il consiglio comunale di Vicenza approva ufficialmente il gemellaggio motivando la scelta con l’individuazione di un comune che abbia caratteristiche socio-economiche e demografiche affini a quelle di Vicenza. In particolare, l’affinità maggiore con Pforzheim fu riscontrata nella vocazione della città (definita “la città dell’oro” come Vicenza) per la lavorazione dell’oro, degli orologi e dei gioielli che, fin dal 1767, ha dato fama e prestigio a livello internazionale. Gli obiettivi del gemellaggio non si fermavano solo a rapporti di collaborazione a livello imprenditoriale, ma la volontà fu quella di dare un grande impulso anche agli scambi tra studenti e scuole, per contribuire a far crescere e rinsaldare nei giovani un forte sentimento europeo, perché i giovani di Vicenza e di Pforzheim si sentano prima europei che italiani o tedeschi e perché possano coltivare sentimenti di pace e di tolleranza attraverso la reciproca conoscenza e lo studio delle proprie culture. Inoltre, il gemellaggio si proponeva anche un’incentivazione degli scambi tra cittadini, tra associazioni in ambito culturale, sportivo, ricreativo e sociale. Principi questi, ribaditi anche nelle linee di indirizzo approvate dal consiglio comunale di Vicenza nel febbraio 2010 in materia di gemellaggi, patti di amicizia, patti di fratellanza e scambi nazionali ed internazionali. In questi vent’anni, pur con alcune fasi alterne, l’attività è stata sempre intensa a livello scolastico con migliaia di giovani studenti che sono ospitati annualmente nelle famiglie di Vicenza e di Pforzheim durante le attività di scambio tra le scuole superiori delle due città e che continuano tutt’ora grazie anche al grande impegno ed alla passione di tanti insegnanti che hanno creduto e continuano a credere nell’esperienza del gemellaggio come ottima occasione di scambio linguistico ma anche come opportunità formativa personale per i giovani. Anche in ambito sportivo nel corso degli anni sono state organizzate significative attività tra associazioni, sia in ambito calcistico che cicloturistico, con interessanti escursioni di sportivi vicentini lungo il sistema di piste ciclabili della Foresta Nera, facendo apprezzare, oltre al valore ricreativo anche la valenza ambientale della regione. Consolidati e sempre entusiastici sono anche gli scambi tra le associazioni alpinistiche delle due città che coinvolgono costantemente anche altre città gemellate, tra cui Gernika, gemellata con Pforzheim e Annecy gemellata con Vicenza, in iniziative comuni ed escursioni. Sempre attivi e produttivi sono stati gli scambi a livello amministrativo tra le due municipalità ed importante per Vicenza è stata anche l’opportunità di apprendimento sul piano tecnologico, avvenuta a Pforzheim, anche in occasione della visita di un parco tecnologico molto avanzato realizzato in una zona industriale dismessa della città. Per quando riguarda l’ambito imprenditoriale, in particolare quello orafo, primo impulso e stimolo alla realizzazione del gemellaggio, in questi vent’anni ha attraversato fasi difficili e risentito pesantemente della difficile situazione economica sia a livello nazionale che internazionale. Tale congiuntura ha avuto come conseguenza, prima a Pforzheim e poi a Vicenza, la ristrutturazione e la conseguente contrazione della consistenza numerica delle aziende attive nel settore. Ciò ha comportato anche una progressiva riduzione delle presenze delle aziende di Pforzheim alle diverse edizioni delle annuali fiere dell’oro vicentine, che la città di Vicenza in collaborazione con la Fiera sta cercando di favorire ed incentivare. L’ambito in cui le due città hanno deciso negli ultimi anni di impegnarsi sempre più è quello della partecipazione a programmi e bandi europei, attraverso la costruzione di una rete di collaborazioni e partenariati con le rispettive città gemellate o legate da patti di amicizia e cooperazione, che consentano l’accesso ai fondi europei per progetti in ambito ambientale, delle nuove tecnologie, culturale e sociale. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Rosalinda Celentano sui palchi tedeshi

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Incontriamo una personalità davvero unica e rara. L’abbiamo incontrata a Pforzheim, ospite nella Notte Italiana organizzata dal dipartimento europa managing SDA Sanremo Eventi, dell’Accademia della Canzone Italiana in Germania. Artista poliedrica, Rosalinda Celentano si interessa di pittura e scultura. Ma anche nel cinema ha dimostrato di essere capace di provarsi in ruoli completamente diversi. C’è qualcuno a cui è particolarmente affezionata? Confesso che la “Passione di Cristo” è stata un’esperienza così estrema che ha segnato una forte impronta nella mia anima. Sono un’autrice atipica, che ama l’arte come l’amore e l’amore come arte. Nei miei quadri ho invertito la bocca con gli occhi e viceversa e non ho un’idea ordinata del cinema nella mia testa. Il ruolo donatomi da Gibson rimane forse il più importante per la durezza e per tutta una serie di eventi che ne hanno fatto da sfondo. Con il suo Satana della “Passione di Cristo” di Mel Gibson, ha dato dimostrazione di come oggi sia ancora possibile comunicare e trasmettere emozioni mediante lo sguardo. Che tipo di lavoro è stato fatto per raggiungere quell’intensità? Confesso che il ruolo di Satana non era presente nella sceneggiatura originale ma Gibson, dopo aver visto una mia foto ha voluto riscriverla per inserire il mio personaggio. A quel punto ho accettato, dichiarando di voler lavorare gratis. L’ho fatto per cinque splendidi mesi e confesso che al momento del provino in aramaico, non avevo ancora capito di che genere di esperienza sarebbe stata. Mi è stato chiesto di tagliare le sopracciglia e forse questo ha incrementato l’intensità dello sguardo. Sono felice per i complimenti che continuo a ricevere, ma il merito è soprattutto di un genio come Mel Gibson, grande attore, formidabile regista. Perché l’addio al cinema? Mi sento un'attrice atipica. Io non ho la testa da attrice. É un complimento che mi ha fatto Mel Gibson. Non amo molto chi fa questo mestiere. Gli attori sono troppo egocentrici, pensano solo allo specchio ma dovrebbero averne più d'uno, dentro e fuori. Tutti ti dicono quanto sei brava ma poi ti propongono solo lavori di basso profilo. Cosa pensa di una Famiglia se artisti? Quando si è artisti, sarebbe meglio non avere bambini, perché loro hanno bisogno di attenzioni e di amore. Di una presenza che non può essere sostituita dalle tate. La famiglia forte che hanno costituito mia madre e mio padre ad esempio, è costituita da loro due e basta. É una cosa bellissima ma crea dei vuoti a un figlio. Quando manca l’amore materno e paterno accade un disastro. Spesso si cerca la distruzione. É vero che vuole lasciare l'Italia? Voglio andare in Spagna o a New York per studiare. Per fortuna ho la pittura, i miei quadri neo-impressionisti. Sto preparando un’altra mostra, dopo la prima personale a Brera, se ricordo bene ha dei suoi esordi al cinema, da “Yuppi Du” a “Treno di Panna”? Della primissima volta ricordo solo un aneddoto. Ogni volta che il regista gridava “azione”, io puntualmente gridavo “stop”. Mio padre allora cercava di farmi capire che ogni volta che dicevo “stop” i soldini scalavano, ma all’epoca mi divertivo così, e forse già li si intravedeva un lato del mio carattere. Per il resto, delle mie prime volte sul set ricordo davvero poco. Si parla della difficoltà di fare cinema in Italia. Cosa ne pensa? Credo che in questo momento in Italia stia avvenendo un vero genocidio culturale. E’ totalmente il desiderio culturale di andare oltre il semplice sguardo perché la novità fa paura. Penso seriamente che o prima o dopo andrò via, perché qui non riesco a trovarmi bene. No ho il computer per scelta e il primo cellulare l’ho comprato solo tre anni fa, ma forse in questo sono un po’ troppo “estremista” io. Ma se è vero che oggi, accendendo una tv, una ragazzina si ritrovi incinta, visti i messaggi che continuano a passare, a quel punto scusate, ma io scappo! Un saluto a tutti gli italiani in Germania e grazie soprattutto a te e la tua emittente TeleVideoItalia Angela, per avere evidenziato la nostra venuta, sei simpatica e mi ha fatto piacere conoscerti. Sai fare bene il tuo mestiere. Conto di rincontrarci in altrettante occasioni. Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo, é visibile su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Riccardo Fogli in concerto a Monaco

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Riccardo Fogli in concerto, Lo incontriamo con un repertorio che in gran parte é quello della vita di tutti noi. Quando hai deciso di fare il cantante? E’ cominciato come un hobby che sognavo. Sai, io sono figlio di un metalmeccanico. Papà era nato e vissuto in un momento storico in cui era difficile avere un mestiere. Lui voleva la sicurezza di poter dare a noi da mangiare tutti i giorni e infatti, a 14 anni, anch’io lavoravo giá come metalmeccanico in una grande azienda. Il resto è venuto da sè. Mi iscrissi a scuola di musica, poi ad un concorso di voci nuove. Lo vinsi e da lì cominciai a sentirmi un pò “cantante”. Il mio maestro mi trovò nel frattempo alcuni ingaggi. Trasferito a Piombino, trovai un gran fermento musicale. Scelsi il gruppo che più mi somigliava e ci iscrivemmo al festival di Ariccia. Dopo varie frequenze, incominciò la mia avventura con i “Pooh”. La favola cominciò nel ‘66 e finì nel ‘73, con un po’ di lacrime e un po’ di dolore e cominciai la mia vita daccapo, fra alti e bassi. Ad ogni modo ho poi vinto il Festivalbar, Sanremo, la vela d’oro ed ho pubblicato molti album di cui l’ultimo, un cd singolo dal titolo “ ci saranno giorni migliori” che anticipa l’album che uscirà a breve e conterrà 11 brani inediti ai quali sto lavorando da tempo. Cosa ti piace o meno di questo lavoro” Sai, questo è un mestiere che rasenta l’effimero. Ad esempio, a 18 anni ho detto ai miei che non sarei tornato a casa perché avrei suonato con i “Pooh” di fatto mollando tutto. Ci vuole del coraggio e un po’ d’incoscienza nel fare una scelta simile. Non solo, per suonare ho dovuto trascurare per anni molte cose che fanno parte della vita degli adolescenti. Anche cose quotidiane, come giocare a calcio o altri hobby normali per i ragazzi. Vivevo di sogni. Cosa abbastanza strana per quel periodo e all’inizio non è il massimo. Inoltre, ogni tanto rischi di fare la figura del “fissato” perché passi tutto il tuo tempo a suonare mentre gli altri fanno “i ragazzi”. Questa professione è un vero salto nel buio. Non c’è nessuna certezza. Si sta chiusi in una stanza a cercare di dare il meglio di sè ma non si sa fino all’ultimo se quel pezzo di vita che stai raccontando piacerà oppure no. Infatti molte idee non sono mai arrivate al pubblico. Che consigli puoi dare ai giovani che si avvicinano a questo mestiere? Che questa è una professione a tutti gli effetti fatta di rinunce, di notti passate al volante, di panini, di Maalox. Perché durante il concerto sei il cantante, il protagonista. Ma prima di arrivarci hai chilometri di code da fare. Devi ogni sera trovare la voce, la concentrazione, lo spirito giusto e la camicia stirata, lasciando giù dal palco qualsiasi problema personale. Quanto durerà il tuo tour quest’anno? è un lungo tour che in realtà dura da tutta la vita. Con i “Pooh” diventammo bravi perché suonavamo tutto l’anno, senza fermarci. Tra le canzoni che scrivevamo facevamo le “cover” dei grandi gruppi. Questo, ha fatto crescere la nostra capacità di spaziare nella musica. Come nascono le tue canzoni e attraverso quale processo creativo le tue idee arrivano ad essere dei prodotti finiti? a volte nascono degli embrioni di canzone da un pensiero, buttato giù al computer (oggi) o su un pezzo di carta appoggiata ad un ginocchio, poi si ascolta l’idea e la si elabora vestendola con il testo e con l’arrangiamento. Le idee vengono fuori da libri, film, o da sensazioni che mi provengono dall’esterno. L’artista è come un amplificatore di emozioni. Filtra attraverso il proprio personalissimo senso emotivo, le sensazioni che la vita offre e le rielabora cristallizzandole in suoni e poesia Hai fatto sposare o fidanzare qualcuno con le tue canzoni? Si mi è capitato e non solo con le canzoni che hanno avuto successo ma anche con quelle minori. La gente legge tra le righe e si appropria delle canzoni. Questo è straordinario. Talvolta, riesco quasi ad individuare negli occhi delle persone le canzoni alle quali sono più legate. Sei sempre riuscito a distinguere la persona dal personaggio? A volte. Sopratutto tra i giovani, si tende a fare confusione tra le due figure. In particolare per quanto riguarda il soggetto al quale è rivolto l’affetto del pubblico, indirizzato più spesso al secondo che non alla prima. Tieni a lasciare la tua vita fuori dal palcoscenico? C’è chi tiene a lasciare la propria vita personale fuori dal palcoscenico e chi invece non si crea problemi. La verità forse sta nel mezzo. Io nelle mie canzoni parlo delle mie cose personali. Ho parlato di mio figlio nel brano Sigfrido, perché stavo leggendo Sigfrido e la mia compagna rimase incinta e per me mio figlio era Sigfrido, l’invincibile per un certo numero di mesi nella pancia della mamma. Poi, a metà gravidanza, ho desiderato che il mio bambino fosse solamente un bambino come tutti gli altri. E per fortuna lo è. Io non mi nascondo alla gente anzi, vado a fare la spesa al supermercato con la mia donna e il mio bambino che spinge il carrello. Questo solo per dire che sono me stesso, sempre. Del resto non ho difficoltà in questo senso, anche perché il rapporto che ho con il mondo è molto buono. Dino, Angela sapete, siete una bella coppia anche musicalmente, avete una bella grinta e regalate emozioni, vi ho ascoltato prima e mi siete davvero piaciuti e del resto, affrontare cinquemila persone sotto un palco come questo di questa serata é tosta per tutti! Mi ha fatto davvero piacere incontrarvi e faccio anche un grande saluto attraverso la tua emittente TeleVideoItalia Angela, agli italiani nel mondo e a quelli che mi seguono musicalmente. Ciao da Riccardo Fogli. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Enzo Ghinazzi o meglio conosciuto Pupo. Dalla musica alla televisione

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Enzo Ghinazzi, meglio conosciuto in arte "Pupo". Dalla musica alla televisione, facendo un'incursione inaspettata in teatro, ecco chi ama le sfide. Sul palco del teatro dei Filodrammatici di Milano è di scena fino al 22 febbraio "Il grande Croupier" che vede come protagonista Enzo Ghinazzi, conosciuto al grande pubblico come Pupo. Una scelta inaspettata. Lo incontriamo e giá da subito, con grande generositá, ci da spazio e nasce cosí anche una grande simpatia e stima reciproca. Dagli studi di "Affari Tuoi" sul palco di un teatro milanese. Perché questa scelta? In realtà è una scelta venuta molto prima del successo televisivo degli ultimi mesi. Sono due anni che stiamo capendo con il regista Navone e la persona che mi supporta nei testi come avvicinarsi al teatro. E alcuni fattiveri o verosimili della mia vita sono lo spunto ideale. Così è nato Il Grande Croupier". Le piace essere spericolato? Spericolato no ma rimettersi sempre in gioco sì. E il teatro fa parted ella sperimentazione del mio lavoro e della ricerca di forme artistiche sempre nuove e diverse senza farsì che uno si adagi nella stessa solita veste. L'obiettivo non è il pericolo ma dovrebbe essere quello di stupire". Lei ha un rapporto d'amore e di odio con "il gioco". Delle suevicende biografiche quanto vedremo dietro al sipario? Il grande croupier è un recital sulla mia vita e in teatro ci sono alcuni dei momenti più importanti, tragici, toccanti ed anche divertenti della mia vita. Porto in scena per esempio alcuni degli episodi che mi hanno toccato particolarmente, da quando rischiai la vita in una roulette russa, a quando in un colpo solo nel 1983 persi 130 milioni al tavolo delle chemin". Quanto pensa la abbia aiutato "Affari tuoi" per ritornare sullacresta dell'onda? Diciamo che Affari Tuoi mi ha aiutato relativamente, questo programma è arrivato dopo un percorso artistico preciso durato cinque-sei anni che ha consentito di riposizionarmi e di darmi nuova luce e visibilità, programmi come il Funambolo, la mia vita in 5 puntate su Rai tre, La fattoria come inviato dal Brasile e il Maloppo sono state tappe importanti che mi hanno portato ad Affari Tuoi". Poco più di trenta anni fa usciva il suo primo singolo. Ne è passata diacqua sotto i ponti? Era Ti scriverò di Pupo, il primo brano firmato con il mio nome d'arte. Mia madre pensava fosse una lettera a un bambino. Oggi a teatro presento La mia nuova sfida ed è come la prima volta". E' già fatta la nuova squadra del prossimo festival di Sanremo. Cosa nepensa Lei che ha diverse partecipazioni sul palco dell'Ariston? Non ho seguito molto le vicende sanremesi. Comunque mi sembra un cast dignitoso. In bocca al lupo a Panariello e Mazzi". Se tornasse agli esordi, che cosa non farebbe mai? Artisticamente rifarei esattamente tutto quello che ho fatto, come ti ho detto nella vita ho sempre rischiato ed ogni cosa che ho combinato nella mia vita mi è servita per capire e per crescere. Forse non rifarei le pazzie che ho fatto per il gioco rovinandomi la vita". Enzo Ghinazzi domani? Non ci penso. Se poi passa una corriera e vengo investito?". Ci tolga una curiosità: perché Pupo? Se dovesse cambiarlo, come si chiamerebbe? Questo nome mi è stato dato da Freddy Naggiar, il discografico della Baby Records che mi ha scoperto e mi ha lanciato nel mondo della musica. All'epoca avevo una vocina dolce e vellutata, un po' da effemminato, non ero molto alto e con il tempo almeno l'altezza non è cambiata. Era il pegno da pagare per il mio primo contratto discografico". Grazie Angela, é stato un piacere conoscere te, tuo marito Dino e la tua emittente TeleVideoItalia Angela. Sono piú che sicuro che anche artisticamente, attraverso la SDA Sanremo Eventi di tuo marito, faremo grandi tourné insieme, specie in Germania. Saluto tutti miei fan e gli italiani nel mondo. Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, é visibile su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Zucchero, un dolce incontro, Stoccarda lo accoglie

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Stoccarda accoglie con tutto esaurito l’ambasciatore del Rock-blues: il Fly tour partito da Milano con l’Album della figlia Irene Fornaciari che ha aperto le date in Svizzera, é approdato finalmente in Germania. É straordinaria l’accoglienza che ha riservato Adelmo Fornaciari, per il mondo Zucchero, al pubblico tedesco. Sfavillanti lampadari, lunghi festosi tappeti sotto i suoi piedi e su tutto il palco, enormi dipinti attaccati a pareti inesistenti ad effetto tridimensionale, riflettori variopinti quasi come un suggestivo carosello, pronti ad inquadrare il suo salotto settecentesco en nel centro... lui... “Sugar” seduto in una suggestiva poltrona trono in velluto rosso, con bordi dorati e in mano il suo inseparabile “scettro” la sua chitarra. É cosí che il Re del Rock Blues accoglie le migliaia di persone accorse per ascoltare la sua reale musica. Protagonista indiscusso nel panorama internazionale e anche se é stato il palcoscenico del Festival di Sanremo nell’82 che lo ha fatto conoscere al grande pubblico, a consacrare la sua carriera artistica é stato il suo stile, unico e intramontabile. Il grande evento partito da Milano con la presentazione del primo Album della figlia Irene Fornaciari “Vertigini in fiore” e che sta facendo da supporter al Fly Tour, non ha tradito le aspettative. Trasgressivo e geniale, il cantautore Zucchero non ha bisogno certo di molte presentazioni.Indimenticabile sono i duetti con Joe Cocker, Paul Young, Eric Clapton, Brian May, Luciano Pavarotti e tanti altri miti che hanno fatto grande la musica italiana nel mondo. Sono pagine storiche pure per milioni di fan che ormai hanno inciso la colonna sonora della propria vita attraverso i suoi brani, ricordando il passato ad esempio con molto “Rispetto” e proiettandosi nel futuro prendendo il “Volo”. Molti suoi capolavori rappresentano un misto di ricordi del passato ed emozioni del presente. Brani racchiusi ad esempio nel “Blue Sugar” ricordando percorsi che partiti dai paesaggipadani hanno navigato sul delta del Mississipi, portando la sua musica alle porte del rock inglese di fine millennio. La sua musica é un misto di tradizioni e futuro in un viaggio tra i profumi dell’infanzia e le immagini della sua terra natale, l’Emilia. Straordinaria la presenza di una buona percentuale di italiani residenti a Pforzheim al grande evento di Stoccarda il 17 Maggio. Prima di incontrare il Re del Rock Blues, Zucchero, seguiamo l’interminabile coda silenziosa e rispettosa che si lascia controllare dalle forzhe dell’ordine. In sala poi, il pubblico é in delirio mentre i nostri connazionali invocando l’inno del “popoporopopó” gli fá capire che é giunta l’ora di mostrarsi a loro. Puntuale come sempre si é alzato nel frattempo il sipario sorretto dallo stemma imperiale “Sugar Fornaciari”. La sala si riempie subito di un magico boato. Indesrivibile la scena. Partono subito i primi soccorsi causati da forte emozioni, dalle pressioni calcate tra il pubblico e dalla lunga attesa. Poi di colpo tutto tace, la sua magica voce li abbraccia teneramente e li tranquillizza e il pubblico rispettoso lo ascolta soddisfatto. Zucchero ha lasciato il segno ed é per questo che ad ogni appuntamento in compagnia della sua melodia é sempre da non mancare. É tarda notte quando incontriamo “Sugar Fornaciari”. Impensabile che ci avesse dato retta invece... via con le domande!!!! Ha chiamato suo figlio, la sua nuova canzone e il suo nuovo album Blue Sugar. Non c’é niente di nuovo? Come sarebbe a dire niente di nuovo? E’ tutto nuovo. Nei contenuti ho smesso di piangere mia moglie Angela. Nella musica è il disco più internazionale che ho fatto. E’ il più rock, il meno rithm & blues. C’è sempre la matrice soul, c’è molto delta del Mississippi ma c’è anche molta contaminazione moderna, ci sono i Verve, i Radiohead”. Mi armo di finto sguardo intelligente e annuisco. Parliamo dei contenuti? Sopita la grande passione, sono venute fuori le mie radici, l’Emilia, la mia vita quando avevo 11 anni, la solarità della mia infanzia. Un album di ricordi. Una metafora sbiadita. Ricordi di sapori, di colori. Simbolismi. Una ballata di amore e di speranza. Se leggi tra le virgole, i testi hanno continui doppi sensi. Come era lei da ragazzino? Ero un bambino positivo, un capobranco allegro, forte. Gli altri avevano le crisi mistiche, le depressioni, le grandi domande, chi sono, da dove vengo, dove vado. Io no. Forse ero un poco ritardato. Pensavo a divertirmi e a suonare. Volevo solo trovare la mia strada. Organizzavo feste. Formavo gruppi musicali, i Duca, i Monatti. Erano i tempi dell’Equipe 84, dei Nomadi, di Mal dei Primitives, di Patty Pravo. Lei si sente un cantante emiliano? Come temperamento si. Come scuola no. Io sono lunisiano. Mezzo Lunigiana, mezzo Lousiana. Ma in Emilia c’è amore per il rithm & blues. E’ sempre stata una terra amante della musica di colore e del rock. Vasco. Ligabue. I veri talenti della musica italiana vengono dall’Emilia e da Napoli. Milano e Roma hanno dato meno. Panella, l’autore di molti suoi testi, dice: “Zucchero canta di epiglottide. La sua non è una interpretazione, è una pronuncia immediata”. Lei capisce? Ogni volta che canto una canzone è una cosa nuova. Dipende dall’umore. Chi ama la musica che amo io, tipo Eric Clapton, non sta tanto a studiare. Va sul palco e si butta. Cosa pensa di quelli che della propria voce ne fanno uno strumento? Non mi sono mai piaciuti quelli che usano la voce come uno strumento. Tom Waits, Ray Charles, Joe Cocker non hanno una bella voce ma quando aprono la bocca ti danno delle sensazioni incredibili. Ricordi dell’Emilia rossa. E’ un disco politico il suo? Mio nonno, Roberto detto “Cannella”, era un mezzadro che prendeva le botte dai padroni. Mio zio, Enzo detto “Guerra”, era un maoista. Mio padre, Giuseppe detto “Pino”, mi raccontava delle corriere che partivano il sabato per Mosca e tornavano il lunedi mattina. Io sono nato nell’Emilia dei comunisti e sono cresciuto nella Carrara degli anarchici. Ma la politica non mi ha mai interessato più di tanto. Lei ha ottimi rapporti con i preti? Mio zio maoista; quando andava a lavorare nei campi e vedeva don Giovanni che leggeva la Bibbia sul sagrato gli diceva, “Non ho mai visto un prete magro”. Io non ce l’ho con i preti, ce l’ho con le istituzioni. Si è mai rifiutato di cantare per il papa? A Bologna. E Bob Dilan cantò. Dissi scherzando, Vengo se mi fanno cantare “Solo una sana e consapevole libidine libera l’uomo dallo stress e dall’Azione Cattolica”. Successe un putiferio. Mi dissero: anche Bob Dylan si è redento sulla via di Damasco. Io risposi: si è redento sulla via dei 400 mila dollari per tre canzoni. Lei è un provocatore? Ma no. Si trattava di sbruffonate goliardiche. Ma avevano un fondo di verità. Le e mai capitato di avere uno stadio vuoto? Agli inizi. Una balera. C’era un solo spettatore. Che adorava una mia canzone “Una notte che vola via”. Glie l’ho cantata per un’ora e mezza. Sempre la stessa. Ha paura della folla? La folla mi dà energia positiva. Mi fido della folla. Mi lascio cadere a braccia aperte giù dal palco sulla massa dei miei fans. Si chiama “Stage diving”. Peter Gabriel lo fa all’indietro. Io in avanti. Loro mi accolgono, mi sorreggono e mi ritirano su. Tranne quella volta a New York, al Beacon Theatre. Accecato dalle luci non mi sono accorto che la folla non era sotto il palco ma a due metri di distanza. Io ho allargato le braccia e lentamente mi sono lasciato cadere. I miei fans urlavano come pazzi. Ma come potevo capire? Un tonfo terribile. Mi sono rotto tutto. Sembravo il Gatto Silvestro dopo la bomba. É stato un piacere incontrarti, saluto naturalmente tutti gli amici che seguono la tua emittente TeleVideoItalia Angela e un grande abbraccio dal vostro Zucchero! Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • A Pforzheim la Missione Cattolica Italiana celebra la settimana santa tra riti e tradizioni

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Una Pasqua nel rispetto delle tradizioni. Con il rito della lavanda dei piedi, anche la comunitá italiana di Pforzheim ha ripercorso i tre giorni. Una forte valenza drammatica, ritenuta una tra le piú intense e suggestive rievocazioni italiane nel mondo. Un percorso di fede, tradizioni e religiosità che ha luogo da decenni. Ha inizio con il Giovedì Santo con la celebrazione della Coena Domini, memoriale dell’Ultima Cena, durante la quale si svolge il rito della lavanda dei piedi. Segno di umiltà e di servizio agli uomini. A rendere possibile la manifestazione é stata la numerosa presenza della comunitá italiana di Pforzheim, guidata dal padre salesiano Don Santi Mangiaratti, della MCI della Cittá. I fedeli si sono riversati in silenzio e rispettosi presso la Barfüßerkirche, chiesa che si é spogliata degli arredi e delle luci, coprendo il crocifisso con un enorme manto viola, in segno di cordoglio. Attraverso un crescendo di episodi e di situazioni drammatiche il buon salesiano ha riproposto ai suoi fedeli, scene degli ultimi giorni della vita terrena del Cristo. Sintesi dell’itinerario esistenziale di Gesù verso il Calvario, dall’ultima cena alla deposizione. Durante la funzione, aiutato da Padre Victor Cecilio Abrantes, missionario della comunità portoghese, Don Santi Mangiaratti prese un asciugatoio e se lo legó attorno alla vita ripetendo i gesti di nostro Signore, Gesú Cristo. Versata dell'acqua nel catino, scelse tra i presenti “simbolicamente” i dodici apostoli e incominciò umilmente a lavare i loro piedi, ad asciugarli e a baciarli uno ad uno. Tramite Tina Massella, segretaria della MCI, il ruolo dei dodici apostoli è stato rappresentato da: Zimbone Daniele, Russo Giuseppe, Artico Giovanni, Rotondo Vincenzo, Rinallo Diego, Morabito Rosario, Rizzo Angelo, Caruso Salvatore, Tavares Adelino, Tavares Hugo, Calado Gonçalo, Rodrigues Fausto. Per l’incontenibile folla di fedeli, la Santa Messa di Pasqua é stata poi celebrata nella chiesa Jesu Christi. La Passione di Cristo è ormai una grande tradizione. La sua forte valenza drammatica é ritienuta una delle più intense rievocazioni italiane. Per cui il nostro connazionale, ovunque si trovi nel mondo, non vuole mancare. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • L'arte di Giucas Casella. I suoi numeri inducono stupore e incredulità.

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Incontriamo a Fiuggi, in Italia, uno dei piú popolari ipnotizzatore dei tempi. L'arte di Giucas Casella. I suoi numeri inducono stupore e incredulità. La sua figura ha sempre diviso il pubblico tra chi ci crede e gli scettici. Rende protagonista la forza del pensiero. Lo incontriamo e scambiamo quattro chiacchiere con lui. Giucas Casella non ha certo bisogno di presentazione vista la sua lunga militanza nei programmi Rai e la sua attività di mago e ipnotizzatore. Ma la sua figura ha sempre diviso il pubblico tra chi ci crede e gli scettici. L'appellativo che le viene attribuito è quello di mago. Le sue capacità nascono da particolari studi o si tratta di sue capacità innate? Sicuramente per la maggior parte si tatta di capacità innate affinate con gli studi. E' molto difficile per un mentalista riuscire a ottenere certi risultati solo con lo studio se non c' è un talento innato di base, è come per un musicista o per un pittore, devi avere una vocazione o un talento iniziale che coltivi e affini con lo studio Le richiedono dei numeri magici anche le persone che vi incontrano per caso per strada? Quando sono in giro per lavoro e mi ritrovo in aeroporti o autogrill e incontro dei fan o anche delle semplici persone che mi hanno riconosciuto c' è sempre tanta simpatia.Non mi chiedono dei numeri di magia ma bensì mi chiedono dei veri e propri i numeri come quelli del lotto o del superenalotto, in ogni caso sono sempre incontri molti simpatici e divertenti. Se non foste diventato un mago ha mai pensato a una carriera alternativa? Non ci ho mai pensato anche perché già da ragazzino quando avevo 9 anni avevo già iniziato a coltivare questo talento e quindi mi è sembrato naturale proseguire in questa direzione. Quando si stà per esibire trova che le persone siano più scettiche di fronte ai vostri numeri o più piacevolmente incuriosite? Inizialmente c' è un fortissimo scetticismo generale, l' 80/90% delle persone presenti sono veramente scettiche ed è quella la prima cosa che noto, che mi dà al tempo stesso una grande carica e gratificazione quando tutti cambiano idea man mano che il numero và avanti. Come é entrato nel piccolo schermo? Ho iniziato la mia carriara a 18 anni nelle navi da crociera, a 27 anni dopo 9 anni di lavoro mi sono trovato a Roma e volevo cambiare vita e lavoro, insomma volevo ritirarmi dalle scene. Era il 1979 e Il destino volle che proprio nella capitale incontrai una signora conosciuta nelle navi da crociera che saputo appunto della mia volontà di ritirarmi,organizzò uno spettacolo al Magazzino di Roma.Tra gli ospiti era presente la segretaria di Pippo Baudo che rimase molto colpita e mi volle organizzare un incontro con il presentatore. Dopo 7 giorni conobbi Pippo Baudo che mi volle a Domenica In e da li iniziò la mia avventura televisiva. Tra i suoi numeri qual è il suo cavallo di Battaglia? Sicuramente l'incrocio delle mani è un numero immancabile nei miei Spettacoli! Grazie a te Angela e alla tua emittente TeleVideoItalia Angela, mi ha fatto davvero piacere incontrarti e poter salutare anche gli italiani che sono emigrati in Germania e all'estero. Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, é visibile su televideoitalia.net/intervistelive e www.corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Marco Masini a Sanremo

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Dopo anni di assenza, l'artista decide di ritornare a calcare il mitico palco dell'Ariston. Lo incontriamo, Sesto Sanremo. Come mai questo ritorno all’Ariston? I motivi sono cinque. Innanzitutto perchè Sanremo è la più importante vetrina della musica italiana, la dove gli spazi per i cantautori sono praticamente spariti a favore della discografia straniera. Poi perchè stimo Bonolis e la stima è reciproca, perchè condividiamo lo stesso pensiero. Ho avuto il suo sostegno per la canzone che è un inno d'amore al nostro paese. Terzo, perchè ho avuto un feed back positivo anche dalla commissione che ha apprezzato e scelto il pezzo. Quarto perchè dopo "L'uomo volante" il mio pubblico mi ha visto poco, nel senso che ho partecipato a molti live ma sono stato poco presente, anche perchè fa parte della mia natura. E credo sia giusto riproporsi a loro e lo faccio esponendomi a 360 gradi. In ultimo perchè ho un album da presentare, e più la manifestazione è importante e più lo diventa il progetto. E questo per me lo è perchè è il mio primo album da solo. Ha collaborato con me solo Beppe Dati, per il resto sono produttore, arrangiatore, realizzatore e scopritore di me stesso. Lo vivo come lo vivono tutti, non mi difendo. Poi se c'è qualcuno che vive bene la situazione ben venga. Il mio è un racconto che prende forma dalle denunce della gente. Ho fatto una panoramica partendo dagli anni 20 fino ad oggi, dall'epoca di mio nonno, quella dei miei genitori e la mia. A partire dalle lotte comuniste contro uno stato fascista guerrafondaio, fino ad arrivare a mio padre. Per mio padre religione e politica erano diavolo e acqua santa. Nel senso che lui credeva nei comunisti ed in Gesù, ma non nel Dio michelangiolesco dei preti, anche se sposava la campagna elettorale della chiesa. Mia mamma appoggiava la democrazia cristiana e convinse papà a spostarsi al centro. E' una lamentela generale verso un paese che deve sempre cambiare affinchè non cambi mai la coalizione politica, intanto si espande il potere mediatico, il potere dei profeti della finanza facile che ha diviso ricchi e poveri, ha penalizzato le categorie di basso reddito ed i precari. Insomma la crisi c'è, ed il testo è un riassunto sociale, politico e storico. Una sorta di fotografia storica? Si una fotografia, scatti che riguardano l'immigrazione incontrollata, l'indecisione dei partiti, la confusione generale, la credibilità della scuola, il disagio giovanile, un ordine ed una morale che non ci sono più. La musica ne addolcisce la realtà, non è una canzone politica ma è semplicemente storia. E' un mio semplice pensiero, di disillusione e di disincanto. Cerco la speranza attraverso gli occhi di un giovane. Sei triste, porti sfiga, non funzioni e quant’altre cattiverie insignificanti é stato detto di te. Ma dove trovi ancora la forza e l’ispirazione? Bè se è per questo mi hanno anche definito ad esempio "il profeta della malinconoia" ed il "filosofo del disagio"! Trovo forza ed ispirazione nella vita, mi guardo intorno. Forza ed ispirazione si congiungono, là dove c'è la forza nasce l'ispirazione e dove c'è ispirazione si crea la forza. Penso che si debbano superare i brutti momenti reagendo senza polemizzare. Io ho espresso il mio malcontento quando sono rimasto senza contratto discografico. Ma in quell'occasione ho creduto che si stesse facendo un doppio errore, umano e professionale. Con "L'uomo volante" invece ho vinto un premio importante ed ho venduto un numero considerevole di copie, nonostante la crisi del mercato discografico. Quindi io faccio quello che devo fare, propongo il mio progetto, la mia musica. Se ciò non dovesse piacere, vuol dire che il prossimo dovrà essere più bello di quello precedente. Se avessi un figlio, cosa vorresti che faccia: il cantante o il produttore? Nessuno dei due, altrimenti non avrebbe voglia di andare a lavorare la mattina! Vorrei che facesse quello che più gli piace. L’ultimo tuo capolavoro e quando esce? L'album è "L'Italia e altre storie" ed esce il 20 Febbraio. É stato un piacere conoscerti, ti ringrazio e colgo l'occasione, attravreso la tua presenza e la tua mittente, di salutare tutti gli italiani che mi seguono anche fuori dall'Italia. Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, é visibile su televideoitalia.net/intervistelive e www.corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Gigi Finizio con un album live, registrato davanti a diecimila spettatori

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Gigi Finizio con un album live, registrato davanti a diecimila spettatori. Uno dei cantautori napoletani contemporanei più apprezzati nel panorama musicale italiano. Le sue canzoni sono autentiche poesie. Il nuovo lavoro dal titolo “Più che posso live” é un cofanetto CD più DVD che contiene una selezione dei momenti e dei brani più belli e significativi del concerto che il cantautore ha tenuto alle Acciaierie Sonore di Bagnoli. Un album live registrato davanti a diecimila spettatori. Un concerto evento di grande successo per Gigi Finizio che ha superato, come numero di spettatori, quelli fatti da George Michael la settimana prima nella stessa arena. All’interno del cofanetto, anche il nuovo singolo “Basterebbe”. Lo abbiamo incontrato e Gigi Finizio, fin da subito, si é mostrato a noi molto disponibile e accogliente. Come è nato questo nuovo brano? Tramite la collaborazione del produttore musicista Niccolò Fragile. Mi sono innamorato dei suoi arrangiamenti ascoltando Ramazzotti, Pausini e Stadio. L’ho voluto conoscere ed è nato così un rapporto artistico e di amicizia. Dove trovi ispirazione per le tue canzoni, vere poesie? Dall’anima. Mi ritengo fortunato, non sono improvvisato. Sin da bambino ho voluto studiare musica. Credo che tutto mi arrivi dal cielo, dal mio pubblico, dalle vicende di tutti i giorni. Poi il pianoforte è il mio fratello maggiore che mi aiuta a dar sfogo a quello che in quel momento penso. Una carriera ricca di collaborazioni. A quali sei maggiormente affezionato? Ora sto vivendo un momento artistico felice con Niccolò Fragile però la mia vita artistica è caratterizzata da diversi momenti. Ho incontrato diversi amici come Giorgia, grazie a Pippo Baudo. Ricordo che avevo voglia di partecipare a Sanremo, nonostante al sud fossi già conosciuto negli anni 80 e fu lo stesso Baudo a volermi dopo essermi proposto e aver ascoltato un mio brano, senza intermediari. Altri incontri che mi hanno arricchito tanto, sono stati quelli con Lucio Dalla e Claudio Baglioni. Al Festival di Sanremo 2006 hai portato la voce dei ragazzi di Scampia, perché? Era un progetto culturale che mi fu proposto con un gruppo di ragazzi Scampia e devo dire che mi ha dato tanto e l’ho fatto per amore della mia Napoli e di un quartiere importante come Scampia. La canzone napoletana come si è evoluta in questi ultimi anni? Io sono un amante della musica della canzone napoletana classica e nell’evolversi ha subito dei danni. Diciamo che ora la musica napoletana è ben rappresentata, per esempio, da Edoardo Bennato, Pino Daniele, ma di giovani emergenti non mi viene in mente nessuno. Come mai quest'incontro prima di un tuo concerto? Ne sentivo l'esigenza. Da tempo meditavo una cosa del genere. Dopo il Festival ho lavorato tanto in Campania, soprattutto a Napoli, Salerno e nei paesi limitrofi, per aver il contatto diretto con varie realtà. Dopo l'ultimo brano "Musica e speranza" che in fin dei conti mi vede impegnato nel sociale, il mio interesse è rivolto soprattutto ai giovani. L'emarginazione di Scampia è un po' l'emarginazione che c'è in tutto il mondo! Il progetto Scampia andrà avanti? Sicuramente andrà avanti, soprattutto per i ragazzi che ho portato sul palco dell'Ariston e che si sono impegnati tantissimo. Con il mio staff, abbiamo tentato di calmare la loro naturale adrenalina. Sono comunque dei ragazzi! Dopo il successo di fans alla Festa della Pizza é vero che hai annunciato un possibile tuo ritorno? Per me è una certezza fare il concerto lì. Potrebbero esserci degli inghippi burocratici ma siamo certi di superarli perchè Salerno, Pontecagnano e le zone vicine mi hanno sempre accolto con affetto. Questa domanda mi dà l'occasione di annunciare che l'Arena Flegrea sarà solo un punto di partenza per il mio tour invernale. Ci saranno tappe a Milano, Torino, Catania, Palermo, per poi tornare nella nostra terra con Caserta e quindi, se risolviamo alcuni problemini, riusciremo a portare il tour anche a Pontecagnano. Novità per il prossimo disco? In effetti non ho ancora pensato a nulla. Di solito mi metto al pianoforte, raccolgo delle emozioni ed incomincio a spaziare tra le diverse armonie. Mi chiudo in me stesso e cerco di trovare delle immagini, dei fotogrammi. Non nego di voler fare un grande pezzo; sto pensando di comporre una grande canzone. Sarà una canzone semplice, non complicata ma che avrà dentro di sè un grande messaggio universale. Sicuramente sarà figlia delle tante emozioni che stai provando in questo periodo! Si, ora sono tanto emozionato. La mia emozione è fondamentale sempre; voglio tremare sempre quando salgo sui palchi. Tutta la mia musica gira intorno alla mia emozione. Salire sul palco ed avere il cuore che va a tremila è una sensazione che arriva immediata alla gente. Soprattutto quando ti esibisci con pianoforte e voce! É stato un piacere incontrarvi, sei simpaticissima Angela. Attraverso la tua emittente TeleVideoItalia Angela, colgo l'occasione di salutare tutti i connazionali italiani in Germania. Verró di sicuro presto a trovarvi. Un grande saluto a tutti voi da Gigi Finizio e grazie che seguite la mia musica. Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con SDA FotoVideo Production é visibile su televideoitalia.net/intervistelive e www.corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Angelo Branduardi a Reutlingen. Musica e italianità sono senz’altro elementi principali che vengono

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Musica e italianità sono senz’altro elementi principali che vengono apprezzati. La sua musica ha avuto successo in un era esplosiva del punk e mentre negli Stati Uniti nascevano i Ramones e in Inghilterra Malcom McLaren. Lo incontriamo a Stoccarda, anteprima il suo debutto. Lei é uno dei cantanti italiani piú apprezzati dal pubblico tedesco. Si é chiesto erché? Il pubblico in Germania è meraviglioso e non lo dico solo perché in questo momento mi trovo qui, con loro.Trovo sempre un calore, una partecipazione, un affetto incredibili. Gli spettatori ci fanno la standing ovation addirittura durante l’esecuzione dei brani. Tengo a dire che come tutti gli artisti ho avuto anche io momenti di alti e bassi ma il pubblico tedesco non mi ha mai abbandonato. Ha capito, ha aspettato e nel momento in cui sono tornato, i miei fan erano come prima e più di prima. Cos’è che non le piaceva della musica moderna? Penso in tutta franchezza che la musica abbia dimenticato le proprie radici, le proprie tradizioni. Il nostro mondo ha sostituito la musica come fatto storico. Che accompagnava ogni momento della vita dell’uomo, con l’arte per l’arte. Cheè una cosa bella. Niente da dire ma in un certo senso fine a se stessa. La musica extraeuropea e la nostra antica non scinde mai la musica da quello a cuila musica serve: c’è la musica per nascere, per sposarsi, per festeggiare il raccolto e quella per morire. Questo vale anche per qualsiasi altra forma della cultura umana. Rispetto al pubblico dioggi, pensa che negli anni settanta era più sensibile? In realtà, quando portai il nastro finito di Alla fiera dell’Est alle case discografiche ci fu addirittura chi si mise a ridere, perché era il momento“dell’impegno” e di parole d’ordine molto precise, mentre quella canzone era asfondo religioso, spirituale, cosa a cui la musica per me è legatissima. Il mio maestro diceva che il talento senza il carattere non serve a niente, ed io,ammesso che avessi talento, di sicuro avevo originalità e carattere. Quindi riuscii ad impormi anche se ero diverso dagli altri. Come si è trovato a dover esprimere in musica un componimento interno a una religione definita come il cattolicesimo? Molto bene! Io mica sono contrario alle religioni. Non ho mai detto se sono o no praticante, semplicemente perché la ritengo una cosa molto privata. Ma ho ben presenti le radici giudaico-cristiane del nostro vivere. Vede, ci ho messo mesi prima di dire di sì ai francescani, perché ritenevo la cosa un po’ al dilà delle mie possibilità, non perché fosse lontana dalla mia sensibilità o dalle mie convinzioni. É stato un piacere incontrarla nel mio concerto. Ringrazio la sua presenza e l'occasione avuta, attraverso la sua emittente TeleVideoItalia Angela e il giornale Corriere d'Italia per cui scrive, di salutare il mio fedele pubblico. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • 50° Anniversario della Missione Cattolica Italiana di Pforzheim e Circondario

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Due giorni intensi per le comunitá italiane di Porzheim, Wilferdingen, Kämpfelbach, Remchingen ed Ersingen. Evento organizzato dal missionario Don Santi Mangiaratti della MCI di Pforzheim con la comunitá pastorale di Wilferdingen. Sono stati due giorni quelli del 4 e 5 di Dicembre 2010 per le comunitá italiane di Porzheim, Wilferdingen, Kämpfelbach, Remchingen ed Ersingen. Due giorni festosi e molto partecipati, che sono stati l’occasione d’incontro per gli italiani del posto, l’amministrazione locale e la comunità religiosa, rappresentata anche da alcune prestigiose alte cariche, quali il sindaco di San Biagio Platani Dr. Carmelo Alba, il sindaco di Remchingen Dr. Luca Wilhelm Prayon, il direttore del dipartimento europa managing SDA Sanremo Eventi di Pforzheim, il vice Decano Padre Ottmar Thomas Kuhn della comunitá tedesca di Ersingen, Padre Calogero Nocera, Don Santi Mangiarratti della Missione Cattolica Italiana di Pforzheim. L'evento è stato onorato dalla presenza di Sua Eccellenza il Vescovo, Mons. Vincenzo Bertolone, venuto appositamente dalla sede Vaticana, che nel corso della manifestazione ha dichiarato di trovarsi lì proprio “grazie al volere di Sua Santità, Papa Benedetto XVI”. Una presenza, quella del Monsignore in Germania, che si è estesa anche ad altri due importanti eventi: la celebrazione delle nozze di due giovani italiani e il venticinquesimo anno del gemellaggio tra il piccolo comune tedesco di Remchingen e il suo paesino siciliano natale, san Biagio Platani. “Tra le due comunità ho trovato un grande spirito di collaborazione – ha ricordato a proposito il Monsignore – che ha poi definito la collaborazione “un'espressione di vera integrazione che manifesta come si può vivere uniti anche fuori dalla propria terra”. Un importante momento di raccoglimento è stato quello della Messa pontificale, in cui il vescovo Bertolone ha ricordato ai fedeli l’importanza della vita comunitaria e religiosa. L’incontro è stato quindi un esempio di unione tra comunità diverse, quella italiana e quella tedesca appunto. E non è un caso che padre Ottmar Thomas abbia voluto rivolgersi ai fedeli proprio in lingua italiana. “Ho studiato a Roma la vostra lingua”, - ha detto - “e sono felice di potermi esprimere in questo modo, perché anche parlare italiano è fondamentale” La manifestazione è durata in tutto due giorni, in cui c’è stato spazio anche per la cucina, la musica e il ballo, tutti caratterizzati da quel principio comune che è l’unione nella diversità. Ai partecipanti sono stati quindi offerti piatti tipici mediterranei così come tedeschi, mentre le musiche della banda Musik Verein di Remchingen, diretta dal maestro Roland Eberle, e la voce melodica della cantante solista Tatjana Roser, hanno dilettato i partecipanti all’evento. Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, é visibile su televideoitalia.net/intervistelive e www.corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • L’Arcivescovo Mons. Vincenzo Bertolone accolto dalla comunitá Squillacese A riceverlo é il Sindaco

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. L’Arcivescovo Mons. Vincenzo Bertolone accolto dalla comunitá Squillacese. A riceverlo il Sindaco con il Prefetto e gli amministratori locali del comprensorio. “Non posso darvi soluzioni per tutti i problemi, non ho risposte per tutti i vostri dubbi o timor ma posso, però, ascoltarli e dividerli con voi” dichiara il presule. Non posso cambiare né il vostro passato né il vostro futuro; però, quando serve, vi sarò vicino. Non sono gran cosa, ma sarò per voi tutto quello che posso essere”. Con questi sentimenti ha fatto ingresso il 4 giugno a Squillace il nuovo arcivescovo mons. Vincenzo Bertolone, insediatosi ufficialmente la domenica precedente a Catanzaro. Il presule, rendendo nota anche la volontà di dare impulso al processo di beatificazione di Cassiodoro, si è presentato alla comunità squillacese e del comprensorio, che lo ha accolto numerosa al suo ingresso in città, fino al 1986 sede di autonoma diocesi. Atteso dal clero e dalle autorità civili e militari dinanzi alla chiesa parrocchiale di Squillace Lido, dopo il saluto rivoltogli dal parroco, don Piero Puglisi, l’arcivescovo ha proseguito fino al centro storico. Qui ha ricevuto l’abbraccio del sindaco, Guido Rhodio, che nell’esprimere la gioia della popolazione e dei suoi colleghi sindaci del comprensorio, ha ricordato la nobile storia di Squillace, segnata dalle civiltà greca e romana e dal connubio con il cristianesimo, con qualche riflessione. A mons. Bertolone il sindaco ha consegnato una opera d’arte realizzata dal maestro orafo calabrese Michele Affidato. “E’ per me una grande emozione e un grande onore porgerle a nome di Squillace, di tutti gli squillacesi residenti o sparsi nel mondo..." ha detto Rhodio "...a nome dei colleghi sindaci del comprensorio e di tutte le autorità civili le porgo il più caloroso saluto di benvenuto. Lei giunge in un momento non ordinario della vita di Squillace. Molti segni ci dicono che siamo immersi dentro un vero e proprio passaggio d’epoca, forse il più profondo processo di cambiamento dalla fondazione della città medioevale e moderna. Non parlo della situazione sociale, che da meridionale Ella conosce benissimo: i giovani, il lavoro, la stessa criminalità organizzata in alcune realtà contermini, mettono tutti a dura prova, col rischio di vedere crollare tutta l’impalcatura su cui reggeva la civiltà di questo comprensorio. Noi stessi da alcuni decenni siamo una città più complessa, non più contenuta nelle sue mura medioevali, in cui al ceppo coeso dalla comune storia ed identità, si aggiungono i nuovi quartieri di Squillace Lido e di Fiasco-Baldaia, destinati a svilupparsi velocemente, inframmezzati dalla nuova superstrada 106, vera cerniera di snodo rapido del territorio con i punti nevralgici della Calabria.Viviamo quindi una fase che, senz’altro, ha le caratteristiche, la forza e la dirompenza per imprimere i tratti fondanti di un nuovo sviluppo per un lungo periodo: a questa fase servono, perciò, tutte le energie, tutte le forze, tutte le volontà di cui la nostra comunità può disporre, ed in questo resta cruciale la Chiesa, il suo patrimonio di valori e di stimoli, ideali e pratici, l’ancora sicura per l’inveramento di nuovi cieli e di una terra nuova. Poi ha richiamato la figura di monsignor Antonio Melomo, rettore e professore del Seminario di Cassano, decano del Capitolo di Cassano e canonista di Curia, ordinato vescovo di Squillace il 22 maggio 1922 e rimasto alla guida della Chiesa particolare locale fino al 1927. Il presule ha ricevuto poi l’abbraccio e un omaggio floreale dei giovani della parrocchia di San Pietro, guidati da padre Enzo Lazzaro: i giovani gli hanno donato anche la croce pettorale in argento bagnata nell’oro con pietre preziose, opera dell’orafo squillacese Luigi Mungo; quelli della pastorale giovanile un piatto in ceramica; i ragazzi dello Csi, guidati da frate Franco Lio, un pallone. Mons. Bertolone si è recato successivamente in visita alla necropoli cristiana del V-VI secolo, all’interno del castello. In corteo si è recato prima al monumento della Pace, poi, in piazza del Vescovado, ha deposto una corona di fiori alla statua dell’Immacolata ed è entrato nella concattedrale, dopo aver baciato il crocifisso portogli dal parroco don Giuseppe Megna. Si è, quindi, soffermato in preghiera davanti alle reliquie del patrono S. Agazio, insediandosi sulla cattedra episcopale salutato dal decano del capitolo concattedrale, monsignor Raffaele Facciolo. “E’ il cuore di Squillace cattolica che – ha affermato mons. Facciolo - le dice oggi: benvenuto. Il qui del tempo: che bello questo krònos che attende di diventare sempre più kàiros di Dio. La sua venuta è il kàiros per il luogo della sua missione pastorale e per il tempo già iniziato il 29 maggio nella cattedrale di Catanzaro e che questo 4 giugno più unisce e più riannoda”. Nella sua omelia, parafrasando Cassiodoro, l’arcivescovo si è soffermato sul fascino e sulle bellezze di Squillace, “città che pende come un grappolo sui colli, non perché si inorgoglisce della difficile ascensione, ma per ammirare i campi verdeggianti e il ceruleo dorso del mare”, rivolgendo un pensiero “ai vescovi e i sacerdoti che hanno servito con dignità questa Chiesa particolare, tra i quali monsignor Morisciano, che portò i Salesiani a Borgia e a Soverato; e Monsignor Elli, che si prodigò per i lavoratori istituendo le cooperative sociali”. Entrando nel vivo della Sua riflessione, incentrata sul senso e sul significato della festa dell’Ascensione, richiamo Messia che invita i cristiani, “per essere credibili, a sapere suscitare stupore attorno a sé per dare sulla terra segno visibile del mistero di Cristo”, mons. Bertolone ha aperto il suo cuore alle centinaia di fedeli accorsi a festeggiarlo. “Vengo in mezzo a voi con la trepidazione di chi ha coscienza dei propri limiti. Nella mia opera pastorale tra voi trovo la strada spianata dall’eccellente lavoro pastorale sia del compianto e veneratissimo monsignor Armando Fares, sia delle loro Eccellenze, i monsignori Cantisani e Ciliberti, pastori veramente esemplari e, perciò, tanto amati”. Ha aggiunto mons. Bertolone: “Il mondo che cambia con ritmi incalzanti e accelerazioni impetuose parla ormai linguaggi diversi da quelli del Vangelo e della cultura cristiana. Nell’era della globalizzazione viviamo nell’eclissi del sacro e nella rinuncia al senso delle cose. Si è smarrito ogni fondamento di verità: non avendo più certezze metafisiche, ci accostiamo con sospetto anche alla fede. Nondimeno, c’è ancora, per nostra fortuna e consolazione, chi cerca Dio. Per costoro occorre allora chiedersi quali tratti del Cristo sia necessario che l’uomo credente riscopra e testimoni per poterne parlare credibilmente”. Poi, a sorpresa, tra gli applausi, l’annuncio: “La parola non basta più: servono l’immagine, la rappresentazione, il frutto maturo di un’esperienza visiva, di un contatto concreto con la Persona viva del Signore. Per tale motivo, cercherò di dare un forte impulso alla causa di beatificazione ed al culto di Cassiodoro”. Al termine, richiamati i problemi quotidiani che assillano sul piano spirituale, materiale e sociale, persone e famiglie ed invitate la società e le istituzioni a scommettere sui giovani, sui quali oggi pesano non soltanto le condizioni e le contraddizioni materiali e l’insicurezza di valori ideali, ma anche l’incertezza economica e le tensioni derivanti dai problemi sociali, il presule ha concluso con l’esortazione “ad aprire cuore e menti alla speranza: spesso, si cerca di rimandare ogni nuovo inizio, lasciando scorrere quel tempo che è prezioso perché ci è stato assegnato dal Creatore. Nel mio piccolo, amo credere di poter essere la scintilla della fiducia in un cammino di cambiamento. Come un fratello maggiore, sarò un compagno di viaggio che condivide le stesse domande, che partecipa alle stesse esperienze di dolore e di gioia, che dubita, teme, spera e talvolta anche piange, ma mai si sottrae ai sogni ed ai progetti di una fede più salda ed autentica, per una vita ed un mondo migliori”. Centinaia i fedeli giunti a Squillace per festeggiare il nuovo pastore con il prefetto di Catanzaro, parlamentari, rappresentanti della Regione, il presidente della Provincia, i sindaci di tutti i Comuni del comprensorio, autorità civili, militari, forze dell’ordine, rappresentanti sindacali, della scuola, delle associazioni, dei movimenti. Un’accoglienza indescrivibile che ha colto di sorpresa e ha “lasciato di stucco”, come ha detto lo stesso arcivescovo, Mons. Vincenzo Bertolone. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Bud Spencer a Pforzheim Mein Leben Meine Filme

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Presentato il suo libro, Mein Leben Meine Filme. Con l’occasione, a Schwäbisch Gmünd l’attore inaugura la piscina comunale a lui intitolata. Lo incontriamo. Carlo Pedersoli, per tutti Bud Spencer, noto per i suoi film in coppia con Terence Hill (Mario Girotti) e premiato nel 2010 col David di Donatello alla carriera, è stato accolto con entusiasmo dai pforzheimesi in coda per un autografo sul suo libro autobiografico, Mein Leben Meine Filme ( La mia vita, i miei Film). Un bestseller che ha giá 150mila copie vendute in Germania e che sta per essere tradotta in altre lingue. Subito dopo, l’attore napoletano, ha preso parte all’inaugurazione della piscina comunale di Schwäbisch Gmünd a lui dedicata, Bud Spancer Bad. Un omaggio, è stata la motivazione, ai meriti del campione che detiene diversi record tra questi, l’essere stato il primo italiano nel 1951 a scendere sotto il minuto nei 100 mt. stile libero di nuoto. Tenuto fede agli impegni presi nelle due città tedesche, ha poi dedicato con grande umanità, ampio spazio alla nostra intervista Chi è Bud Spencer sul set e Carlo Pedersoli nella vita reale? Pedersoli è uno che vive, è nato e morirà quando Dio lo chiamerà. Bad Spancer invece è un prodotto del pubblico, un attore famoso che rappresenta migliaia di persone ma non mi sento un mito. Tanto per farle un esempio Angela, un mito è qualcosa di virtuale. La vita reale mi piace di più, e diversa, più bella, più vera. Schwäbisch Gmünd le ha intitolato una piscina. Che impressione le ha fatto? Premetto che l’organizzazione e l’ospitalità avuta é stata impeccabile. Questa piscina mi onora per un grande passato. É per certo noto anche a te Angela, che qui ho fatto un incontro di pallanuoto e uno di nuoto con l’Italia. Ho raggiunto diversi Record importanti all’epoca, tra questi anche i 100 mt. Ho apprezzato molto questa idea. Qual’é la cosa che le da più fastidio? É quello di non avere capito cosa avevo in mano, intendo dal punto di vista sportivo. Non mi interessava fare l’attore, pertanto questa riuscita fa parte solo dell’efficacia della vita. Non bisogna mai programmare la vita ma desiderare. Pensi che, a diciassette anni, andavo già al primo anno di chimica. Mi piaceva come il nuoto. Invece mi trovai di punto in bianco in Brasile con i miei. Ritornato, ho voluto continuare gli studi ma ho lasciato per le Olimpiadi. Finiti i campionati scelsi Giurisprudenza ma gli esami si incrociarono con le seconde Olimpiadi in Australia. Lascio dire a lei Angela, cosa ho scelto. All’età di quarantacinque anni optai per sociologia tanto che scommisi con mia figlia che mi sarei laureato prima di lei. Ho perso la scommessa ma ho fatto quello che mi piaceva, un viaggio attraverso l’università. Una forma di amore e una cosa non esiste nel suo modo di vivere? Le forme di amore per me sono infinite. Si può amare una cosa, un posto, una pianta, un amico. Difficilmente una donna. Di una donna ci si innamora ma anche lí, non puoi pretendere che il tuo amore venga corrisposto. Quindi ama e basta. Mi creda, nel mio modo di vivere non esiste la rabbia, né la gelosia e né il rancore. Credo che questo sia un lato positivo per un individuo. Quando si è giovani, non ci si arriva subito a capirlo. Ci vuole del tempo, anni e per qualcuno forse anche una vita. Un commento sul suo libro autobiografico? Ritengo che non si capiscano subito i valori della vita, nel bene e nel male. Da giovane non avendo esperienza vai avanti alla giornata, così per come ti viene. Quando arrivi invece ad una tenera età di 82 anni, ti rendi conto di avere fatto degli errori, capito tante cose. Così le ho scritte. La decisione piú importante che ha dovuto prendere nella sua vita? A ventotto anni, quando in quello che io credevo che fossi non mi conoscevo. Quando si hanno delle piacevoli priorità, come essere mantenuti dalla famiglia, avere la macchina, soldi, feste, girare le cose e sentirsi dire che sei un campione, glie lo dico in termine napoletano “ ma fatto asci de capa”. Succede ai giovani che spesso, quando si sentono importanti, fanno un uso cattivo del loro comportamento. Così partii per il Venezuela, da solo, altrimenti avrei ripetuto gli stessi errori. Mi impiegai nella giungla amazzonica, in posti dove si costruivano strade. Me ne sono fatto di pianti, pensando pure a quello che avevo lasciato. Ma ringrazio questa situazione perché, nel bene e nel male, incominciai a conoscermi e con tutti i miei difetti. Atleta, pilota, attore, ha scritto anche canzoni per Ornella Vanoni, Nico Fidenco. Dove trova il tempo per realizzare tutto questo? Ho fatto pure film importanti, come Cleopatra. Ma la mia vita é una ricerca continua. Una curiosità. La definirei meglio la vita di un dilettante. Pensi che non mi sono mai allenato e in più fumavo, un’altra cosa orribile. Ma non è tutto. Invitato dall’università di Hell, quando mi trovai a dividere la camera con il campione del mondo Iamanaka e accesi la sigaretta, questo corse come un pazzo a denunciarlo a tutti. Ma i miei errori proseguirono oltre. Quando gli chiesi perché qui non cerano donne e lui mi rispose che non servivano e mai ne aveva avute, gli risposi: ma allora che campi a fa’. Mi rendo conto che tutto questo è sbagliato ma vede, la cosa che mi interessa è dare il massimo su quello che faccio e quando l’ho raggiunto, non mi interesso più. Le è mai capitato di dovere rinunciare ad un ruolo o ad un personaggio? Moltissime volte. Questa è una domanda meravigliosa Angela. Su centodiciotto film sessanta li ho fatti in inglese, senza conoscerne la lingua. Un Cow Boy americano per vivere gli bastano ca. 30 parole. La mia decenza mi ha fatto rinunciare a moltissimi ruoli, come a Enrico VIII e Gulliver. Come fisico ci stavo ma dovevo essere muto. Lei mi ci vedeva con il mio accento napoletano, interpretare una delle maschere più importanti per il popolo inglese? Con tutti i pugni volati nel set cinematografico, le è mai capitato di darle nella vita reale? No, raramente, anche perché quando cera un inizio, capivano subito che aria tirava e se la davano a gambe elevate. Poi io sono nato Boxer. Da giovane avevo una posizione. Pensi che feci dieci incontri, tutti vinti per Know Out. Essendo stato un emigrato, vuole dare un messaggio di vita ai nostri connazionali nel mondo? La vita fortunatamente è cambiata. Non si parte più con la valigia legata con lo spago e i nostri si stanno integrando bene. Io partii con la nave. Appena tre anni dopo presi il mio primo aereo, per Buones Aires. Quello che posso augurare a tutti i connazionali, di realizzare quello per cui sono partiti. Non arrendersi mai. Portare alta l’italianità nel mondo, perché questo è quello che ci distingue e che ci riesce meglio. Del resto, ribadisco, non bisogna programmare la vita ma solo desiderare. La riuscita di un qualcosa, indipendentemente dal fatto che ti interessa o no farla, fa parte solo dell’efficacia della vita. Pertanto non rimproverarsi di nulla o al massimo, se proprio devi, solo di non essere stato te stesso. Spero di non averla annoiata Angela, la ringrazio della sua squisita compagnia e per avermi fatto rispolverare attimi importanti della mia vita. Faccio un caro saluto a tutti i connazionali sparsi per il mondo e un grazie alla sua emittente TeleVideoItalia Angela per il tempo dedicato e al Corriere d'Italia per cui scrive. Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo, é visibile su televideoitalia.net/intervistelive e www.corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Inedito di Laura Pausini, la romagnola fa tappa a Stoccarda

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. La cantautrice italiana, amata in tutto il mondo ha fatto tappa in Germania. Ad attenderla, un esercito di fans in delirio. Incontriamo la Regina dei giovani e i suoi fans. Se volessimo indicare una cantante che dal novanta ad oggi è riuscita a scaldare i cuori con la sua musica e le sue canzoni, la troveremmo nella romagnola Laura Pausini. I suoi concerti hanno fatto la storia. Il suo ultimo Album che ha giá vendute un milione di copie in tutto il mondo e preso quattro dischi di platino, racchiude 14 nuovi brani e vanta la collaborazione di Gianna Nannini e Ivano Fossati. Una carriera iniziata da giovanissima, ti senti cambiata oggi? Non penso. Sono sempre la persona semplice di allora, legata alla mia famiglia e ai valori che mi hanno trasmesso. Forse meno ingenua ma conservo lo stesso entusiasmo e la passione per quello che faccio e per la musica. Mai avrei pensato di avere il privilegio di cantare ogni sera nel mondo in cittá diverse. Sono stata molto fortunata nella mia vita. Ho ottenuto tantissimo. Io volevo solo cantare, non mi interessava il successo. All’interno dell’Album ci sono due perle, Gianna Nannini e Ivano Fossati, cosa ne dici? Gianna Nannini per me é un porta fortuna. Avevo bisogno della sua voce all’interno del mio Album, nel singol “Inedito”. Parla di due persone diverse che si attraggono per creare qualcosa di speciale e unico. Nella musica italiana ci definiscono appunto due opposti. Lei é la rappresentante del Rock mentre io magari piú quella del Pop. Con Ivano Fosati mi sento onorata per avere scritto per me. Quando mi capitó questa grande ocasione lo contattai, ma non sapevo come chiamarlo, maestro, dargli del tu, del lei. Lui invece mi ha messo subito a mio agio. Come é nata queste grande amicizia anche con Gianna Nannini? Ci siamo conosciute sul palco ad Abruzzo. Avevamo duettato, lei con la mia canzone, io con la sua. Da lí abbiamo coltivato una grande amicizia, tanto da organizzare l’anno dopo, sullo stesso palco, un concerto “Amiche per l’Abruzzo”. Insieme abbiamo cercato le associazioni sicure a cui donare il ricavato di questo concerto. In quale canzone ti riconosci di più tra, La solitudine e Bastava? La solitudine è una canzone a cui sono e sarò per sempre legata. Sono passati tanti anni, ma la canto sempre con emozione e ricordandomi che tutto è partito da lì. Bastava è un racconto di emozioni forse più adulte, ma sincere e profonde allo stesso modo. Una canzone che canto oggi perché oggi l’ho vissuta, non riesco ad avere preferenze. Quanto é importante la famiglia? La famiglia è una forza alla quale attingere. Io questo l’ho toccato con mano tante volte. Non mi vergogno a dirlo, senza i miei genitori non avrei neppure il coraggio di uscire dall’Italia. Grazie Angela e attraversa la tua emittente TeleVideoItalia ringrazio tutti i miei fan e... GRAZIE STOCCARDA!!! A due anni di assenza dalla scena musicale, Laura Pausini é ripartita con un tour mondiale intitolato come il suo ultimo album, "Inedito". Centinaia di migliaia di biglietti sono già venduti per la straordinaria cantautrice italiana che sta girando il mondo con uno spettacolo completamente nuovo, ballerini sul palco e una scenografia firmata. Un esercito di fans in delirio l’ha attesa anche Domenica 13 Maggio a Stoccarda. Tra le tante una coppia in particolare ci ha sorpreso: Monia e Orazio Gozza. Scorgiamo in lei una pazzesca somiglianza alla Pausini. Da appena venti ore dal fatidico “SI” , ci dicono, hanno volutamente incominciare il loro primo giorno da sposati con la voce della cantante romagnola. É il mio portafortuna, ha proseguito Monia. Sono cresciuta con le sue canzoni. Musicalmente mi é stata vicino, nei momenti importanti, piú belli e quelli piú deboli. Ora che Lei é quí, devo poterla ascoltare dal vivo e gridarle: grazie LAURAAA! Il servizio televisivo, redatto in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, é visibile su televideoitalia.net/intervistelive e www.corriereditalia.de Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Jo Squillo sui palchi tedeschi. Pforzheim accoglie la “Kandeggina Gang”

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Jo Squillo, l'indiscutibile bellezza affermata nel mondo della musica e non solo, calca i palchi tedeschi. Nella Notte Italiana tenutasi a Pforzheim con altrettanti artisti di fama, lei é stata la piú quotata e noi, l'abbiamo incontrata! Da dove nasce questo nome d’arte, Jo Squillo? Mi chiamo Jo Squillo perché una notte ho avuto un incubo. Sceglievo un nome e volevo un nome ‘forte’, sonoro ed anche poetico, romantico. Volevo un nome che ‘suonasse’, che scuotesse la massa delle persone, spesso un po’ addormentate, rispetto ad una generazione che cercava di fare delle cose nuove. Proporre un modo di fare musica, arte, un po’ forte, un po’ alternativo, ma anche provocatorio. Devi sapere Angela che, gli anni ottanta, sono stati anni brutti, si è vissuto un periodo molto grigio, molto nero e quindi la musica permetteva ai giovani di restare fuori da tante situazioni pericolose. La musica ha salvato molte vite. Che emozioni provi quando sali sul palcoscenico? E’ importante che ci sia sempre emozione. Quello è fondamentale. Per me è come se fosse sempre la prima volta, emozionante e appassionante come un primo amore, come nell’innamoramento e questo è molto bello. E’ anche vero che ho imparato a stare bene più sul palcoscenico che nella televisione, perché con la musica stai sul palcoscenico tre minuti e via, non riesci a comunicare quello che sei. Invece, attraverso il palcoscenico, la musica e i concerti, la comunicazione che faccio con altre manifestazioni, i talk show, riesco di più ad esprimere me stessa, quella che sono. Perché hai scelto questa strada? Per poter esprimere un’altra me, ho fatto il liceo artistico e quindi volevo essere un’artista, per calcare il palcoscenico. E’ un modo per ‘tirarti fuori’. Mi ha aiutato molto, moltissimo, ma perché mi sono aiutata, non perché il palcoscenico ti aiuta, anzi, ti terrorizza. Il palcoscenico deve diventare la palestra della tua anima, della tua comunicazione delle cose migliori di te. Il palcoscenico non dà sicurezza: se non sei sicuro, il palcoscenico amplifica quello che sei… Allora, se hai qualche cosa da dire stai sul palcoscenico, se non hai nulla da dire stai giù…. (Anche se è vero che spesso le persone che hanno qualcosa da dire sono sotto il palcoscenico e sopra ci sono persone che non hanno assolutamente nulla da dire!) Sei stata la reginetta del punk italiano, credevi in quella musica o era solo per motivi commerciali? Guarda, io per motivi commerciali mai ho fatto qualcosa:. io ho scritto le mie canzoni; erano canzoni provocatorie, canzoni che servivano a rompere, contro un muro di indifferenza, che esisteva negli anni ottanta. Sicuramente è stato un movimento che è partito un po’ in tutto il mondo, in modo contemporaneo, dall’Italia all’Inghilterra. Era il modo, di una nuova generazione, di dire che esisteva una voglia di fare delle cose in modo diverso, creativo, al di là del business, soprattutto al di là degli interessi, soprattutto per la passione. Quindi, io per passione ho fatto moltissime cose, cose che oggi la maggior parte degli artisti si sognano. Nel senso che oggi ci si muove solo per logica economica, in realtà negli anni ottanta si è fatto moltissimo. Ho fatto concetti a scopo umanitario, con manifestazioni sociali, quindi per me la musica è stata sempre importante da legare all’impegno sociale. Sicuramente il punk ha rappresentato un nuovo modo di provocare, per poter riscrivere una parte della musica italiana. Perché una donna, per dimostrare che ‘c’è di più’ deve comunque mostrare le gambe? Noi abbiamo qualcosa di più degli uomini, abbiamo la femminilità, la sensibilità, la voglia di non nascondere tutto questo dietro divise, dietro armamenti. Le gonne sono la cornice di gambe che, soprattutto in questi decenni, hanno fatto tanti cambiamenti: prima celate sotto gonnone castigatissime, mentre oggi abbiamo la possibilità di poter scegliere: gonne o pantaloni. Gli uomini eh… di scelte ne hanno sicuramente meno. Oggi una donna che arriva a coprire cariche importanti nel mondo del lavoro, non deve per forza nascondere le gambe e ciò significa non dover nascondere uno stile di vita differente, o anche un pensiero differente, che a volte, in alcuni lavori, è anche una ricchezza. La bellezza nel mondo del lavoro è un elemento in più: quindi, a pari contenuti, a pari obiettivi, non vedo perché le donne debbano rinunciare a tutto quello che è la loro cultura. E’ chiaro che poi spesso vengono usate le gambe delle donne per altre cose, ma credo che non bisogna guardare soltanto all’esteriorità, all’estetica; questo è quello che vuole dire la mia canzone: guardare a un’etica e quindi essere libere di mettere una mini shirt, una gonna o un paio di pantaloni ed essere giudicate per quello che vali, per quello che fai e per quello che pensi. Ti sentivi quindi parte di questo movimento? Ma, credo di aver creato in parte questo movimento. Iin Italia sicuramente. E’ stato un movimento in cui appunto ho inventato un certo tipo di musica: mi tingevo i capelli di verde, facevo delle performances nelle gallerie d’arte, dipingevo quadri, tagliavo vestiti su di me mentre cantavo. Siamo stati una generazione molto eclettica, innovativa ed evolutiva. La moda aiuta le persone ad esprimere meglio la loro personalità, oppure è un qualcosa che opprime fisicamente, psicologicamente ed economicamente, perché devono comunque confrontarsi con dei modelli difficili da raggiungere? No, io credo che oggi la moda sia come negli anni 80, che hanno significato molto per quanto riguarda l’immagine (non a caso si chiamava la look generation, la generazione dell’immagine). Attraverso l’immagine si voleva creare un concetto di personalità e quindi io mi tingevo i capelli di verde perché ero vicina all’ecologia, per difendere la natura, dando dei messaggi. Ancora oggi la moda e gli abiti danno un messaggio di te, è un biglietto da visita. L’originalità delle persone, quello che è l’aspetto più unico di te stessa. E’ chiaro che è una voglia di farsi vedere agli occhi degli altri più bella e più rinnovata. Purtroppo i modelli imposti sono esteriormente molto falsi. Credo molto nella disciplina, in una corretta alimentazione, in un concetto di benessere e salute, attraverso lo sport, i sacrifici e anche il sudore. Non credo nella trasformazione chirurgica e quindi non credo in questo tipo di stereotipo femminile (ma anche maschile, perché anche per gli uomini pare che sia molto di moda che si rifacciano). Infatti, io sono forse una delle poche donne della televisione a non avere niente di ritoccato, ricostruito. Sono autentica, anche nei miei difetti. E’ importante quindi il concetto di accettare i propri difetti come originalità e unicità. Perché secondo te, nel mondo dello spettacolo, gli amori hanno vita breve? Cosa succede che fa scoppiare le coppie? Mah, per non dire delle banalità, è difficile oggi sopportarci, starci vicino e ci sono tantissime esigenze e c’è molta libertà. C’è libertà nel costume, in alcuni ambienti, c’è una grande liberta. Ma comunque credo che tutte le donne abbiano tutte più libertà, più liberta di costume, di movimento, di socializzazione. Quindi c’è più possibilità di scelta e una minore attenzione a certi valori, fondamentali invece per continuare a superare i propri problemi. Oggi credo invece che ci sia un grande problema di incomprensione fra uomo e donna. Bisogna sopportarsi a vicenda. Nel mondo dello spettacolo non c’è niente di diverso. Forse ci sono più persone portate al cambiamento e… pronti e via ! Ci si rinnova. Ci sono uomini che trovano più facilmente ragazzine più giovani e dunque ‘mollano’. Io però non faccio parte di quel tipo di mondo che segue i rotocalchi e che, per dimostrare di esistere, per business, per avere delle copertine, deve rinnovare gli amori. Oggi le donne sono molto più libere, informate e consapevoli, ma anche più esigenti nei confronti dei loro partners. Pensi che le donne di oggi siano più felici delle donne di ieri? Prima ci si accontentava di più, c’era meno consapevolezza e alla fine la felicità era anche mangiare una spaghettata insieme. Oggi invece, avendo di più e volendo di più…. Diciamo che ‘chi si accontenta gode’ in fondo è assolutamente vero, sono le cose più semplici quelle che danno la felciità. Il tuo è il ‘mondo dell’effimero’ ? Mah, è stato sempre considerato effimero lo spettacolo ed anche la moda. Credo che sia assolutamente uno dei mondi in cui puoi avere la possibilità di essere più creativo, di essere artista, di essere te stesso fino in fondo. Soprattutto la musica ti fa essere sempre più te stessa, vicino all’anima e credo che anche la moda, la ricerca del bello, ti porti ad una ricerca del bello anche dentro di te. Quali sono i tuoi valori? E’ molto difficile. Sai, anzitutto la ricerca di un benessere che non è soltanto legato al business di oggi della ‘salute’, ma è legato ad una ricerca culturale, interiore, psicologica e morale che porta sempre di più ad una correttezza di vita. Essere delle belle donne significa essere belle fuori e dentro. Spesso si pensa ai massaggi, ai trattamenti, ma poi dentro si è assolutamente vuote. Credo nel lottare, come donna, per raggiungere delle cose, costruirsi il proprio pane. Ho fatto la scuola dello sport, del sudore, della fatica, non credo alle strade facili. Credo soprattutto nel bene, nel fare del bene agli altri, il che porta a farlo anche a sé stessi. Faccio sempre beneficenza, senza dirlo troppo sui giornali, non la faccio solo quando ci sono da fare delle fotografie come spesso fanno molti… Cliccando sul tuo sito esce ‘ Milano da bere’, questi anni ottanta ti sono davvero rimasti dentro? Sinceramente non lo so. In ogni caso la ‘Milano da bere’ che ho conosciuto era molto più viva, energica, di oggi. Allora Milano era una capitale europea: la moda, la musica, l’arte, il design. Oggi non è così valutata, ecco. Attualmente di che cosa ti occupi? L’essere punk si è ripercosso ovviamente in forme diverse, in modo diverso, con il creare nuove cose e quindi pensare a una logica sempre creativa ed artistica del percorso della musica, ma anche dell’immagine e quindi creando una mia produzione televisiva, dove ho aperto un canale satellitare che parla di stile di vita, di moda, che va in giro per il mondo e capta tutte quelle che sono le nuove tendenze. E’ un canale satellitare, che si vede in quaranta paesi del mondo: si chiama TV Moda. E’ un canale che parla appunto di stile, 24 ore su 24, in tutte le lingue. É un canale italiano, però ha un occhio di riguardo a quello che è la musica, la moda, il teatro, l’approfondimento, la poesia. La frequenza è Sky 812, in chiaro, non è a pagamento. Saluto attraverso la tua emittente TeleVideoItalia Angela, tutti gli italiani che mi seguono, é stato un piacere conoscervi. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Silvio Berlusconi ci saluta, si spegne un pezzo della storia internazionale

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Silvio Berlusconi é morto, è deceduto poche ore fa all'ospedale San Raffaele di Milano e con lui si chiude un'epoca. L'ex premier da venerdì scorso era ricoverato ma solo per accertamenti programmati per la sua patologia ematologica, una lunga battaglia contro la leucemia mielomonocitica cronica, una patologia da cui era affetto in questi ultimi due anni. Era conosciuto anche come il “Cavaliere” per aver ricevuto nel '77 “L’ordine al merito del lavoro” ma per il quale dovette rinunciare. I familiari sono arrivati stamane, intorno alle 9:30, l’ora del decesso dell’ex premier Silvio Berlusconi. L'attuale compagna, i figli, il fratello e i piú stretti ogni giorno, comunque e durante tutte le sue degenze al San Raffaele, non gli hanno mai fatto mancare la loro vicinanza, persino il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana Giorgia Meloni, il Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. Uomo politico, imprenditore italiano, protagonista della storia del nostro Paese, è stato quattro volte Presidente del Consiglio, nel 1975 ha costituito la società finanziaria Fininvest e nel 1993 la società di produzione multimediale Mediaset. Nel 1993 entra in politica e nel ‘94 fonda Forza Italia che nel 2008 è confluito ne Il Popolo della Libertà, rifondato poi nel 2013. Nel febbraio del 1986 diventa proprietario del Milan, il club calcistico di cui è stato presidente da marzo dell’1986 all’aprile del 2017. La politica non gli piaceva diceva eppure, per quasi trenta anni, ha occupato la scena da protagonista. Da zero ha lanciato un movimento politico che ancora oggi è in campo. Il coraggio e la determinazione di questo grande “UOMO” ha fatto sì di non avere mai paura di difendere le sue convinzioni, il popolo italiano, i più deboli e i più fragili, facendone di lui uno degli uomini più influenti della storia d'Italia. Ha contribuito a scrivere pagine significative della storia italiana nel mondo e determinante alla crescita della nostra Italia. A poche ore dalla scomparsa del Presidente Silvio Berlusconi, paiono scontati i funerali di Stato, ma naturalmente, rispettosi, si attente la volontà della famiglia Berlusconi. Il leader italiano Silvio Berlusconi, l'ex premier che ha cambiato l’Italia, è destinato a entrare nei libri di storia e a essere d’esempio per come trasformare il piccolo schermo, il calcio, la politica e l'economia come ha saputo fare “LUI”. Da tutto il mondo politico, mediatico e semplici persone da ogni parte del mondo, arrivano piogge di vicinanza e cordoglio alla famiglia per la perdita principalmente di un “Uomo” che ha saputa “FARE” dove altri ad oggi, hanno saputo soltanto “DIRE”. Dalla nostra Redazione TeleVideoItalia.net di Angela Saieva va sentite condoglianze alla famiglia Berlusconi. Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • in diretta tv i funerali di Stato di Silvio Berlusconi

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Si terranno domani, mercoledì 14 giugno alle ore 15:00 nel Duomo di Milano, i funerali di Stato di Silvio Berlusconi. La richiesta, fatta da parte della famiglia Berlusconi, per stessa volontà dell’ex capo di governo Silvio Berlusconi e anche dal Palazzo Chigi, è stata confermata dalla Diocesi meneghina. Presiede il rito funebre, l’arcivescovo metropolita di Milano, S.E.R. Mons. Mario Enrico Delpini. Per questa data, in memoria, è stato proclamato il lutto nazionale per esplicita iniziativa del governo Meloni e disposto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. In segno di rispetto, il 13 e 14 giugno, le attività della Camera resteranno interrotte e la bandiera nazionale ed europea posta sugli edifici pubblici, rimarrà a mezz’asta fino al 14 giugno. Oltre ai familiari e gli amici più stretti saranno presenti trentadue esponenti del governo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri e coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, nonché diversi leader stranieri. Il portavoce della Commissione europea Eric Mamer fa sapere che Paolo Gentiloni, commissario per l'Economia, ai funerali rappresenterà l'esecutivo Ue su richiesta di Ursula Gertrud von der Leyen, presidente della Commissione europea. Presenti i massimi vertici Rai, il direttore generale Giampaolo Rossi, la presidente Marinella Soldi, l’amministratore delegato Roberto Sergio. In circa 1.800 personalità siederanno all’interno del Duomo di Milano mentre fuori in piazza davanti al Duomo, transennata dalle ore 10:00 di domani 14 giugno, sono stati istallati anche dei maxischermi per la visibilità collettiva, presenza contingentato per ragioni di sicurezza fino a un massimo di venti mila persone, come ha proposto l'assessore alla sicurezza del Comune di Milano Marco Granelli. Attesi anche personaggi pubblici, dello spettacolo e dello sport. I controlli per accedere alla piazza saranno particolarmente accurati. Per dare l'ultimo saluto al presidente di Forza Italia e patron di Mediaset Silvio Berlusconi, dall'interno del Duomo Mediaset trasmetterà non solo in diretta su Canale5 (rendendolo poi disponibile in streaming su Mediaset Infinity), su La7 con il commento coadiuvato dal direttore Enrico Mentana in uno Speciale TgLa7, ma fornirà inoltre il segnale alle emittenti italiane e internazionali presenti con disponibilità di commento e stand up, dando così la possibilità anche al pubblico da casa di tutti i Paesi di seguire in diretta televisiva, nella propria lingua, le esequie di Silvio Berlusconi. All’esterno del Duomo, le postazioni per le emittenti presenti, saranno indicate dalla Prefettura. Non è escluso che il solenne evento sia ripreso anche dallereti di Stato, da Rai News 24, Sky, All-news al Tg24. La Redazione TeleVideoItalia.net rinnova il cordoglio alla famiglia Berlusconi e attraverso un aneddoto che ci lega in prima persona negli anni, riconoscente dico ancora oggi GRAZIE a questo “UOMO” che ha saputa “FARE” dove altri ad oggi, hanno saputo soltanto “DIRE”. Chapeau Cavaliere! Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

  • Bresh, Silent Bob e Sick Budd Arena della Versilia

    © by TeleVideoItalia.de - Rotocalco italiano in Europa - Portale TV Stampa di Angela Saieva. Sabato 29 luglio ore 21.00 all’Arena della Versilia si accendono i riflettori sul Viper Summer Festival all’Arena della Versilia: una partenza col botto con BRESH + SILENT BOB & Sick BUDD. Silent Bob una delle migliori penne della nuova scena urban contemporanea e Sick Budd, geniale producer, con un repertorio che supera gli oltre 800 mila ascoltatori mensili solo su Spotify, promettono di illuminare questa estate 2023: “Sono molto contento di poter inaugurare la stagione 2023 del festival all’Arena della Versilia. È la mia prima estate in tour con Sick Budd con il quale sto promuovendo il nostro ultimo album Habitat Cielo. Calcare palchi di così grande rilievo entusiasma entrambi moltissimo. Devo ammettere che il pubblico si è sempre dimostrato estremamente caldo; sono sicuro che il pubblico della Versilia non sarà da meno. Dal canto nostro, io e Sick Budd non vediamo l’ora di divertirci ed emozionarci”. Bresh, cantautore e rapper italiano con i suoi testi, che hanno volutamente un peso sociale, arriva sul grande palco dell’Arena con tutta l’energia ed il successo che l’hanno portato dal suonare davanti a venti persone nei centri sociali della sua Genova a concerti da diecimila presenze e continui sold out. Il calendario dei concerti prosegue con il 4 agosto Mara Sattei + Tananai, il 5 agosto con Luchè + Shiva, il 7 agosto con Rocco Hunt, l’8 agosto con Mr Rain, il12 agosto con Sfera Ebbasta, il 18 agosto con Lazza. Le prevendite dei biglietti sono disponibili su Ticketone Ticketmaster, Boxer Ticket, Ticketsms e in loco al Botteghino dell’Arena (all’ingresso dell’area). Segui tutte le nostre interviste video anche su televideoitalia.net/intervistelive Servizio televisivo e stampa, redatto dagli studi televisivi di TeleVideoItalia Angela Saieva in collaborazione con la SDA FotoVideo Production, Channel-TV TeleVideoItalia.de, Corriere d'Italia, AISE, SINE - © by TeleVideoItalia.net - Tutti diritti riservati.

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